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Territorio

27 ottobre 2023

Il distretto orafo di Arezzo col fiato sospeso per la guerra in Medio Oriente

Gli Emirati Arabi sono il primo mercato di sbocco, capaci di assorbire 730 milioni di euro nel 2022. Prospettive e timori.

Silvia Pieraccini

I venti di guerra che arrivano dal Medio Oriente costringono a stare col fiato sospeso il distretto orafo aretino, che ha negli Emirati Arabi il proprio mercato di sbocco strategico. Basti pensare che nel 2022 Arezzo ha spedito negli Emirati gioielli per 730 milioni di euro, su un totale export del distretto di 3.175 milioni (+19,1%), con una quota dunque vicina al 23%. Il secondo mercato di sbocco è stato quello statunitense con 400 milioni di euro, seguito dalla Turchia con 364 milioni.

Nel primo semestre l’export è cresciuto del 5,6%

Il forte peso degli Emirati sull’export del distretto toscano ne fa dunque un “osservato speciale” in questa fase di forte tensione tra Israele e Hamas. “Attualmente si avverte solo un leggero calo perché i clienti sono ‘alla finestra’ nell’attesa di vedere cosa succederà, e in particolare cosa farà l’Iran”, spiega Giordana Giordini, presidente della sezione Oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud (Arezzo, Siena, Grosseto). Nel primo semestre del 2023 l’export dell’industria orafa aretina ha continuato a marciare, seppur rallentando di mese in mese: si è passati dal +8,4% del primo trimestre al +3% del secondo trimestre, chiudendo i primi sei mesi con 1.636 milioni di euro (+5,6%).

Emirati Arabi e Turchia sono prudenti

Ora tutto rischia di essere rimesso in discussione. Non solo i clienti degli Emirati Arabi sono prudenti negli acquisti di gioielli aretini, ma la stessa prudenza si estende alla Turchia, Paese che vende molto in Iran e dunque anch’esso in attesa di capire meglio le mosse sullo scacchiere di guerra. “I clienti del Libano, invece, hanno già annullato gli ordini – spiega Giordini – è vero che quello libanese è un mercato che per Arezzo vale poco, ma è un mercato storico”.

Lo scompiglio dopo la ripresa-boom

Dunque la “nuova” guerra mediorientale porta scompiglio in un distretto che si era ripreso brillantemente dopo il Covid, recuperando e superando velocemente i livelli pre-pandemia. Nel 2022 le esportazioni dell’ oreficeria aretina (che pesano circa il 75% del fatturato) sono più che raddoppiate rispetto al 2008 e sono cresciute del 48% rispetto al 2019 pre-Covid. “E’ evidente che questa performance è solo in parte spiegata dall’effetto-prezzo”, aveva spiegato nei mesi scorsi Banca Intesa, secondo cui l’aumento del fatturato è andato a braccetto con l’aumento dei margini e col rafforzamento patrimoniale e della liquidità.

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Silvia Pieraccini

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