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20 ottobre 2023

Servizi pubblici, Iren e Hera all’assalto della Toscana

In attesa del decollo della Multiutility regionale, i competitor investono pesantemente sul territorio. Ecco come.

Silvia Pieraccini

La società dei servizi pubblici locali – la Multiutility, come finora si usa chiamare – che è nata in Toscana su iniziativa dei Comuni di Firenze, Prato e Empoli, e che per adesso aggrega Alia (rifiuti), Publiacqua (acqua) e Estra (distribuzione e vendita gas), ha davanti a sé ancora diversi step da affrontare prima del decollo, a partire dai quattro attesi il prossimo anno: la scelta del nome; la creazione della società operativa dei rifiuti che dovrà gestire il contratto di servizio; la nascita della holding pubblica che sarà lo strumento per una eventuale quotazione in Borsa, al momento esclusa dal partito che ha promosso l’operazione, il Pd. Da affrontare – soprattutto se non ci sarà la quotazione in Borsa – è anche il nodo strategico del reperimento delle risorse finanziarie per lo sviluppo.

Una Multiutility ancora zoppa

In questo quadro il bilancio 2023 della Multiutility avrà come perimetro di consolidamento Alia e Estra, grazie al patto di sindacato stretto nel luglio scorso con Coingas Arezzo, ma non Publiacqua, la cui governance è in mano al consiglio di amministrazione (dopo la disdetta dei patti parasociali) e al socio al 40% Acea Roma fino al dicembre 2024, quando scadrà la concessione del servizio idrico integrato. Proprio dalle future gare del servizio idrico (a fine 2024 in Toscana scadranno diverse concessioni) potrebbe passare il decollo o meno della Multiutility toscana.

Hera e Iren stanno investendo in Toscana

La Multiutility toscana ambisce a ridurre la frammentazione in atto sul territorio regionale (sono attive più di 50 società tra acqua, luce e gas) e a competere con realtà come A2a, Hera, Iren, Acea, Ascopiave, tutte quotate da tempo. Realtà che però, nelle more del decollo della Multiutility toscana, hanno messo gli occhi sulla regione. In particolare sono l’emiliana Hera e, ancor più, la ligure-piemontese Iren le due multiutility italiane che negli ultimi tempi hanno moltiplicato progetti e partecipazioni societarie in Toscana, mostrando un interesse spiccato per il territorio che si è intensificato negli ultimi mesi.

Iren ha cominciato da Asa

Iren ha messo piede in Toscana nel 2001, conquistando il 40% della livornese Asa spa (servizio idrico integrato e distribuzione gas). Poi si è concentrata sul settore ambiente/rifiuti nel sud della Toscana e, attraverso l’acquisizione della divisione Ambiente della coop Unieco in liquidazione, perfezionatasi nel giugno 2020, si è assicurata varie società attive nella filiera dei rifiuti tra cui, in Toscana, quelle che facevano capo a Sta, socio di maggioranza relativa (31%) in Sei Toscana, il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nell’Ato Toscana Sud che comprende le province di Arezzo, Grosseto e Siena e sei Comuni della provincia di Livorno.

Sei Toscana, Sienambiente, Semia Green e Strillaie

Dal luglio 2022 Sei Toscana è una società controllata dal Gruppo Iren, che possiede anche il 40% di Sienambiente, gestore di impianti di selezione, valorizzazione, compostaggio e recupero di energia dai rifiuti (e secondo socio col 20,6% di Sei Toscana dopo Iren Ambiente Toscana che ha il 41,8%). Tra le partecipate di Sienambiente c’è Semia Green, attiva nel recupero energetico del biogas prodotto dalle discariche, la cui maggioranza, pochi giorni fa, è stata acquisita proprio da Iren Ambiente Toscana. Ma il Gruppo Iren controlla anche l’impianto di selezione e compostaggio delle Strillaie, in provincia di Grosseto, che fa capo alla società Futura spa (40% Iren Ambiente Toscana, 20% Iren Ambiente, 20% Sei Toscana) presieduta da Alessandro Fabbrini, lo stesso manager che guida anche Sei Toscana e dal luglio scorso è diventato il vicepresidente di Estra. Nel complesso, secondo quanto dichiarato dal gruppo, Iren Ambiente Toscana gestisce dieci impianti del ciclo integrato dei rifiuti, cinque in provincia di Siena, tre in provincia di Grosseto e due in provincia di Arezzo.

Dal sud della Toscana a Lucca

Nei mesi scorsi Iren ha allargato la propria presenza toscana anche a Lucca, rilevando all’asta il 36,5% di Sistema Ambiente spa, gestore del servizio di raccolta rifiuti urbani della città. Vicino a Firenze inoltre la multiutility ligure-piemontese gestisce una piattaforma di rifiuti speciali.

