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Territorio

13 giugno 2023

Pitti Uomo brilla e aspetta il restyling della Fortezza

A metà luglio via ai lavori da 26 milioni per il nuovo padiglione Bellavista: dureranno più di due anni. Tornano i buyer dalla Cina.

Leonardo Testai

Con il ritorno a Firenze (in numeri piuttosto contenuti, a dire il vero) dei buyer dalla Cina e dall’Estremo Oriente, e con la forza degli 825 marchi in vetrina, l’edizione numero 104 di Pitti Immagine Uomo si è aperta alla Fortezza da Basso sotto il segno dell’ottimismo, e del sollievo rispetto agli anni del Covid che sembravano mettere in pericolo l’esistenza di simili fiere. Anche se ai numeri di buyer del pre-Covid si potrebbe non tornare mai, per l’evoluzione delle catene distributive; e anche se la cerimonia inaugurale si è svolta in tono minore, complice l’assenza dei due ospiti più attesi – il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, e il sindaco di Milano Beppe Sala – per via della scomparsa di Silvio Berlusconi.

Oltre due anni per il nuovo padiglione Bellavista

Sarà l’ultimo Pitti Uomo prima dell’inizio dei lavori per il restyling della Fortezza. Il sindaco Dario Nardella ha annunciato che sabato 15 luglio partiranno i lavori del padiglione Bellavista, primo vero atto della riqualificazione del polo espositivo. “Un progetto bellissimo – ha detto -: 800 giorni di lavori, 26 milioni di investimento, in un budget complessivo di 70 milioni”. Nardella ha spiegato che “abbiamo condiviso un cronoprogramma con Firenze Fiera e Pitti Immagine per garantire la continuità dell’attività delle manifestazioni di Pitti, con la riqualificazione del polo fieristico più bello del mondo”.

Il sindaco ha ammesso che sarà un lavoro complesso, dovendosi sviluppare di pari passo con l’attività fieristica ordinaria: da qui l’auspicio “che Pitti Immagine e il Cfmi ci aiutino nella ricerca delle migliori soluzioni tecniche possibili”. Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine, risponde presente: “Faremo sicuramente un bel lavoro insieme”, e “alla fine dei lavori saremo tutti felici di avere una struttura supermoderna e superefficiente”. Più tranchant Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia: “Abbiamo tutti avuto i muratori per casa – ha detto – sappiamo cosa vuol dire, sarà un disastro”. E però, osserva, “frequento il Pitti da tanti anni, ma la sensazione che più mi resta al di là della qualità della manifestazione è la capacità di questa fiera di reinventarsi: data per morta più di una volta, è stata capace di rigenerarsi tutte le volte”.

Tornano i buyer dall’Oriente (ma non solo)

In attesa dei calcinacci e dei ponteggi, con Pitti Uomo Firenze celebra di nuovo il suo rito biennale di capitale mondiale della moda maschile. “Sono tornati i buyer cinesi e dell’Estremo Oriente”, afferma Matteo Zoppas, presidente di Ice, spiegando che l’attività di incoming dell’agenzia porta a Firenze 350 buyer e oltre 200 giornalisti. Non solo Cina, ma anche “operatori provenienti dall’Africa – sottolinea – e da altri Paesi in via di sviluppo come Vietnam e Indonesia. Nazioni su cui Ice ripone grande attenzione poiché, accanto ai classici mercati di riferimento come Francia, Stati Uniti, Svizzera, Germania, sono e saranno strategiche per permettere alle nostre imprese di ritagliarsi il loro ruolo da protagoniste nel mondo”.

Gli effetti dell’overtourism, dopo la forzata pausa pandemica, si sentono anche qui. “I voli sono aumentati in un modo incredibile – osserva De Matteis -, i prezzi degli alberghi in città sono schizzati, però cerchiamo di fare accordi per queste manifestazioni per cui chi vuole venire non deve spendere una cifra enorme”. Le polemiche dei residenti per i disagi alla viabilità, e alla fruizione degli spazi cittadini, rimangono sullo sfondo. “Bisogna riuscire a far convivere le esigenze dello spazio espositivo e della città – ha affermato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – quindi ci sono degli impegni da gestire, ma mi pare che si sia sempre fatto, lo stiamo facendo anche adesso, la città gira come sempre”.

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Leonardo Testai

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