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Scuola

17 agosto 2023

Università di Pisa tra i primi 200 atenei al mondo

La classifica dell’ARWU ha stabilito che l’Istituto pisano si colloca in ottima posizione, subito dopo la Sapienza di Roma.

L’Università di Pisa si conferma al vertice in Italia e tra i primi 200 atenei nel mondo nell’Academic Ranking of World Universities (ARWU), la classifica elaborata dalla Shanghai Ranking Consultancy, una delle più note agenzie di rating internazionale per la valutazione di università ed enti di ricerca. Quest’anno l’Ateneo pisano si conferma tra il 151° e il 200° posto su scala mondiale, subito dopo La Sapienza di Roma (che è tra il 101° e il 150°) e con le Università di Milano e Padova. Tra 201° e 300° seguono poi le Università di Bologna, Napoli “Federico II”, Torino e il Politecnico di Milano.

La numero uno è sempre l’Università di Harvard

Sono state oltre 2.500 le università scrutinate complessivamente dall’agenzia asiatica e di queste soltanto 1.000 sono rientrate in classifica, con 40 presenze italiane. Al primo posto mondiale rimane l’Università di Harvard, seguita dalla Stanford University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT). La top ten globale è interamente dominata da atenei degli Stati Uniti, ad eccezione degli inglesi Cambridge, quarto, e Oxford, settimo, con Parigi e Zurigo uniche presenze non anglosassoni tra le prime 20. Il ranking ARWU è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori dell’università (Award), il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo (Hi-Ci), le pubblicazioni su “Nature & Science” (N&S), le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (PUB), più il rapporto tra i precedenti cinque parametri con lo staff accademico, ovvero una specie di produttività di pro-capite (PCP).

Il prorettore: “Orgogliosi dei risultati italiani”

“Preferisco tra tutti il ranking ARWU – ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone – perché è basato su dati oggettivi e immutati da venti anni: nessun sondaggio, piccole variazioni nella classifica di anno in anno, trascurabili possibilità di manipolazione. Ha anche tanti difetti, intendiamoci: misura solo la ricerca e favorisce le università più grandi, perché il 90% dei punti vengono dati su valori aggregati. Vorrei essere ottimista. Prima di tutto, il sistema universitario nazionale è forte. Su 33mila università in tutto il mondo, ARWU classifica le principali 2500, e di queste 40 tra le prime 1000 sono italiane, praticamente quasi la metà delle università pubbliche. Lo stesso numero della Germania, che ha il 40% di popolazione in più e il 65% di PIL in più. Dove l’Italia è assente è al top, per un sistema di distribuzione delle risorse poco concentrato. La seconda: l’Università di Pisa, con Milano Statale e Padova, è nella fascia tra il 150° e il 200° posto (la Sapienza di Roma ancora meglio nella fascia 101°-150° posto, anche per il recente Nobel di Parisi). Come fa Pisa, che pure è più piccola delle altre? Due punti: anche grazie alla Normale sono stati studenti dell’Università di Pisa alcuni Nobel e medaglie Fields (Alessio Figalli tra i più recenti). E poi una produttività scientifica procapite migliore di chi ci precede in Italia”. (sg)

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