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Formazione

19 dicembre 2022

Incidenti sul lavoro, Confindustria e Regione unite per la prevenzione

Secondo il rapporto Cerimp, la situazione è gradualmente migliorata negli anni (ma non per gli infortuni in itinere).

Matilde Nardi

Confindustria Toscana e la Regione uniscono le loro forze per sensibilizzare la comunità sociale – imprese e lavoratori, con un’attenzione particolare ai giovani – circa la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Frutto di questa sinergia è il rapporto elaborato dal Cerimp, centro di riferimento regionale per gli infortuni e le malattie professionali, che fa riferimento al quinquennio 2015-2020, presentato a Firenze alla presenza di Patrizia Alma Pacini, presidente della commissione formazione e cultura di Confindustria Toscana e di Simone Bezzini e Alessandra Nardini, assessori regionali rispettivamente alla sanità e al lavoro.

A livello regionale, spetta al Cerimp occuparsi di elaborare i dati relativi ai rischi e ai danni da lavoro con particolare attenzione agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali. Il rapporto si focalizza sulle differenze tra più settori toscani, rispetto alle altre regioni, al paese e all’Unione Europea: ed emerge come tra il 2015 e il 2020, gli infortuni più numerosi coinvolgano il settore delle costruzioni e a seguire, in ordine decrescente, l’industria, il commercio e infine i servizi. Nonostante ciò, a causa della pandemia, il 2020 viaggia in controtendenza, dato che il settore dei servizi – in cui è ricompresa la sanità – ha registrato un tasso di incidenza infortunistica più elevato rispetto a quello riscontrato nell’industria.

Resta comunque il comparto delle costruzioni a registrare il tasso di incidenza più alto di infortuni mortali, al quale seguono, in ordine decrescente, industria e agricoltura. Spostando lo sguardo sul settore manifatturiero regionale, emerge dai dati come esso registri un tasso grezzo di infortuni sul lavoro più basso rispetto al dato nazionale. Di contro, il comparto manifatturiero registra un dato leggermente più alto, rispetto a quello nazionale, nel settore delle costruzioni e in quello dei trasporti e del magazzinaggio.

Una situazione gradualmente migliorata nel tempo

Proprio nella manifattura, così come nelle costruzioni e nel comparto del trasporto e magazzinaggio, in Toscana il tasso degli infortuni gravi sul lavoro – ovvero quelli con almeno 40 giorni di prognosi o un grado di invalidità permanente – risulta simile al dato nazionale. In Italia, dove la maglia nera per incidenti sul lavoro spetta all’area Nord-est mentre quella bianca va al Sud e alle isole, la Toscana occupa, assieme al Centro e al Nord ovest, una posizione intermedia per i tassi standardizzati di infortunio sul lavoro ed una medio-bassa per quelli mortali.

In questo quadro, i numeri certificano una situazione migliorata gradualmente nel tempo nella regione, poiché gli infortuni, in numeri assoluti (sia denunciati che riconosciuti), sono diminuiti nettamente nel ventennio 2000-2020, stabilizzandosi tra il 2015 e il 2020, con una quota fra i 49mila e i 51mila infortuni denunciati e fra i 27mila e i 30mila riconosciuti nel pre-pandemia. Nello specifico, gli infortuni gravi appaiono più stabili nel ventennio 2000-2020 e segnano un’evidente tendenza alla diminuzione nel periodo 2015-2020. Anche per gli infortuni mortali si riscontra un declino progressivo, più ampio, nello stesso periodo.

I dati relativi invece agli infortuni in itinere – ovvero quelli subiti durante lo spostamento da casa al luogo di lavoro e viceversa – risultano stabili, malgrado fossero notevolmente aumentati all’inizio del millennio. Il numero va dai 7mila ai 9mila denunciati, e intorno ai 5mila riconosciuti nel periodo 2015-19. Nello specifico, rapportando gli infortuni alle fasce d’età e relativizzando il tasso di incidenza in base alla consistenza del gruppo considerato, sembrerebbe – è d’obbligo usare il condizionale, giacché si tratta di un dato dubbio secondo gli analisti – che il tasso di incidenza più elevato riguardi la fascia d’età 15-24 anni.

In numeri assoluti, si aggiudica il primato della fascia più colpita dagli infortuni quella compresa tra i 45 e i 54 anni. Per gli infortuni gravi e mortali, la fascia d’età si sposta ancora di più verso l’alto. Riguardo il genere delle vittime di infortuni, ad eccezione del 2020, emerge dalla statistica che si infortunano di più gli uomini rispetto alle donne. L’eccezione si spiega con la decisione dell’Inail di riconoscere il contagio da Covid-19 come infortunio solo se avvenuto sul luogo di lavoro: risulta evidente infatti come tra gli operatori sanitari – le figure più esposte al virus – le donne siano più numerose degli uomini.

Confindustria vara un progetto per la cultura della sicurezza

“Questo report sul fenomeno infortunistico redatto con la Regione Toscana – sostiene Pacini – è solo la base di partenza di un più ampio progetto che porteremo avanti”. Lo scopo, spiega, è quello “non solo di individuare eventuali aree di criticità per indirizzare al meglio interventi finalizzati ad accrescere la sicurezza nelle aziende e la realizzazione di progetti educativi ed informativi in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro”. Per questo motivo, annuncia l’imprenditrice, “come prima iniziativa abbiamo realizzato un opuscolo informativo in materia di sicurezza sul lavoro, che metteremo a disposizione delle aziende soprattutto per i giovani in ingresso nelle imprese, insieme alla formazione prevista. Vorremmo poi estendere in seguito la distribuzione anche fra i ragazzi degli istituti superiori”.

“In modo coordinato con l’ispettorato del lavoro e le altre istituzioni che si occupano di sicurezza, il sistema sanitario porta avanti l’attività di controllo – ha aggiunto l’assessore Bezzini – con 500 operatori che realizzano ogni anno non solo i progetti speciali per la sicurezza, ma anche 15mila controlli nelle aziende e 5mila controlli nei cantieri. Questo dà il senso di un impegno importantissimo che la Toscana porta avanti per promuovere salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

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Matilde Nardi

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