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12 dicembre 2023

L’olio Toscano Igp festeggia 25 anni e guarda ai nuovi impianti intensivi

La certificazione ha aumentato trasparenza e tutela. Ma ora c’è bisogno di aumentare la produzione e la remunerazione del business.

Silvia Pieraccini

L’olio Toscano Igp festeggia 25 anni di vita con due certezze: la prima è che la certificazione europea – una Igp (Indicazione geografica protetta) ma con la stessa forza di una Dop, perché il disciplinare di produzione prevede una filiera interamente toscana – ha fatto crescere in qualità tutta l’olivicoltura della regione, stimolando una cultura della tutela e della trasparenza; la seconda certezza è che la scarsità di olio toscano, non solo in questa annata particolarmente ‘magra’ (-30%) ma in generale nella produzione regionale, impone di valutare con attenzione i nuovi impianti di olivicoltura semintensiva che si stanno diffondendo in vari territori.

Ottomila olivicoltori, circa 2.500 tonnellate di olio certificato all’anno

I 25 anni dell’olio Toscano Igp sono stati festeggiati l’11 dicembre nella sede della Giunta regionale toscana, in piazza Duomo a Firenze, alla presenza della vicepresidente e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi e dei vicepresidenti del consorzio di tutela, Giampiero Cresti e Paolo Di Gaetano, che hanno presentato anche un panettone artigianale fatto con l’olio extravergine al posto del burro.

Oggi il consorzio dell’olio Toscano Igp associa ottomila imprese olivicole e, negli ultimi dieci anni, ha certificato una media di 2.500 tonnellate di olio all’anno (erano 4.400 tonnellate nel 2008). In questa ultima campagna la stima è di scendere sotto le 1.900 tonnellate. La certificazione ha spinto anche l’export, oggi al 70%, determinando una migliore remunerazione del prodotto, che ha un prezzo al pubblico a partire da 18 euro al litro. “L’Igp ha alzato il livello di tutela e ridimensionato fortemente il vergognoso fenomeno della moltiplicazione dell’olio toscano – affermano i vicepresidenti del consorzio – dando ai consumatori gli strumenti per distinguere un olio certificato, al 100% toscano, da uno di provenienza dubbia e oggetto di frodi”. Un fenomeno che con la nuova riforma delle indicazioni geografiche – spiega il consorzio – potrà essere contrastato con ancora maggiore efficacia anche nel commercio online, che è la nuova frontiera delle truffe per le produzioni a indicazione geografica.

Gli oliveti intensivi con varietà toscane

Sul fronte produttivo, la nuova sfida sarà la modernizzazione delle tecniche, diretta ad aumentare le quantità di olio e a migliorare la remuneratività del business. Per far questo stanno diffondendosi anche in Toscana coltivazioni intensive e superintensive, da 500 a 2.000 piante per ettaro sistemate come filari, su terreni pianeggianti (soprattutto in Maremma e in Valdichiana), che hanno il vantaggio di permettere la raccolta meccanizzata, e dunque di abbattere i costi, ma hanno bisogno di irrigazione. Tra i gruppi che stanno investendo in questo senso ci sono Antinori, Frescobaldi, Monini, ArteOlio, l’imprenditore Rocco Delli Colli. Agli oliveti intensivi guarda anche il consorzio dell’Igp Toscano ma con un ‘distinguo’: l’utilizzo di varietà toscane (e non spagnole, non previste dal disciplinare). “La produzione di olio è scarsa e noi abbiamo bisogno di incrementarla – ha spiegato il presidente del consorzio, Fabrizio Filippi – i nuovi impianti a filari, se fatti con varietà toscane, possono servire a produrre olio Igp Toscano e a rendere stabili le quantità”.

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Silvia Pieraccini

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