Arriva nell’aula del Consiglio regionale, nella seduta del 31 maggio-1 giugno, la nota di aggiornamento della Giunta regionale al Documento di economia e finanza (Defr) 2022 che racchiude i progetti regionali da realizzare, ma questo passaggio – uno dei più importanti ai fini della programmazione economica toscana – solleva la ferma opposizione dei Comuni (rappresentati dall’Anci), delle Province (riunite nell’Upi) e del Consiglio delle autonomie locali (l’organo di rappresentanza unitaria del sistema delle autonomie locali in Consiglio regionale).
Manca la concertazione istituzionale
Gli enti locali si sono rifiutati di esprimere il previsto parere sulla nota di aggiornamento al Defr sottolineando, nell’atto ufficiale allegato alla documentazione consiliare datato 18 maggio, come la Giunta regionale non abbia effettuato la concertazione istituzionale – prevista dalla normativa regionale vigente – per illustrare le novità e il quadro economico-finanziario di contesto.
Manca anche il Prs 2021-2025
Per questo motivo Comuni e Province chiedono alla Giunta guidata dal presidente Eugenio Giani due cose: innanzitutto, che sia attivata la concertazione sul Defr prima che questo approdi in Consiglio regionale; in secondo luogo, che ci sia un confronto Regione-enti locali sugli obiettivi strategici della programmazione economica regionale, visto che “non ci risulta ancora presentato il Programma regionale di sviluppo (Prs) di legislatura, atto fondamentale di indirizzo della programmazione regionale avente respiro pluriennale”. A un anno dall’insediamento della Giunta regionale il Prs non c’è ancora, dicono gli enti locali, e noi navighiamo a vista.
I progetti regionali hanno un orizzonte annuale
Ma c’è un terzo motivo di lamento segnalato da Comuni e Province: “L’aggiornamento dei progetti regionali, che dovrebbero rappresentare la spina dorsale del Prs 2021-2025, si basa su un orizzonte annuale, mentre sarebbe opportuno avere il quadro di contesto pluriennale”.
Dunque gli enti locali sembrano bocciare la programmazione economica della Regione su tutta la linea: non solo è carente, elaborata in ritardo e guarda a un orizzonte annuale e non pluriennale, ma non è neppure stata illustrata agli enti locali. Se nulla cambierà, nell’aula del Consiglio regionale si annunciano scintille.