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01 marzo 2024

Tar Toscana, il 9 maggio si decide sugli affitti brevi a Firenze

Da urbanistica ed edilizia un terzo del contenzioso 2023. Carenze di organico limitano lo smaltimento dell’arretrato.

Leonardo Testai

Urbanistica ed edilizia continuano a fare la parte del leone per quanto riguarda il contenzioso amministrativo in Toscana: nel 2023 le controversie relative alla gestione e alla tutela del territorio hanno costituito il volume più rilevante di cause trattate dal Tar della Toscana, quasi un terzo del totale, con 193 controversie in materia di urbanistica e 251 in tema di edilizia. Alcune delle controversie affrontate nel 2023 hanno riguardato pannelli fotovoltaici, parchi eolici, antenne per la realizzazione della telefonia 5G. Ma l’appuntamento più atteso del 2024 è quello del 9 maggio, quando in udienza saranno trattati i ricorsi contro il provvedimento del Comune di Firenze teso a limitare gli affitti turistici brevi nell’area Unesco del centro storico.

L’obiettivo, in questo caso, è quello di arrivare a un’unica sentenza. “Trattandosi di cause pendenti non posso parlarne”, ha sottolineato il presidente del Tar Toscana, Roberto Pupilella, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo a livello regionale. “Il giudice amministrativo – ha detto – viene infatti sempre più coinvolto come bussola per orientare la politica nelle scelte, nel caso di specie, tra diritto allo studio, minato dai costi improponibili per gli alloggi delle grandi città ed i principi e le regole che disciplinano il governo del territorio, il turismo ed il diritto di proprietà. Che il problema dei costi degli alloggi per gli studenti fuori sede siano proibitivi e minaccino il diritto allo studio lo ha detto il presidente Mattarella”.

“Sugli appalti il fine non giustifichi i mezzi”

Pupilella ha inoltre espresso qualche preoccupazione per le conseguenze del nuovo Codice degli appalti, dopo che nel 2023 in Toscana la materia ha visto un piccolo incremento del contenzioso amministrativo – sulla vecchia disciplina – rispetto al 2022, arrivando a 120 controversie, delle quali circa 90 già definite. “I tre principi del risultato, della fiducia e dell’accesso al mercato vorrebbero essere dei binari che garantiscano le amministrazioni e i partecipanti alle gare pubbliche”, ha detto il presidente del Tar Toscana, ma “la mia preoccupazione è che questi tre principi del codice possano essere letti come ‘il fine giustifica i mezzi’, mentre l’accesso viene sacrificato rispetto all’accelerazione dell’opera pubblica: e che quindi, una volta che l’opera è aggiudicata, tutto è risolto”. Al contrario, secondo Pupilella, la discrezionalità amministrativa “non può essere sottratta alla verifica della correttezza dell’operato della Pa”.

I ricorsi pendenti al 31 dicembre 2023 al Tar della Toscana sono 3.581, solo quattro in meno rispetto a fine 2022 (3.585), ma comunque in un trend di calo dai 6.139 del 2017 a oggi. I ricorsi pervenuti sono stati 1.532, in calo rispetto ai 1.700 del 2022: quelli definiti sono stati 1.536, anch’essi in flessione (1.919 dodici mesi prima). In merito agli esiti del contenzioso, “in genere il 75-78% delle cause vengono definite in primo grado e non vengono appellate”, ha detto Pupilella. “Del 25-22% che rimangono – ha aggiunto – solo il 7-10% non viene confermato” in secondo grado, “quindi diciamo che le nostre sentenze hanno un grado di stabilità del 90% o anche un po’ di più”.

“Siamo sotto organico, speriamo nei concorsi”

“Se noi fossimo a pieno organico riusciremo a smaltire molto più arretrato”, ha spiegato il presidente del Tribunale, ricordando che “abbiamo avuto come giustizia amministrativa l’obbligo di eliminare il 70% delle pendenze accumulate fino al 31 dicembre 2019”, secondo un obiettivo del Pnrr, “e questo lo possiamo fare se abbiamo delle udienze straordinarie, come erano state finanziate, con il personale che abbiamo; oppure, se ci dessero la dotazione organica che dovremmo avere di diritto, e che invece è mancante. Dunque, ha concluso il presidente del Tar Toscana, “speriamo nei concorsi”, che però “non riescono mai a coprire il numero di posti che vengono banditi”.

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Leonardo Testai

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