Al via tre impianti di economia circolare

E non è finita. Iren sta investendo fortemente nella realizzazione di impianti di economia circolare in Toscana: un innovativo impianto per riciclare i pannelli fotovoltaici, recuperando materiali preziosi e materie prime critiche, sarà costruito in provincia di Siena entro il 2024; un impianto per estrarre metalli preziosi (oro, argento, palladio, rame) e materie prime critiche da apparecchi elettrici e elettronici (Raee), con la tecnologia idrometallurgica al posto della tradizionale tecnologia pirometallurgica, sorgerà a Terranuova Bracciolini, nel Valdarno aretino; e infine – ma si tratta del progetto in assoluto più importante – è vicino il via libera ai lavori per un polo integrato di economia circolare a Scarlino, sui terreni del vecchio inceneritore di Scarlino Energia (il cui progetto di revamping era stato bocciato dalle istituzioni), formato da quattro impianti per il trattamento di legno, fanghi, pulper e rifiuti liquidi, con un investimento annunciato di 150 milioni di euro. Tutti e tre questi progetti si sono concretizzati negli ultimi mesi.

Il termovalorizzatore di Montale attira interesse

Infine, Iren punta anche alla riconversione dell’inceneritore di Montale (Pistoia): è uno dei tre soggetti che ha presentato alla società Cis una proposta per realizzare, al posto del termovalorizzatore, un nuovo impianto dedicato ai fanghi da depurazione, che verrebbero disseccati o disidratati prima di essere avviati alla combustione. L’investimento previsto è 56 milioni, ma in questo caso i tempi per partire sarebbero lunghi.

Anche Hera punta (con Alia) all’inceneritore di Montale

Anche l’emiliana Hera guarda con interesse alla Toscana, seppur (finora) con meno penetrazione di Iren. E anche Hera ha presentato, in alleanza (un’associazione temporanea di imprese) con Alia, una proposta per il termovalorizzatore di Montale: in questo caso si tratterebbe di un ammodernamento dell’impianto esistente, capace di abbattere le emissioni di ossido di azoto e di diossine. L’investimento previsto è di 27 milioni.

Nel mirino i rifiuti industriali

Il Gruppo Hera finora in Toscana si è focalizzato sui rifiuti industriali e, di recente, ha allargato all’illuminazione pubblica. Nel luglio 2019 Herambiente ha acquisito Pistoia Ambiente, che gestisce la discarica di rifiuti speciali di Serravalle Pistoiese e l’annesso impianto di trattamento rifiuti liquidi. L’operazione ha seguito l’acquisizione, completata nel gennaio 2016, del 100% di Waste Recycling, azienda di Castelfranco di Sotto (Pisa) attiva da più di 20 anni nel settore dei rifiuti industriali: raccolta, stoccaggio, trattamento, smaltimento e selezione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, sia solidi che liquidi, nelle due sedi produttive. Proprio attraverso Waste Recycling il gruppo Hera ha acquisito, nel gennaio 2017, il ramo d’azienda “impianti” della società pisana Teseco, specializzata nel trattamento e recupero dei rifiuti industriali. Gli impianti innovativi sono distribuiti su un’area di 126mila metri quadrati, di cui 30mila coperti.

L’illuminazione pubblica per i Comuni

Nell’illuminazione pubblica e nell’efficientamento energetico, invece, Hera si sta sviluppando sia attraverso la convenzione Consip, che mette a disposizione dei Comuni toscani il servizio per gestire e manutenere gli impianti di pubblica illuminazione, sia attraverso progetti “su misura” delle Amministrazioni. Per adesso hanno scelto i servizi di Heraluce i Comuni di Pistoia e Pontedera.

Cosa accadrà in futuro

Nel futuro dei servizi pubblici locali in Toscana ci sono dunque almeno tre competitor – Multiutility toscana, Iren e Hera – che, seppur alleati in alcune situazioni (Hera aveva già fatto una joint venture con Alia, all’epoca Quadrifoglio, nel 2012 per costruire il termovalorizzatore della piana fiorentina, poi cancellato), hanno tutta l’intenzione di contendersi le quote di mercato. Le future gare per la gestione del servizio idrico integrato (e quelle per la distribuzione del gas, se mai si faranno) saranno un banco di prova per capire chi è interessato a questo fronte. Di certo, dalle mosse giocate finora, è il terreno dell’impiantistica quello che richiama maggiore attenzione.

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Silvia Pieraccini

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