Cinquant’anni d’attività nei servizi informatici e digitali, decine di aziende acquisite, tre miliardi di euro di ricavi e cinquemila dipendenti: il Gruppo Sesa, fondato a Empoli nel 1973 da Paolo Castellacci, Piero Pelagotti e Giovanni Moriani e oggi quotato all’Euronext Star di Borsa italiana, continua la crescita che l’ha portato ad essere una delle realtà più grandi della Toscana, e annuncia la volontà di investire ancora 20 milioni di euro in uffici, magazzini logistici, spazi per la formazione, parcheggi.
Vincoli normativi difficili da superare in Toscana
Ma se a Milano, Bologna o Treviso – dove il gruppo ha sedi e addetti – i vincoli burocratici sono stati velocemente superati, in Toscana la telenovela dei ritardi-intoppi-difficoltà che rallentano gli investimenti è sempre uguale negli anni, ha spiegato Paolo Castellacci, presidente di Sesa, presentando a Empoli, con l’amministratore delegato Alessandro Fabbroni, il bilancio integrato consolidato (comprensivo delle performance Esg) al 30 aprile 2023, approvato oggi, 28 agosto, dall’assemblea degli azionisti insieme col bilancio d’esercizio e con la distribuzione di un dividendo pari a 1 euro per azione (era 90 centesimi l’anno scorso).
Nel Nord Italia è più facile investire rispetto alla Toscana
“Qui a Empoli, dove lavorano più di 1.000 dipendenti, vogliamo investire in un nuovo magazzino logistico da 10mila metri quadrati e in tremila mq di nuovi uffici – ha spiegato Castellacci – oltre che in una palazzina da adibire a doposcuola per chi ha ragazzi che studiano, ma spuntano sempre vincoli normativi, difficili da superare, e i tempi sono troppo lunghi, incompatibili con quelli dell’azienda. A Milano, dove abbiamo una sede di seimila mq, a Bologna e a Treviso, dove abbiamo da poco aperto tremila mq, i vincoli ci sono, ma i vari enti pubblici riescono a superarli. Nel Nord Italia se si dice di fare una cosa, si fa in tempi brevi. Qui no, c’è sempre un cavillo”.
Se i nuovi uffici di Sesa sono in fase di realizzazione, la costruzione del primo lotto (5mila mq) di magazzini logistici partirà la prossima settimana. “Stiamo crescendo, stiamo assumendo e vorremmo investire ancora di più – ha aggiunto Castellacci mostrando i cantieri in essere – ma ci vuole troppo a fare le cose qui, ci sono aspetti burocratici e ambientali che frenano”.
Un’azienda ‘umana’
Fabbroni ha sottolineato come il gruppo abbia proprietà italiana e paghi le tasse al 99% in Italia, e come sia sempre più attento alla sostenibilità ambientale e sociale, oltre che economica. Dai microfinanziamenti a tassi agevolati per comprare l’auto o i mobili, che i dipendenti possono attivare con Credit Agricole grazie alla garanzia data dalla Fondazione Sesa (e grazie agli stretti rapporti nati da una partnership industriale Credit Agricole-Gruppo Sesa), fino ai buoni sconto per i figli dei dipendenti o all’asilo aziendale, l'”assistenza” alle persone resta una delle caratteristiche di Sesa. “Siamo un’azienda ‘umana’”, sottolinea Castellacci. Mentre Fabbroni riepiloga i traguardi ambientali raggiunti: un terzo del fabbisogno energetico del gruppo è coperto dall’autoproduzione da fonti rinnovabili (1,3 milioni di kilowattora); le emissioni pro-capite di Co2 sono diminuite del 10% nel 2023; i rifiuti pro-capite sono scesi del 27%. L’obiettivo della carbon neutrality resta fissato al 2030, in linea con l’Agenda delle Nazioni Unite.
La capogruppo ha ottenuto la certificazione sulla parità di genere
Sesa spa nel 2023 ha ottenuto la certificazione sulla parità di genere che valuta le azioni intraprese per creare un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità e che sostenga la parità di genere. Tra i dipendenti del gruppo le donne sono ancora la metà degli uomini, ma il problema si lega alla minor attrattività che le discipline Stem (Scienze, tecnologie, ingegneria, matematica) hanno sul fronte femminile in Italia: “E pensare che le donne sono più brave degli uomini a programmare o a fare l’analista infor.matico: peccato che se ne trovino poche”, commenta Castellacci.
Silvia Pieraccini