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Territorio

17 gennaio 2023

Pitti Bimbo porta a Firenze 230 marchi e spinge la moda junior

I produttori di abbigliamento per bambini sommano le difficoltà produttive a quelle di mercato. Attese dalla fiera.

Silvia Pieraccini

Un modello Monnalisa della collezione autunno-inverno 2023-2024

Un tempo si era convinti che le fiere aiutassero il rilancio di un settore. Oggi le opinioni sono diverse, alcune aziende scelgono di presentare le collezioni utilizzando canali diversi, ma la fiera resta una insostituibile occasione di scambio e di confronto tra i produttori, oltre che tra i compratori. Sarà così anche per questa 96esima edizione del Pitti Bimbo, il salone internazionale della moda junior che si apre domani, 18 gennaio (fino a venerdì 20), alla Fortezza da Basso di Firenze con 230 espositori (per il 30% si tratta di marchi italiani, per il 70% di marchi stranieri) che attendono compratori italiani e internazionali.

Per la prima volta dallo tsumani-Covid, l’edizione invernale del Pitti Bimbo torna autonoma (nel gennaio 2022 si svolge insieme con Pitti Uomo) e dunque dovrà dimostrare di poter stare in piedi, nonostante la fase congiunturale non sia delle migliori.

L’industria della moda junior è in affanno

L’industria italiana della moda junior ha chiuso il 2022 con un fatturato in calo del 3,8% sull’anno precedente, a 2.934 milioni di euro secondo le stime di Confindustria Moda. Nel 2019, prima della pandemia, i ricavi avevano toccato 3,1 miliardi di euro. Le aziende, tradizionalmente piccole e meno internazionalizzate di quelle che producono per l’adulto (se si escludono i grandi brand che realizzano anche linee da bambino), stanno faticando a trovare sbocchi all’estero (-8,8% l’export 2022, sceso a 1,19 miliardi, con un peso del 40,6% sul fatturato) e stanno faticando anche sul mercato interno, dominato dalle catene che producono, in larga parte, oltreconfine e che ormai assorbono quasi la metà del mercato. L’import 2022 si è impennato (+20%), mentre il saldo commerciale, da sempre negativo, ha superato per la prima volta -1 miliardo di euro.

Nuovi progetti per riprendere la marcia

Le difficoltà di mercato si sommano alle difficoltà produttive, dall’approvvigionamento di materie prime ai costi energetici. Ma il Pitti Bimbo è l’occasione per presentare nuovi progetti e nuove visioni: l’aretina Monnalisa, unica azienda quotata della moda junior, torna in fiera con una sfilata all’interno della Fortezza, dove esporranno nomi come l’altra aretina Miniconf (col marchio Sarabanda e le licenze Ducati e Superga), Dolce & Gabbana, Miss Blumarine, Antony Morato, Freddy, Naturino, Kickers, Rossignol, Fracomina, Mc2 Saint Barth, circondati da tanti marchi di ricerca e di nicchia. Tra il classico e la ricerca, e dunque tra la tradizione e l’innovazione, debutta l’area Smart Kids che presenta i brand che si identificano con parole come urban, streetstyle, high tech, sportswear, outdoor e indoor: una prospettiva vicina al mondo bambino – spiega Pitti – che non ha paura di mixare e di osare.

Autore:

Silvia Pieraccini

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