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Industria

01 agosto 2023

Nella road map di Jsw c’è un nuovo addendum (entro dicembre)

L’azienda ha presentato un nuovo piano con un forno elettrico e nuove linee di laminazione: dubbiosi i sindacati.

Leonardo Testai

Nella lunga, tortuosa e fin qui non del tutto fruttuosa vicenda del tentativo di rilancio delle acciaierie ex-Lucchini di Piombino, da cinque anni ormai in mano al colosso indiano Jsw Steel, torna la parola ‘addendum’: una nuova aggiunta all’accordo di programma per il rilancio del sito siderurgico, secondo quanto emerso dall’incontro del 31 luglio al ministero delle Imprese e del Made in Italy, dovrà essere sottoscritta entro la fine dell’anno. La posta in gioco è scongiurare la perdita delle commesse Rfi: per questo motivo nella prima settimana di settembre ci sarà un tavolo tecnico per discutere del forno elettrico e dei laminatoi, e a valle di quest’ultimo ci sarà la convocazione del sindacato.

Secondo le ricostruzioni del giorno dopo, il vicepresidente di Jsw Steel Italy Marco Carrai ha presentato al tavolo del Mimit – presieduto dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto – il nuovo piano industriale che prevede l’installazione di una nuova parte fusoria a ciclo integrale: nel corso dei prossimi mesi verranno esaminati gli strumenti di finanziamento pubblici richiesti da Jsw e anche le concessioni infrastrutturali connesse all’attività del polo siderurgico piombinese.

Sindacati perplessi, e c’è lo spettro della fine della Cig

I sindacati, nelle reazioni a caldo, non hanno mancato di esternare le loro perplessità. “Anche la sottosegretaria per voce del Governo, ha dichiarato che quello non può essere considerato un vero e proprio piano industriale”, obiettano Mirco Rota della Fiom-Cgil nazionale e David Romagnani della Fiom-Cgil di Piombino, che parlano di “aspetti molto lacunosi nei confronti di quanto presentato dall’azienda”, e osservano che “il piano non ha un reale sostegno economico da parte della proprietà oltre a non indicare nulla per quanto riguarda i tempi di realizzazione, nonostante siano trascorsi ormai troppi anni dall’insediamento di Jsw”.

Secondo la Uilm-Uil, “la strategicità della produzione delle rotaie di Piombino deve essere assicurata con un intervento legislativo governativo straordinario al pari di quello fatto per l’ex Ilva di Taranto o come quello della raffineria di Priolo”. Ma anche l’orizzonte della scadenza della Cassa integrazione, che dura da dieci anni per oltre 1.400 addetti, preoccupa. “Abbiamo fatto presente la necessità legata alla scadenza degli ammortizzatori sociali a gennaio del prossimo anno, e mancano ancora i fondi di copertura per gli stessi”, sottolinea il segretario nazionale Fim-Cisl, Valerio D’Alò.

I paletti del Comune, la poca fiducia del Pd

Il Comune di Piombino, a sua volta, mette dei paletti precisi. “Tutte le istituzioni che hanno sottoscritto l’accordo di programma del 2018 – ha affermato nei giorni scorsi il sindaco Francesco Ferrari – hanno concordato con noi sulla necessità di integrare quel documento con un addendum in grado di mettere l’azienda spalle al muro e costringerla a impegni specifici e concreti investimenti. Dal nostro canto, abbiamo ribadito la necessità di investire sul forno elettrico che sia distante dal centro abitato, di trasferire il treno rotaie e sulla ferma contrarietà all’impianto per il preridotto”.

Perplessità sulla strategia di rilancio di Jsw affiorano anche nelle parole di un gruppo di parlamentari Pd eletti in Toscana – fra cui il segretario regionale del partito, Emiliano Fossi – che lamenta come allo stato attuale non ci sia “nessuna garanzia su produzione ed occupazione”, peraltro in assenza di “concertazione con i sindacati e la comunità cittadina. Questi continui rinvii non fanno altro che alimentare un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni che oggi sarebbero chiamate a decisioni stringenti”. E dunque, affermano, “continuiamo a pensare che la via maestra sia verificare, visto che non si muove niente, se ci sono anche altri investitori e ulteriori possibilità e progetti utilizzando anche le enormi aree pubbliche che Jsw continua a reclamare senza nessun diritto”.

Il caso-demolizioni scalda gli animi in città

Non aiuta un clima disteso fra istituzioni e azienda l’episodio del 26 luglio scorso, quando una grossa nuvola di polvere, dovuta alle demolizioni di un capannone dell’area a caldo dell’acciaieria Jsw, complice anche il vento che ieri ha sferzato Piombino (Livorno) ha invaso parte dell’abitato e delle attività di via Porto Vecchio. Il Comune ha annunciato un esposto in Procura, definendo “stucchevoli e fuori tempo massimo le prese di posizione” di Jsw Steel “sull’inaccettabilità di ciò che è avvenuto”. Secondo Arpat, la ditta incaricata da Jsw della demolizione “non ha rispettato le prescrizioni impartite” nell’ambito degli Accordi di programma.

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Leonardo Testai

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