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23 giugno 2023

Le farmacie Apoteca Natura sbarcano in Francia col fondo Tip

Intervista all’amministratore delegato Massimo Mercati che spiega come e perché il gruppo vuole crescere all’estero.

Silvia Pieraccini

La famiglia Mercati di Sansepolcro (Arezzo), che grazie a Valentino Mercati ha inventato 45 anni fa il “fenomeno” Aboca e i preparati naturali a base di piante per il benessere e la cura della salute, ora tenta un’operazione altrettanto pionieristica: esportare in Europa un nuovo modello di farmacia che guarda ai bisogni delle persone più che alla “semplice” vendita di medicinali, e che è stato, per così dire, sdoganato dalla pandemia. Non un drugstore stile inglese, insomma, ma un luogo in cui il farmacista dà consigli e aiuto, in cui si possono fare esami diagnostici e vaccini, pensato per seguire i pazienti nel percorso di cura e di ricerca del benessere, e dunque orientato anche a una funzione sociale.

Il modello è quello che i Mercati hanno cominciato a costruire una ventina di anni fa attraverso il marchio Apoteca Natura, che oggi è una società Benefit (ha inserito nello statuto l’obiettivo di ‘bene comune’, impegnandosi ad avere un impatto positivo per l’ambiente e la comunità) che ha già ffiliato 1.200 farmacie indipendenti in Italia, Spagna e Portogallo, e che detiene il controllo (80%) e la gestione delle 22 farmacie comunali di Firenze. Nel 2022 il fatturato consolidato di Apoteca Natura (che dal 2021 è ‘separata’ da Aboca) è stato di 45 milioni di euro. Ora a credere in questo progetto arriva il fondo Tamburi Investment Partners (Tip), quotato a Milano, che – come annunciato in un comunicato – acquisirà il 28,6% della neo-nata holding Apoteca Natura Investment, detentrice del 100% del capitale di Apoteca Natura. Il 71,4% rimarrà in mano alla famiglia Mercati, così come la governance industriale affidata all’amministratore delegato Massimo Mercati, figlio di Valentino. Proprio l’ad spiega la strategia.

Il fondo Tip servirà a espandere la rete di Apoteca Natura?

Sì, con Tamburi l’idea è di sviluppare il nostro modello innovativo di farmacia che ha una funzione sociale, e che riteniamo sia quello adatto a interpretare i bisogni del futuro. Fino a oggi abbiamo affiliato alla rete Apoteca Natura 850 farmacie in Italia e 350 tra Spagna e Portogallo, ora vogliamo sbarcare in Francia all’inizio del 2024 e poi stiamo pianificando la Germania nel 2026.

Quanto investirete?

Lo sviluppo internazionale assorbirà risorse per una decina di milioni: per selezionare le farmacie faremo sinergie con la rete di distributori Aboca, ma poi serviranno coordinatori e tutor per formare i farmacisti. Persone, promozione dei servizi e comunicazione sono le voci del piano di sviluppo. E’ una prospettiva che cambia anche gli assortimenti dei farmaci, perché saranno basati sull’analisi dei bisogni di salute delle persone, tenendo conto del contesto ambientale e sociale.

Oltre ad affiliare farmacie in Francia e Germania, intendete incrementare anche quelle di proprietà?

Noi non puntiamo ad aggregazioni per ottenere economie di scala, come fanno altri gruppi, ma potremo proporci come partner, acquisendo partecipazioni in farmacie – in questo caso italiane – che hanno problemi di successione generazionale. Pensiamo di passare dalle attuali 22 farmacie di proprietà a un centinaio nei prossimi cinque anni, per avere una base industriale solida, che abbia fornitori e visibilità sul territorio.

Pensate a farmacie reali o anche virtuali?

Deve essere un modello competitivo capace di reggere anche nell’ottica della vendita omnichannel. Per questo stiamo sviluppando una piattaforma digitale: pensiamo a modelli integrati tra negozi fisici e digitali.

L’approdo finale del progetto è la quotazione in Borsa?

Uno dei punti qualificanti del progetto che stiamo delineando prevede una public company aperta all’ingresso dei farmacisti che appartengono alla rete Apoteca Natura. Dopodichè la Borsa diventa un possibile obiettivo, che può consentire alla nostra famiglia di mantenere l’azienda indipendente. Ma prima servono quattro-cinque anni di lavoro, non abbiamo fretta. Abbiamo scelto Tamburi anche per questo. Cambiare la farmacia per assegnarle un ruolo educativo è una sfida affascinante, e dopo la pandemia la strada è aperta.

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Silvia Pieraccini

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