8 maggio 2024

Logo t24Il quotidiano Economico Toscano
menu
cerca
Cerca
Impresa

17 marzo 2022

Savio Firmino traccia la produzione con la blockchain

L’azienda familiare fiorentina, specialista dell’arredamento classico, innova e guarda a nuovi mercati.

Silvia Pieraccini

La storica azienda fiorentina Savio Firmino – uno degli specialisti dell’arredamento classico made in Italy d’alta gamma, a forte contenuto artigianale – introduce un innovativo sistema di tracciamento che risponde a due esigenze: garantire al cliente l’autenticità del prodotto e garantire anche la produzione in Italia, in larghissima parte realizzata all’interno dello stabilimento di Scandicci.

La blockchain per rendere immodificabili i documenti

Il sistema utilizzato si chiama Apuana Tracking (è sviluppato in collaborazione con l’azienda Apuana Corporate che l’ha pensato per la filiera del marmo) e consiste nel controllo incrociato di due chip Nfc, uno integrato nel prodotto – sedia, mobile, letto – e uno associato al certificato di garanzia cartaceo fornito con lo stesso prodotto. Basta avvicinare uno smartphone al chip integrato nell’oggetto d’arredo per aprire automaticamente una pagina web con le informazioni di dettaglio: certificato di conformità, disegno tecnico, conferma dell’ordine. Per garantire la veridicità di questi dati entra in gioco un sistema di blockchain Ethereum, su cui sono depositati in maniera criptata e immodificabile i documenti relativi ai materiali utilizzati per la produzione e le fasi di lavorazione che l’oggetto ha subìto.

“Siamo stati la prima azienda italiana dell’arredamento ad utilizzare un sistema di questo tipo – spiega Gregorio Savio, che guida l’azienda col fratello Cosimo e col padre Guido – anche perché avevamo un problema reale e armi spuntate: il letto 1696, che è il nostro prodotto-icona, viene copiato dalla Cina alla Turchia, ma a volte è difficile far capire che l’originale è proprio il nostro”.

Russia e Ucraina in calo a causa della guerra

L’azienda, che con i marchi Savio Firmino, Savio Interiors e Chelini ha fatturato 9 milioni di euro nel 2021, per il 90% all’export, con una cinquantina di dipendenti, si trova ora ad affrontare il calo di vendite in Russia e Ucraina, mercati che valgono circa il 45% dei ricavi e che, con lo scoppio della guerra, si sono fermati. “In questa situazione dobbiamo guardare ad altri sbocchi – dicono i titolari – e gli unici mercati che potrebbero sostituire la Russia sono Paesi africani come la Nigeria o il Congo. La Cina è un mercato troppo competitivo e difficile per un’azienda delle nostre dimensioni, mentre gli Stati Uniti ci stanno dando soddisfazioni grazie anche al nostro ufficio di rappresentanza a Miami”.

Innovare lo stile classico

Proprio per venire incontro alle esigenze del mercato, Savio Firmino ha cominciato a innovare lo stile classico, inserendo un tocco contemporaneo, e col marchio Chelini sta lavorando a una nuova linea contemporanea per camere e living che sarà presentata nel 2023. Il progetto di aprire negozi propri, invece, resta nel cassetto: “Ci vorrebbe un partner con cui svilupparlo – conclude Gregorio Savio – perché richiede investimenti consistenti”. Intanto l’azienda parteciperà a Homo Faber, la mostra dedicata all’artigianalità che si terrà a Venezia, sull’isola di San Giorgio, dal 10 aprile al 1 maggio.

Autore:

Silvia Pieraccini

Potrebbe interessarti anche

Articoli Correlati


Impresa

08 maggio 2024

I crediti incagliati del Superbonus pesano ancora sulle imprese toscane

Leggi tutto
Impresa

08 maggio 2024

Monnalisa riporta la governance in famiglia

Leggi tutto
Impresa

07 maggio 2024

Sicurezza, prevenire è meglio: bando Isi 2023 di Inail, 49 milioni di incentivi alle aziende

Leggi tutto

Hai qualche consiglio?

Scrivi alla nostra redazione

Contattaci