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Impresa

12 luglio 2023

Nel rapporto Ebret ottimismo per il 2023 dell’artigianato

Dopo un 2022 chiuso con un +5,2% di fatturato, gli imprenditori credono a una crescita di ricavi e occupati per l’anno in corso.

Le imprese dell’artigianato toscano hanno chiuso il 2022 con un fatturato complessivo in aumento del 5,2%, e un indicatore medio dei margini di vendita (+17%) che ha fatto registrare il miglior risultato degli ultimi cinque anni. E’ quanto emerge dal rapporto Ebret presentato oggi a Firenze dalla nuova presidente dell’ente bilaterale, l’esponente della Cgil Monica Stelloni.

Secondo gli imprenditori artigiani sondati da Ebret per il rapporto, le aspettative 2023 restano moderatamente positive. “Siamo in una fase di rallentamento del ciclo economico – ha affermato Riccardo Perugi, ricercatore Ebret -, tuttavia gli imprenditori ci dicono che il fatturato dovrebbe crescere di circa il 2%, e che dovrebbero crescere sia l’occupazione che gli investimenti”.

Peggiorano le condizioni di accesso al credito

A livello territoriale i ricavi complessivi crescono in tutte le province toscane, con Prato in prima posizione (+9,1%). Il comparto concia-pelletteria-calzature mette a segno la migliore performance in termini di fatturato (+8,7%), ma cresce tutto il sistema moda (+7,8% per il tessile, +6,1% per l’abbigliamento). Nel complesso i migliori risultati vengono dalle imprese esportatrici e da quelle orientate all’innovazione. Peggiorano le condizioni di accesso al credito e calano i prestiti concessi alle imprese artigiane (-3,8% a settembre 2022). La quota di aziende che ha realizzato investimenti risale (34%) senza però raggiungere ancora i valori pre-Covid.

Il rapporto evidenzia un aumento del numero degli occupati di circa 3mila unità rispetto al 2021 (+2,3%), che ha riportato la consistenza degli organici aziendali sopra i valori pre-Covid. A trainare la crescita occupazionale è la filiera delle costruzioni, ma fanno registrare saldi positivi anche manifatturiero e servizi. Solo la filiera della pelle accusa un calo dei propri dipendenti (-500 unità).

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