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29 dicembre 2023

Conflitti, cereali e energia. Irpet: “Export ridotto”

L’esportazione dei prodotti agricoli, in Toscana, diversamente rispetto alla tendenza nazionale, è diminuita. E il 2024 non dovrebbe essere migliore.

Il conflitto in Ucraina miete vittime sul campo e nel settore economico. Stando ai dati resi noti dall’Irpet Toscana, la dinamica del commercio agro-alimentare è stata influenzata prima dalla guerra con la Russia, che ha inciso fortemente sul mercato dei cereali, e poi dall’incremento dei prezzi degli energetici, che ha innescato un forte processo inflattivo, spingendo verso l’alto i prezzi, e di conseguenza, i costi delle imprese. D’altra parte, l’aumento dei prezzi ha consentito di compensare le contrazioni in termini reali delle vendite all’estero.

Prodotti agricoli al rallentatore: minori flussi verso Ue e Gb

L’aumento dei costi e le condizioni climatiche sfavorevoli del 2022 hanno influenzato l’andamento dell’export dei prodotti agricoli, che in Toscana, diversamente rispetto alla tendenza nazionale, si è ridotto rispetto al 2021. In particolare, la riduzione è stata conseguenza dei minori flussi verso l’Unione Europea e il Regno Unito. Al contrario, le vendite all’estero di prodotti alimentari e delle bevande sono aumentate.

Il comparto agro-alimentare ha seguito parzialmente il trend degli altri settori e l’incremento dei prezzi ha in qualche modo compensato le riduzioni reali delle vendite all’estero. Gli aumenti dei prezzi degli input e prodotti agricoli in Italia sono stati più contenuti se comparati con la media europea: trainati, come ovunque, dagli aumenti dei prezzi di energia, fertilizzanti e mangimi – gli input in Italia sono cresciuti del 24%, a fronte di una media europea del 31,4%, mentre quelli dei prodotti agricoli sono cresciuti in misura più contenuta (Italia: +20,6%; UE-27: +26%).

Prezzi già in crescita da alcuni anni e anche nel 2024

I prezzi di input e materie prime agricole sono cominciati ad aumentare già dalla seconda metà del 2021, raggiungendo un picco nel secondo trimestre del 2022, per poi tornare ai livelli precedenti la crisi solo nel 2023. Fa eccezione la carne suina, la cui offerta si è ridotta non solo per il generale aumento dei costi, ma anche per le problematiche sanitarie a livello globale legate alla diffusione della peste suina africana.

Per quanto riguarda la Toscana, gli ultimi anni sono stati difficili per le aziende agricole, sia per le conseguenze della pandemia, sia per le incertezze legate a condizioni climatiche sempre più critiche e difficili da prevedere, che hanno inciso fortemente sui volumi di produzione. L’aumento dei prezzi ha in qualche modo compensato le perdite ma i vari ordinamenti produttivi hanno dovuto confrontarsi con gli aumenti dei costi nel corso di tutto il 2024.

Export: contenuti i prodotti alimentari, in crescita le bevande

Nel 2022, la dinamica esportativa dei prodotti agricoli toscani e di quelli alimentari e delle bevande è stata divergente. In controtendenza con il resto dell’Italia, l’export toscano a prezzi correnti di prodotti agricoli è diminuito del 7% rispetto al 2021, a fronte di un aumento dell’export nel resto d’Italia del 4,2%. Il dato 2022 interrompe una perdurante tendenza all’aumento delle vendite dei prodotti agricoli toscani all’estero. In sintesi, la spirale inflattiva del 2022 ha frenato la perdita di valore dell’export toscano di prodotti agricoli.
Per quanto riguarda l’export a prezzi correnti dei prodotti alimentari, la crescita è paragonabile a quella delle altre regioni italiane (+19,8%), nonostante l’aumento in termini reali sia stato in Toscana più contenuto che nel resto del paese. Invece, l’export delle bevande è cresciuto in linea con il resto del paese (+10,3% la crescita a prezzi correnti della Toscana; +4,9% in termini reali).

Si è contratta notevolmente l’esportazione delle piante

La performance del commercio internazionale di prodotti agricoli nel 2022 ha risentito fortemente della contrazione dell’export di piante (-8%), che ha interrotto la tendenza positiva iniziata subito dopo il Covid. Si sono ridotte anche le vendite all’estero delle coltivazioni non permanenti (-12,4%), mentre quelle delle coltivazioni permanenti sono aumentate del 3,1%.
Per quanto riguarda i prodotti alimentari, l’export di oli e grassi vegetali e animali, che pesano più della metà sul totale delle vendite all’estero dei prodotti alimentari, è aumentato del 23,4% a prezzi correnti, a fronte di una lieve contrazione in termini reali rispetto al 2021. La stessa dinamica si osserva sui prodotti da forno e farinacei, le cui vendite all’estero sono aumentate del 18,5%, a fronte di una sostanziale stabilità a prezzi del 2021. L’export dei prodotti lattiero caseari è aumentato notevolmente, spinto sia dall’incremento dei prezzi sia da un reale aumento delle quantità esportate.

Ridotto il mercato europeo, dalla Francia ai Paesi Bassi

L’analisi della destinazione dell’export toscano di prodotti agricoli, che per oltre due terzi è rivolto al mercato unico europeo e, in particolare, a Francia, Germania e Paesi Bassi, ma anche al Regno Unito post-Brexit, spiega gran parte della contrazione del 2022. Le vendite verso l’area euro si sono ridotte del 6,7% rispetto al 2021 e quelle verso gli altri paesi europei del 6,1%. In particolare, si è interrotta la serie positiva delle esportazioni verso il Regno Unito (-18,4%).

Le riduzioni dell’export verso i paesi asiatici e quelli del Nafta sono state ancora più marcate (-46,7% e -16,3%), a fronte di un unico segno positivo rappresentato dalle vendite verso i nuovi mercati del Medio Oriente (+49,5%). In Medio Oriente sono aumentate significativamente anche le esportazioni di prodotti alimentari e bevande. Pur restando un mercato ancora poco rilevante in termini di quote di mercato, la domanda di prodotti made in Italy sta aumentando.

E le importazioni? Sono cresciute ma con cautela

La Toscana, come il resto d’Italia, è una regione fortemente dipendente dall’estero per molti input e materie prime utilizzate lungo la filiera agro-alimentare. Nel 2022 la Toscana ha importato direttamente prodotti agricoli per un valore del 29,7% più elevato rispetto al 2021. Anche in questo caso l’aumento dei prezzi dilata il valore delle quantità realmente importate, il cui incremento considerato ai prezzi dell’anno precedente è stato molto più contenuto (+3,9%).

L’effetto del processo inflattivo è ancora più evidente se si osservano le variazioni trimestrali su base tendenziale. A prezzi correnti la crescita delle importazioni di tutti i gruppi di prodotto risulta positiva durante tutti i trimestri. Tuttavia, ai prezzi del 2022, dal terzo trimestre in poi le variazioni dell’import di prodotti agricoli sono lievemente negative rispetto allo stesso periodo del 2021 e la crescita delle importazioni di prodotti alimentari è rallentata notevolmente. L’acquisto di bevande dall’estero ha raggiunto un picco del +44,4% a prezzi correnti nel terzo trimestre, per poi diminuire drasticamente nel quarto. (sg)

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