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Impresa

03 novembre 2023

Parità di genere alla sfida della certificazione (con le prime aziende, e non solo)

Ecco tutte le imprese toscane che hanno tagliato il traguardo. Con qualche sorpresa e molte potenzialità.

Silvia Pieraccini

Image by Freepik

Dalla Esanastri di Calcinaia (Pisa) alla Sesa di Empoli, dal Bagno Alcione di Forte dei Marmi alla Ruffino di Pontassieve (Firenze), comincia a diffondersi nelle aziende toscane la certificazione della parità di genere, pensata per ridurre le differenze tra uomini e donne nel mondo del lavoro: chi la ottiene garantisce le stesse opportunità di carriera, gli stessi stipendi, tutela la genitorialità e adotta politiche che favoriscono la conciliazione vita-lavoro. Un obiettivo ancora lontano in Italia: negli ultimi il tasso di occupazione femminile è salito solo di 17 punti, dal 33 al 50%; il Belpaese è al 14esimo posto in Europa nell’attuazione di politiche di genere, con un punteggio ben al di sotto della media.

Per l’accreditamento si valutano diversi parametri

Si tratta di una certificazione recente (promossa con la legge 162/2021) che deve rispettare i parametri della prassi di Riferimento Uni/PdR 125:2022 e che può essere rilasciata esclusivamente da organismi accreditati: è Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano, che accredita gli organismi deputati a rilasciare la certificazione della parità di genere (oggi sono sei, ma stanno aumentando). Per qualificare un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere si analizzano vari parametri: cultura e strategia, governance, processi, human resources, opportunità di crescita e di inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione in vita-lavoro. Ciascuna area ha indicatori qualitativi e quantitativi, e un peso percentuale. La certificazione accreditata può essere rilasciata quando è stata raggiunta la soglia minima del 60%. Sono previste agevolazioni per le organizzazioni micro e piccole, alle quali si applicano solo alcuni indicatori.

Poche finora le aziende industriali certificate

In Toscana le aziende e gli enti che hanno già ottenuto la certificazione – secondo la banca dati Accredia, sulla quale gli organismi di certificazione caricano i certificati – sono qualche decina. Poche, finora, le imprese manifatturiere: a parte il marchio di moda Gucci con le sue controllate (Gpa di Scandicci; Tiger Flex di Monsummano; Pelletteria Alessandra di Pelago; Marbella Pellami di Bientina; Luxury Goods outlet di Reggello e di Firenze; Gucci Logistica di Scandicci; Gucci Garden di Firenze; G.T. di Scandicci; Gjp di Terranuova Bracciolini; Garpe di Piancastagnaio), ci sono la Esanastri, che produce etichette adesive stampate a Calcinaia (Pisa) ; la Italpreziosi, l’azienda aretina di lingotti in oro di Ivana Ciabatti; il produttore di gioielli per i brand della moda Freschi & Vangelisti di Castel San Niccolò (Arezzo); la Sanser di San Miniato (Pisa), terzista di abbigliamento per i marchi del lusso; e poi l’oleificio Fiorentini Firenze di Colle Val d’Elsa (Siena), la Sesa di Empoli (Ict e innovazione digitale per le aziende) e il produttore di vino Ruffino di Pontassieve (che ha certificato anche la sede di Bagno a Ripoli).

La ‘carica’ dei costruttori, impiantisti e progettisti

Più nutrita è la pattuglia di costruttori/impiantisti/progettisti che hanno ottenuto la certificazione della parità di genere: si va dalla Minuto Gioacchino (edilizia civile) di Firenze alla pisana Cemes (costruzioni civili e industriali, impianti energetici, linee ferroviarie) del presidente dell’Unione Industriale Pisana Andrea Madonna; da un’altra pisana, la Giuliani Piero (costruzione strade e acquedotti) alla Mfr di Montepulciano (fornitura e posa in opera di segnaletica stradale); e ancora dalla Manutenzioni Generali Autostrade di Licciana Nardi-Massa al costruttore F.lli Fegatilli di Palaia (Pisa); dalla Nuova Seir (impianti di depurazione) di Santa Croce sull’Arno (Pisa) alla Ambiente spa (bonifiche e ripristini ambientali) di Carrara (con sede anche a Firenze); dalla Avr di Firenze (con sedi anche a Altopascio, Empoli, Pisa, Livorno), che gestisce il global service della Firenze-Pisa-Livorno alla Celfa Costruzioni di Lucca; fino alla Esa Engineering (consulenza impiantistica) di Sesto Fiorentino e alla Icr Impianti e costruzioni di Firenze.

Si affacciano le aziende di servizi, consulenti e distributori

Tra le aziende di sedrvizi sono certificate Aesse Medical (distribuzione e assistenza dispositivi elettromedicali) di Calenzano; Archa (analisi chimico-fisiche) di Ospedaletto (Pisa); azienda agricola Fratelli Buccelletti (manutenzione aree a verde) di Castiglion Fiorentino (Arezzo); Centro statistica aziendale (ricerche di mercato) di Firenze; Comdata (call center) di Livorno e Sesto Fiorentino; Omnia (formazione professionale) di Pistoia; Professione Consulenti, QCertificazioni (organismo di certificazione del biologico) e Savet (manutenzione aree verdi), tutte e tre di Monteriggioni.

Si muovono le cooperative sociali

Dall’Arché di Firenze alla C.Re.A di Viareggio, dalle coop Cristoforo e L’Orologio di Pontassieve alla Cuore Liburnia Sociale di Piombino (con una sede anche a Livorno), fino alla Nuovo Futuro di Rosignano Solvay e alla cooperativa Culture di Firenze, il settore del sociale sembra guardare con interesse alla certificazione sulla parità di genere.

