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30 aprile 2024

Export 2023: i “vecchi” distretti frenano (-3,5%), la farmaceutica vola (+38,8%)

Intesa Sanpaolo calcola un +4,4% aggregato a prezzi correnti: finito il rimbalzo post-Covid, la sfida è sugli investimenti.

Leonardo Testai

Arriva dal Monitor di Intesa Sanpaolo la conferma di un 2023 d’oro per l’export della farmaceutica toscana, e più difficile per altre produzioni tradizionali del manifatturiero regionale. Se infatti i distretti tradizionali, secondo il rapporto presentato a Firenze, accusano un -3,5% anno su anno prendendo in esame i dodici mesi del 2023, il cosiddetto Polo farmaceutico toscano fa segnare un lusinghiero +38,8%.

Aggregando distretti e poli tecnologici Intesa Sanpaolo calcola esportazioni complessive per 31,2 miliardi di euro, dato in crescita del +4,4% e dunque più alto della media italiana (+2,3%). Si tratta però di dati a prezzi correnti, in un contesto ancora condizionato da un’inflazione ben sopra i livelli pre-2022, e in attesa di riscontri sull’inizio 2024 con i problemi della crisi di Suez. Per un confronto, il +5,4% dell’export regionale 2023 a prezzi correnti calcolato dall’Irpet si ridimensiona a un più modesto +1,2% a prezzi costanti.

Frena la moda (ma non l’oreficeria)

Il sistema della farmaceutica toscana, con 7,8 miliardi di export, nel 2023 ha superato il distretto tradizionalmente in testa alla classifica del valore assoluto: la pelletteria e calzature di Firenze, che cede un 12,5%, scendendo a 6,1 milioni di euro. Ma non è l’unico distretto in ribasso all’interno del sistema moda toscano, le cui esportazioni calano in un anno del 5,9%. La frenata del mercato, e in particolare di alcune grandi griffe del lusso, si abbatte così su un sistema che ad esse è profondamente legato: secondo Intesa Sanpaolo il 62% delle imprese del distretto pelletteria-calzature di Firenze è fornitrice di capofila del lusso, dato che sale all’80% nella pelletteria-calzature di Arezzo.

Nel sistema moda va in controtendenza positiva l’oreficeria di Arezzo (3,49 milioni di euro esportati, +9,4%) che ha raddoppiato le vendite in Turchia (761 milioni nel 2023), divenuta primo mercato di sbocco sopravanzando gli Emirati Arabi Uniti. Positive anche le performance del comparto dei mezzi di trasporto (nautica di Viareggio +19,8%, camperistica della Val d’Elsa +35%), mentre a Lucca flettono il cartario (-11,9%), e le macchine per l’industria cartaria (-17,2%). Il distretto del marmo di Carrara ha registrato una contrazione del -7%. Luci e ombre nell’agroalimentare: l’export di olio prodotto, trasformato e imbottigliato in Toscana cresce del 18% e lambisce il miliardo di euro, mentre i vini dei colli fiorentini e senesi accusano un -5% scendendo a 850 milioni.

Questi risultati 2023 mutano il quadro dei principali mercati di sbocco dell’export distrettuale dalla Toscana. Il rallentamento del sistema moda fa sì che la Svizzera (2,6 miliardi, -48%), grande polo logistico delle maison, venga sopravanzata dagli Usa (6,3 miliardi, +29,6%) e dalla Francia (4,3 miliardi, +9,4%), in una top 5 completata da Germania (+9,9%) e Cina (+11,3%). Incrementi in doppia cifra anche per Turchia (+74,7%), Polonia (+10,6%), Hong Kong (+32,2%) e Giappone (+15,6%), con un exploit del Belgio (+129,5%).

“Investiamo troppo poco nelle nostre imprese”

L’incremento dell’export, seppur più modesto che in passato, “ci dà ancora una volta la misura della grande capacità competitiva a livello internazionale del mondo della manifattura toscana”, afferma Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo. “E’ chiaro che oggi abbiamo un contesto di incertezza geopolitica – ammette – che di per sé potrebbe indurre a rallentare gli investimenti, l’innovazione di prodotto e di processo, ma noi crediamo che questo processo debba proseguire, forti anche del fatto che le incertezze geopolitiche sicuramente debbano costituire un elemento di valutazione, ma così anche gli elementi di contesto come le incentivazioni derivanti dalla transizione 5.0 e dai progetti del Pnrr che in questo momento sono disponibili, e che possono incoraggiare un ulteriore salto di qualità e di competitività delle nostre aziende”.

E’ ancora più radicale nell’analisi Alessandro Sordi, vicepresidente di Confindustria Toscana Centro e Costa. “Abituiamoci all’incertezza, nonostante tutto il mondo sta andando avanti”, sostiene, osservando che “i prezzi dell’energia probabilmente non torneranno ai livelli pre-Covid, non avremo più tassi negativi come ai tempi del Quantitative easing della Bce, logistica e trasporti hanno aumentato tantissimo i costi. Ma ci sono distretti che hanno lavorato bene negli ultimi anni e hanno sfruttato il rimbalzo post-pandemico che ora andiamo ad archiviare. Dobbiamo dare un messaggio di ritorno agli investimenti: la patrimonializzazione delle imprese è alta, la liquidità è tantissima, a questo punto è il momento di cogliere le opportunità che le sfide globali ci pongono. Non stiamo investendo nelle nostre aziende, o investiamo troppo poco”.

“Avete mai giocato a Sim City?”

E in attesa dei frutti del Pnrr (“i risultati economici sulle aziende li vedremo nel corso del 2024 e del 2025”, prevede Sordi), c’è anche un appello alla politica, impegnata ora nel rinnovo di molte amministrazioni comunali a giugno, in una campagna elettorale dove i temi economici appaiono poco presenti. “Bisogna che la parte economica venga presa in considerazione, è sicuramente un elemento imprescindibile di qualsiasi scelta politica”, rimarca il vicepresidente di Confindustria Toscana Centro e Costa, “poi sui programmi che faranno i vari candidati vedremo bene come leggerli e capiremo dopo come commentarli, se necessario anche criticarli”.

Per attrarre le imprese sul territorio, sostiene, c’è bisogno di “scelte infrastrutturali e politiche, perché alla fine è anche quello un elemento fondamentale. Per attrarre gli imprenditori, la ricerca e lo sviluppo devi poter avere città accoglienti per le persone che lavorano e che pensano i prodotti”. Il buon esempio, dice un Sordi più serio che faceto, lo può dare anche un videogame: “Avete mai giocato a Sim City? Basta giocarci, e si capisce come si fa a vincere: bisogna costruire infrastrutture, tenere un livello di tassazione giusto ed equo per lo sviluppo, e mettere aziende in parallelo con la produzione di energia e il risparmio energetico. Tutto questo attira persone, imprenditori, investimenti”.

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Leonardo Testai

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