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22 novembre 2023

Parità di genere in azienda, la Regione mette in campo nuovi incentivi

Presentato al festival ‘La Toscana delle donne’ l’ultimo rapporto Irpet sull’occupazione femminile a livello regionale.

Leonardo Testai

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La Toscana non parte da zero per la parità di genere, ma ha ancora molta strada da fare su questioni quali l’occupazione femminile, il gap retributivo di genere, il divario nelle carriere: è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Irpet sulla condizione femminile a livello regionale, che propone un’analisi degli indicatori di mercato del lavoro dal punto di vista del genere. Il rapporto è stato al centro della giornata di martedì 21 novembre del festival ‘La Toscana delle donne’, che nel pomeriggio ha anche visto un evento dedicato a ‘Empowerment femminile e welfare aziendale’.

Incentivi per raggiungere la certificazione di parità

La novità del giorno è rappresentata dall’avviso emanato dalla Regione – con domande presentabili dal 23 novembre – per il finanziamento di piani di welfare aziendale per la conciliazione vita-lavoro, con una dotazione di 7,57 milioni di euro per il 2023-25, avviso approvato nei giorni scorsi con un decreto dirigenziale. Si tratta di misure, sostenute con fondi del Pr Fse+ 2021-2027, promosse anche nella prospettiva della certificazione di parità di genere: 182 aziende toscane, secondo i più recenti dati di Accredia presentati nell’occasione, se ne sono dotate.

L’importo massimo di progetto è di 15mila euro. Gli interventi ammissibili riguardano la definizione di un piano di welfare di conciliazione almeno annuale, l’attuazione di misure come la flessibilità oraria e organizzativa o l’attivazione di servizi di conciliazione, la costruzione di reti di welfare interaziendale o territoriale per l’attivazione di nuovi servizi di conciliazione comuni, e infine la redazione di un piano strategico orientato allo sviluppo di un ambiente inclusivo ai fini della certificazione della parità di genere.

Occupazione femminile, i gap ancora da colmare

Sebbene la Toscana registri nel 2022 un tasso di occupazione femminile pari al 62,1%, significativamente maggiore di quello italiano (52,6%), la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è ancora distante dal dato Ue (69,3%). Il differenziale tra tasso di occupazione maschile e femminile rilevato dall’Irpet è pari al 12%, e continuano a persistere i maggiori differenziali tipici del divario di genere, soprattutto guardando ai settori di attività, alle retribuzioni, al tipo di contratto, alle carriere. Le donne lavoratrici presentano carriere più intermittenti, quote più elevate di contratti part-time e sono concentrate nei settori e nelle professioni con più basse retribuzioni medie.

Tali divari persistono nonostante le donne, in particolare le più giovani, abbiano livelli d’istruzione mediamente più elevati dei loro coetanei uomini. “Nei divari di genere fra uomo e donna – ha evidenziato Natalia Faraoni di Irpet – pesano ancora i più bassi tassi di occupazione femminile, la segregazione orizzontale cioè la concentrazione delle donne in pochi settori di attività che sono quelli anche meno retribuiti: l’insegnante, l’infermiera, la segretaria, la commessa. Difficoltà delle donne a rivestire posizioni apicali e il tempo di cura, quel lavoro non retribuito che sta sulle spalle delle donne”.

Dal programma Fse+ 36 milioni per le donne

Il programma Fse+ 2021-2027, spiega la Regione, ha destinato 36 milioni di euro per interventi specificamente dedicati alle donne, articolati in varie linee: per incentivare azioni innovative a sostegno del welfare aziendale (15 milioni), percorsi di sostegno all’occupazione femminile (11 milioni), azioni di mainstreaming (9,3 milioni) e di mentoring (700mila euro). I fondi strutturali europei, insieme alle risorse regionali e alle nuove risorse che stanno arrivando e arriveranno dal Pnrr, saranno centrali per programmare azioni finalizzate a raggiungere reali pari opportunità in tutti gli ambiti, dal potenziamento delle politiche educative e del welfare, anche favorire una più equa distribuzione del tempo di cura all’interno delle coppie.

“Oggi si parla di misure per rendere più effettivo – ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana – il ruolo delle donne nella società toscana: siamo concentrati sull’economia e sulla valorizzazione di esperienze fatte da grandi imprese per mettere donne al vertice e nelle posizioni fondamentali nelle proprie aziende”. Per il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi “la parità di genere non è solo un tema di equità e democrazia, ma anche di crescita economica. Se vogliamo raggiungerla davvero dobbiamo partire dal mercato del lavoro, dalla distribuzione dei redditi e dalla ripartizione delle competenze”.

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Leonardo Testai

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