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19 giugno 2023

Estra rinnova i vertici e si avvicina alla Multiutility (che sposta la Borsa al 2025)

L’assemblea della società energetica ha scelto il presidente e l’amministratore delegato. Si apre una fase delicata.

Silvia Pieraccini

20 giugno: l’assemblea di Estra, riunita a Prato in quarta convocazione, si è aggiornata a giovedì 22 giugno. C’è l’accordo tra i soci su Francesco Macrì alla presidenza e Nicola Ciolini amministratore delegato, ma non c’è l’accordo sulle nomine nel collegio sindacale. Qui sotto l’articolo scritto il 19 giugno.

E’ andata deserta anche la terza convocazione dell’assemblea di Estra, il gruppo pubblico del gas (distribuzione e vendita) controllato dalle società Alia (39,5%), Intesa Siena (25%), Coingas Arezzo (25%) e Viva Energia Ancona (10%), chiamata ad approvare il bilancio 2022 e la distribuzione del dividendo, e a nominare i nuovi vertici (al posto di Alessandro Piazzi, presidente e amministratore delegato, alla scadenza del mandato). La quarta convocazione è prevista domani, martedì 20 giugno, a Prato e dovrebbe prendere atto degli equilibri politici raggiunti in queste ore, seppur “sacrificando” una figura storica dell’azienda come il direttore generale (e consigliere delegato) Paolo Abati.

Macrì presidente e Ciolini amministratore delegato

Il nuovo presidente di Estra sarà, salvo sorprese, Francesco Macrì (Fratelli d’Italia), espressione di Arezzo tornato in sella dopo essere stato defenestrato nel novembre 2021 dall’Autorità nazionale anticorruzione in base alla legge Severino, ed essere poi stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta su Coingas; il nuovo amministratore delegato di Estra dovrebbe essere, a sorpresa, Nicola Ciolini (Pd), espressione di Prato che ha appena lasciato la presidenza di Alia, embrione della Multiutility, al fiorentino Lorenzo Perra (che a sua volta lascerà la presidenza di Publiacqua a Nicola Perini, ex amministratore unico di Consiag, ora confluito in Alia, e presidente di Confservizi-Cispel Toscana).

In questo gioco dell’oca degli incarichi, il territorio di Siena dovrebbe avere la vicepresidenza di Estra, reduce da un anno assai difficile a causa dei rincari della materia prima (che hanno dimezzato gli utili) e delle proteste degli utenti. Il consiglio di amministrazione della società del gas, formato da cinque membri, dovrà prevedere due donne (Estra non è quotata ma ha emesso bond quotati e dunque è soggetta alla norma sulla rappresentanza di genere nei cda).

Per adesso Alia non consolida in bilancio né Publiacqua né Estra

Il nuovo consiglio di amministrazione sarà fondamentale per sciogliere il nodo strategico sul futuro di Estra: aderire (e dare sostanza) oppure no alla nascente Multiutility toscana che ambisce a guidare i servizi pubblici della regione? Per adesso la società dei rifiuti pubblica Alia, embrione della Multiutility, possiede il 39,5% di Estra: starà ad Arezzo e, soprattutto, a Siena e Ancona decidere se entrare nell’aggregazione, permettendo di consolidare Estra nel bilancio di Alia (che è destinata a cambiare nome per assumere quello della Multiutility).

Al momento in quel bilancio non sarà consolidata neppure Publiacqua, nonostante i soci pubblici, sempre attraverso Alia, detengano il 60%: il motivo è che la governance è in mano alla romana Acea fino al termine della concessione (dicembre 2024), visto che i Comuni hanno modificato l’idea iniziale di liquidare il colosso capitolino (ma chi avrebbe dato loro i soldi?), e hanno deciso di aspettare la scadenza della partnership per riconquistare la guida operativa. Cosa che dovrebbe accadere nel 2024, quando l’Autorità idrica toscana (formata dagli stessi Comuni) bandirà la nuova gara per selezionare il socio privato di Publiacqua. In quell’occasione – è già deciso – i Comuni aumenteranno di circa il 10% la loro partecipazione in Publiacqua, arrivando a detenere quasi il 70% e riconquistando la governance. Publiacqua a quel punto potrà essere consolidata nella Multiutility che, forte delle bollette dell’acqua e dei rifiuti “garantite” dall’essere unico operatore dell’area centrale della Toscana, potrà quotarsi in Borsa. Se tutto andrà bene (compresi gli equilibri politici interni al Pd), non sarà prima del 2025.

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Silvia Pieraccini

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