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Startup

31 luglio 2023

Open innovation nell’agroalimentare, Crédit Agricole lancia il progetto Innesti

L’obiettivo è connettere una decina di eccellenze imprenditoriali toscane del settore con le migliori startup innovative.

Leonardo Testai

Roberto Ghisellini, condirettore generale di Crédit Agricole Italia, e Massimo Cerbai, Responsabile della Direzione regionale Toscana-Umbria.

Connettere una decina di eccellenze imprenditoriali del settore agroalimentare in Toscana con le migliori startup innovative e i centri di ricerca: questo è l’obiettivo di Innesti, il nuovo progetto di Crédit Agricole Italia per l’Open Innovation, promosso dall’istituto con Polo Tecnologico di Navacchio e Le Village by Ca Parma – l’acceleratore di Crédit Agricole -, e patrocinato dalla Regione Toscana e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Un progetto che, secondo quanto ha annunciato l’istituto, sarà ripetuto anche in settori diversi dall’agroalimentare.

Innesti nasce dal lavoro sviluppato in questi ultimi mesi del Comitato territoriale della Toscana di Crédit Agricole, guidato da Marco Bassilichi, assieme al Polo di Navacchio e il Village di Parma. “L’idea è quella di lavorare assieme a una decina di aziende partner, non di più – ha affermato Roberto Ghisellini, condirettore generale di Crédit Agricole Italia -, per creare un lavoro di sintesi alla ricerca delle startup innovative del settore agroalimentare su cui innestare, trovare dei progetti che siano utili, fattivi, concretamente utilizzabili per il mondo dell’agroalimentare e per l’esigenza dei partner”.

Saranno dunque individuate una decina di aziende partner, mettendo a fuoco le loro esigenze in base a cui fare scouting dei migliori progetti di innovazione a livello nazionale; in un percorso di 34 settimane, momenti conoscitivi tra le imprese partecipanti e le startup selezionate, per favorire il networking e creare esclusive opportunità di business, condurranno alla selezione delle migliori proposte di innovazione da parte dei partner.

In vista nuovi progetti su università e moda

“L’Italia ha un ritardo nell’utilizzo delle tecnologie digitali nelle imprese tradizionali – sottolinea Andrea Di Benedetto, presidente esecutivo del Polo di Navacchio -, ma è proprio il Made In Italy che potrebbe trarre i benefici maggiori dall’innovazione. La sfida che il Polo Tecnologico sta portando avanti è quella di portare l’innovazione anche nelle Pmi più tradizionali, perché siamo convinti che è su queste imprese che si potrà fare la differenza ancor più che nelle grandi. Il Polo, infatti, aggrega le tecnologie delle startup, dei centri di ricerca e delle aziende innovative, di cui la Toscana è estremamente ricca. Un’alleanza tra il mondo dell’innovazione e quello della produzione porterà grandi benefici ad entrambi, accelerando i processi di innovazione delle aziende tradizionali”.

E se agricoltura e cibo sono stati individuati come i settori più iconici, che potrebbero trarre i maggiori benefici da questa contaminazione, “il progetto potrà essere applicato in altri settori”, sottolinea Ghisellini. “Ogni Comitato territoriale, nelle regioni in cui lavora – spiega -, lo fa su dei progetti legati alle iniziative alle esigenze del territorio. Sulla Toscana ci saranno altri progetti in altri settori: oltre all’agroalimentare, prossimamente presenteremo un progetto legato al mondo universitario, e stiamo lavorndo su un progetto molto più complesso, intrigante, e di carattere nazionale, che riguarda il mondo della moda”.

Due fondi di private equity per le medie imprese

Crédit Agricole in Toscana ha una squadra di 900 persone – e 30 assunzioni nel 2022 -, con un’età media di 49 anni, impegnati in 86 filiali sul territorio, e una quota di mercato del 6%. “La Toscana è una regione importante su cui stiamo investendo, e vogliamo continuare a investire”, ha spiegato Ghisellini, che nei giorni scorsi ha anche lanciato due fondi di private equity per l’investimento diretto nel capitale di medie imprese. Il fondo ‘Ambition Agri Agro Investissement’, dedicato proprio all’agroalimentare, ha una dotazione di 300 milioni di euro, mentre il fondo Apei ha un target size di 100 milioni ed è rivolto agli altri settori.

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Leonardo Testai

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