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26 ottobre 2022

Nasce un fondo di venture capital Cdp-Fondazioni bancarie toscane

La dotazione è di 30 milioni. Gli enti finanziatori sono Cr Firenze, Cassa di risparmio di Lucca, Mps, CariPt e Cassa di risparmio di Livorno.

Silvia Pieraccini

il presidente della Fondazione Cr Firenze, Luigi Salvadori

Le principali fondazioni di origine bancaria della Toscana scendono in campo per sostenere le startup e le Pmi innovative, aiutarle a crescere, evitare che si trasferiscano in altre regioni dove l’ecosistema dell’innovazione è più “fertile”. A fianco della società statale Cassa depositi e prestiti (Cdp), le cinque Fondazioni Cr Firenze, Cassa di risparmio di Lucca, Mps, CariPt e Cassa di risparmio di Livorno stanno per dar vita a un fondo d’investimento di venture capital che entrerà nel capitale di aziende ad alto potenziale di crescita.

Toscanext parte con una dotazione di 30 milioni di euro

Il fondo, che si chiamerà Toscananext e sarà operativo entro l’anno, partirà con una dotazione di 30 milioni di euro, di cui 15 milioni messi da Cdp Venture Capital (attraverso il Fondo nazionale innovazione) e altri 15 finanziati dalle fondazioni bancarie. Le quote maggiori (5 milioni a testa) li metteranno Cr Firenze e Cassa di risparmio di Lucca, cioè le fondazioni con maggiore patrimonio (e più erogazioni) della Toscana. La prospettiva è che il fondo sia aperto all’ingresso di altri soggetti, a partire dalla Regione non appena avrà la disponibilità delle risorse europee Por-Fesr della nuova programmazione 2021-2027. Uno strumento finanziario simile è già stato creato in Piemonte.

Per la prima volta insieme cinque fondazioni bancarie

Del fondo di venture capital ha parlato il presidente della Fondazione Cr Firenze, Luigi Salvadori, dal palco della Manifattura Tabacchi dove oggi, 26 ottobre, si è tenuto il roadshow di Cdp sui territori: “E’ la prima volta – ha detto Salvadori – che cinque fondazioni bancarie si mettono insieme con Cdp per sostenere le imprese ad alta potenzialità di crescita. Per noi di Fondazione Cr Firenze – ha aggiunto – si tratta di un completamento della strategia di supporto all’innovazione messa in atto da tempo, che ha portato ad esempio alla nascita dell’Innovation Center nell’ex caserma Cavalli”.

“Il venture capital è un settore che sta crescendo in modo tumultuoso – ha sottolineato Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp – e in Toscana noi speriamo di poter accelerare l’innovazione che parte dagli incubatori e dai centri di ricerca e sviluppo”. Il sostegno alle imprese “in tutte le fasi del loro ciclo di vita” è la strada indicata anche da Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cdp: “Stiamo vedendo un grande interesse sul venture capital – ha detto – e dobbiamo cavalcarlo. Le startup stanno rifiorendo dopo la pandemia e noi adesso vogliamo aiutarle fondendo le nostre risorse con quelle delle fondazioni bancarie, delle imprese e degli enti locali”.

A Firenze un polo di formazione professionale da 40 milioni

Il Comune di Firenze – che con Cdp ha chiuso negli ultimi anni partite importanti come quella della Manifattura Tabacchi (110mila metri quadrati acquisiti da Cdp Immobiliare col fondo Aermont Capital, in corso di trasformazione in un nuovo quartiere cittadino), dell’ex Teatro Comunale (acquisito da Cdp e poi venduto a Hines) e del finanziamento da 55 milioni a una linea del tram – conta ancora sull’aiuto della società del Mef: “Abbiamo il progetto di un grande polo di formazione professionale da 40 milioni di euro che riunirà più scuole – ha annunciato il sindaco Dario Nardella – e Cdp ci aiuterà”.

Sia Nardella che il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, hanno poi auspicato un ruolo importante di Cdp nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “La Toscana avrà a disposizione 4,7 miliardi dal Pnrr, che si aggiungono ai 3,3 miliardi dei nuovi fondi europei – ha spiegato Giani – in tutto si tratta di otto miliardi che serviranno per rilanciare la regione e in questo scenario Cdp sarà fondamentale”. Un rilancio che però ha bisogno di una pre-condizione, secondo il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi: “Se non si interverrà subito per abbassare il prezzo dell’energia – ha ammonito – il sistema industriale toscano morirà. Così le aziende non sono in grado di andare avanti. E vanno tolti anche i vincoli, nazionali e regionali, per chi vuole mettere pannelli solari”.

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Silvia Pieraccini

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