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Impresa

27 marzo 2024

Il terziario soffre: nel 2023 oltre 8.200 imprese in meno

Un’indagine di Format Research per Confcommercio Toscana evidenzia anche difficoltà nel rapporto col mondo del credito.

In Toscana il terziario soffre: le indagini di Format Research realizzate per la Confcommercio regionale evidenziano dati negativi per la demografia di impresa – 7.243 aziende nate e 15.521 cessate, con un saldo negativo di 8.278 aziende che accelera rispetto al -5.653 del 2022 – e per l’accesso al credito. Le difficoltà maggiori sono nel commercio, con 4.378 imprese in meno a livello regionale.

“Le imprese stanno provando a reagire con tutte le loro forze, nonostante le nubi che oscurano il quadro macroeconomico internazionale, ma i segnali della crisi ci sono”, afferma il direttore generale dell’associazione, Franco Marinoni. Nel secondo semestre dell’anno si registra anche un leggero calo dell’occupazione, anche se gli intervistati prevedono “stabilità” nella prima metà del 2024, e guardano ai prossimi mesi con un cauto ottimismo nell’ambito del turismo e ristorazione.

Crescono le difficoltà col mondo del credito

Da un ulteriore focus di Format Research per Confcommercio Toscana emergono inoltre difficoltà nel rapporto con le banche: diminuiscono infatti le imprese del terziario che fanno ricorso al credito, e oltre la metà di quelle che hanno ottenuto un finanziamento (il 55,8%) ha poi riscontrato difficoltà che vanno dal maggior indebitamento bancario (29,9%), ai problemi nell’evadere i pagamenti (18,4%) o nell’assumere personale (5,9%), fino alla riduzione o rinuncia nel realizzare gli investimenti programmati (15%). Tra chi ha presentato una domanda, il 10,6% ha visto la richiesta accolta in misura inferiore e il 7% respinta, mentre il 18,7% risulta ancora in attesa.

Per ottenere il credito, l’84% degli imprenditori si è rivolto direttamente alla propria banca di riferimento, nel 48% dei casi per investimenti a medio e lungo termine (soprattutto nel settore del turismo), il 35% per esigenze di liquidità. Solo il 12% per ottenere le garanzie necessarie all’ottenimento del prestito è ricorso ai Confidi, strumento ritenuto comunque utile dall’84% del campione per accorciare i tempi e ridurre i costi. Il 36,7% delle imprese toscane del terziario ha fatto ricorso ad almeno una agevolazione pubblica per ottenere il finanziamento: il il 26,7% al fondo di garanzia per le Pmi, il 10,7% a contributi pubblici e l’1,6% alla moratoria dei debiti.

“Chiudono attività storiche, aprono catene e fast food”

“E’ la naturale conseguenza della contrazione dei ricavi”, osserva Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Toscana, secondo cui però al contrario “sarebbe il momento di spingere gli investimenti nella formazione, nell’innovazione, nelle nuove tecnologie, soprattutto per le piccole e piccolissime imprese che più delle altre faticano a rincorrere la modernità”. E quando soccombono a tale fatica, prosegue Cursano, “muoiono attività storiche e di servizio: le poche che aprono non hanno nulla a che fare con il nostro territorio, aprono catene e fast food che hanno cambiato il vissuto delle nostre città”. (lt)

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