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Industria

06 dicembre 2023

Metinvest-Danieli, obiettivo 2027 per avviare la produzione a Piombino

“Abbiamo la necessità e l’urgenza di realizzare questo impianto”, afferma Luca Villa, ad della joint venture.

Leonardo Testai

Puntano all’avvio della produzione a Piombino nel 2027 Metinvest e Danieli, che hanno illustrato il loro progetto di stabilimento siderurgico ‘green’ in un’assemblea aperta alla cittadinanza la sera del 5 dicembre, con la partecipazione del sindaco Francesco Ferrari. “Metinvest ha la necessità e l’urgenza di realizzare questo impianto”, ha affermato Luca Villa, amministratore delegato della joint venture realizzata dal gruppo ucraino con la friulana Danieli.

“I tempi tecnici per la finalizzazione di un accordo di programma ragionevole – ha proseguito – potrebbero essere tra i 90 e 120 giorni, a seconda di quanto questo accordo di programma è dettagliato. Da lì poi nascerà il percorso autorizzativo, che può essere ancora un periodo di 6-9 mesi: dipende da come si atteggeranno gli enti preposti. Se arriviamo nel 2027 diciamo che è un buon risultato: il che non vuol dire che certi temi anche lavorativi si prendono in mano solo nel 2027, perché se nel 2027 produco vuol dire che nel 2025 cominciò a lavorare, e per lavorare ci vuole la forza lavoro.

Un indotto ricco di lavoratori (stimati)

Il nuovo impianto Metinvest-Danieli, ha spiegato Villa, dovrebbe occupare 700 addetti diretti a Piombino e dare lavoro ad altri 700 nell’indotto, ma una stima prudenziale. “Essendo molto automatizzato – ha detto – ha bisogno di un numero relativamente basso di dipendenti, ma tutte le attività a corollario in realtà rimangono identiche, e non hanno lo stesso livello di automazione che invece si riesce a mettere oggi sulla linea, per cui questo numero di 700 persone che troveranno lavoro nell’indotto è un numero sicuramente sottostimato”.

Rispetto ai 580 ettari dell’area ex Lucchini, l’impianto Metinvest-Danieli “ne occuperà 200 perché essendo un impianto innovativo, molto compatto rispetto alla siderurgia tradizionale, gli spazi necessari sono decisamente inferiori. Poi può essere più a destra o più a sinistra: l’area è quella, mano a mano arriveremo a delle definizioni più precise in base alle risultanze dell’analisi tecnica che andremo a fare, ovviamente sempre confrontandoci con il sindaco”.

Il sindaco ora punta alle aree inutilizzate

“Non servono 580 ettari a Piombino per fare e lavorare l’acciaio, ne bastano molti meno, e tante aree distrutte a livello ambientale devono ritornare nella disponibilità dei soggetti pubblici”, ha puntualizzato proprio il sindaco Ferrari, secondo cui “uno sviluppo industriale e siderurgico al passo con i tempi, moderno, rispettoso delle norme, all’avanguardia sotto un profilo ambientale e tecnologico, lontano dalla città, significa creare le condizioni per riportare lavoro a Piombino, ma al tempo stesso non pregiudicare quella diversificazione che Piombino ha costruito con grande sacrificio nel corso degli anni”.

Tuttavia, ha osservato Ferrari, “ci sono tante altre partite aperte, e una su tutte è la partita madre, cioè se arriverà o meno un accordo anche con il soggetto imprenditoriale (Jsw Steel Italy, ndr) che oggi detiene i 580 ettari del territorio comunale mediante concessioni, quindi è ovvio che questa è la partita, e non è ancora conclusa”.

Regione al lavoro per il nuovo accordo di programma

Il mattino dopo l’assemblea, una delegazione di rappresentanti di Metinvest ha incontrato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Quest’ultimo ha evidenziato l’importanza di effettuare “i lavori di interlocuzione per mettere sul campo gli elementi che faranno parte della convenzione che realizzeremo fra il Governo, la Regione, e i soggetti interessati. Ovvero tutti gli aspetti relativi proprio alla suddivisione e all’intitolazione giuridica delle concessioni e subconcessioni, tutti gli aspetti relativi alle modalità con cui saranno realizzati i forni elettrici, tutti gli aspetti relativi a quello che poi diventa il modo con cui le due aree trovano connessione e non sovrapposizione”.

Quindi, ha concluso Giani, “siamo a elaborare quelli che saranno gli elementi che vanno su carta negli accordi di programma, nel cosiddetto addendum alle intese che lì c’erano già, ma quelle intese prevedevano la presenza sui 900 ettari solo di Jindal: in questo caso ci saranno Jsw e Metinvest-Danieli. Vedo che si vuole arrivare a costruire qualcosa di pienamente funzionante all’incirca nel 2027, quindi noi nell’arco di pochi mesi questi accordi dobbiamo farli, a breve saremo già nel 2024”.

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Leonardo Testai

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