Molte sono filiali e unità secondarie

Il numero (151) delle aziende toscane certificate non deve però ingannare. Molte di quelle presenti nell’elenco di Accredia sono infatti filiali, unità operative e stabilimenti secondari di gruppi che hanno sede fuori dalla Toscana. Eccole tutte, con la relativa attività: Air Liquid (gas tecnici) a Montepulciano (Siena); Ali, l’agenzia per il lavoro che ha 13 sedi in Toscana; Alpha General Contractor (servizi integrati di ingegneria e architettura) di Calenzano e Sesto Fiorentino; Aubay Italia (uffici di Firenze e Siena), soluzioni software; Bonifico Group (progettazione verde pubblico) di Rosignano Marittimo (Pisa); Bureau Veritas (certificazioni e testing) di Firenze; cooperativa Colser (servizi integrati agli immobili e aree esterne) di Pisa; coop Cpl Concordia (cogenerazione, energy management, servizi per l’efficientamento energetico degli edifici) sede di Arezzo; Dussmann Service (pulizie e facchinaggio) di Prato; Eletecno (manutenzione degli impianti tecnologici degli edifici) di Calenzano; Euro&Promos Fm (facility management) di Pisa; Ey (revisione contabile e consulenza finanziaria) di Firenze; Gruppo Distribuzione (contact center) di Siena e Firenze; Ihs-Information Hospital Service (consulenza settore sanità) di Sesto Fiorentino; Pizzarotti (prefabbricati in calcestruzzo armato) di Lucignano-Arezzo; Intersonda (recupero rifiuti speciali non pericolosi) di Lucca e Castelnuovo Garfagnana; Irideos (retyi e sistemi di telecomunicazione) di Firenze; Isam (verde e arredo urbano) Firenze; Italgas a Prato, Firenze, Ospedaletto, Montecatini Terme; Koiné (servizi di backoffice in outsourcing) a Lucca; Labor-B (gestione amministrativa del personale) a Chiusi; Magister Group (servizi amministrativi e gestionali per le società partecipate) sempre a Chiusi; Mazza (deposito costruzioni) a Rosignano Marittimo; MbCredit Solutions (recupero crediti) a Firenze; i negozi Nespresso a Firenze; Philips e Project Automation (sistemi di sorveglianza stradale) a Scandicci; Rdr (ciclo integrato delle acque) a Calenzano; Repas Lunch Coupon (buoni pasto) a Chiusi; Sled-studio legale associato a Siena; Sonepar (distribuzione materiale elettrico) a Campi Bisenzio, Pistoia, Arezzo, Borgo San Lorenzo, Empoli, Follonica, Grosseto, Livorno, Lucca, Pontedera, Massa, Montevarchi, Firenze, Viareggio, Prato; Take Off (vendita abbigliamento) di Grosseto e Viareggio; No Problem Parking (gestione aree di sosta) di Firenze. Anche la Fondazione Ant (assistenza ai malati di tumore) ha certificato le sedi di Firenze e di Massa.

I casi originali

Infine, tra i casi più originali di realtà certificate ci sono la Commissione sinodale per la diaconia (sia di Firenze che di Reggello e di Rio, all’isola d’Elba), nominata dal sinodo annuale per la gestione delle opere diaconali (assistenza persone in disagio e difficoltà) delle Chiese valdesi e metodiste e il Bagno Alcione di Forte dei Marmi, di proprietà di Alessia Berlusconi, nipote dell’ex premier Silvio, che ha anche servizi di ristorazione.

Le altre aziende certificate

Ci sono poi aziende che hanno annunciato di essere certificate sulla parità di genere, ma non risultano sulla banca dati Accredia, come il marchio Peuterey (abbigliamento) di Altopascio e Knauf Italia (intonaci a secco) di Castellina Marittima (Pisa). Altre ancora, come la Nuova Solmine di Scarlino (Grosseto) stanno concludendo il percorso di certificazione.

I contributi alla certificazione

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede dieci milioni di euro come incentivo alle aziende per coprire le spese di certificazione e ha inserito la certificazione sulla parità di genere come requisito premiale nelle gare pubbliche. Anche la Regione Toscana ha inserito la certificazione come requisito premiale sui bandi europei (sia quelli Fse che quelli Fesr), sotto forma di punteggi maggiori o di incremento dei contributi, e ha dichiarato di voler destinare risorse europee a sostenere l’occupazione femminile. Un convegno sulle pari opportunità in programma il 21 novembre prossimo in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, farà il punto sulle opportunità offerte dai fondi europei per promuovere le pari opportunità e le buone pratiche delle imprese. In ogni caso la cosiddetta Legge Gribaudo prevede un esonero dal versamento dei contributi previdenziali, in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50mila euro annui, per le imprese che conseguono la certificazione della parità di genere. E le Camere di commercio, attraverso Unioncamere, stanno selezionando esperti per accompagnare le piccole e medie aziende nel percorso di certificazione coperto dai contributi del Pnrr.

Il Premio Innovazione Toscana servirà da spinta

Una spinta è attesa anche dal Premio Innovazione Toscana 2023, che per la prima volta ha inserito una sezione sulla parità di genere: possono concorrere al Premio i progetti realizzati nella regione negli ultimi 24 mesi da imprese private che hanno adottato la certificazione della parità di genere, diretti a migliorare la gestione del tempo in azienda e l’equilibrio vita/lavoro, a promuovere politiche flessibili e innovative di organizzazione del lavoro, a diffondere la cultura della parità di genere.

Autore:

Silvia Pieraccini

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