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Industria

28 dicembre 2023

Il distretto del camper teme per le forniture di chassis (che saranno prodotti in Polonia)

Fiom-Cgil chiede un tavolo istituzionale per tutelare la capacità industriale radicata in Toscana. E un confronto con Stellantis.

Silvia Pieraccini

La produzione di parti strategiche del camper, come il telaio o chassis (la struttura di base su cui viene montata la “casa viaggiante”), si allontana dall’Italia e mette in apprensione i sindacati del settore. Stellantis – fornitore dell’80% dei veicoli ricreazionali in Europa e dunque fornitore fondamentale anche del distretto del camper della Valdelsa, uno dei poli produttivi europei più importanti – ha annunciato l’apertura di uno stabilimento in Polonia, a Gliwice, in cui produrrà anche gli chassis dei camper. Lo stabilimento sarà “gemello” di quello di Atessa (Chieti), in Val di Sangro, che oggi rifornisce gran parte dei produttori toscani di camper.

La competizione “fuori” dalla fabbrica

La nuova fabbrica polacca parte proprio quando sono in arrivo nuovi modelli di veicoli commerciali appena presentati da Stellantis – la linea Pro One – che segnano il passaggio dal motore endotermico all’elettrico e all’idrogeno e che, progressivamente, sostituiranno anche gli chassis dei camper. Per questo la Fiom-Cgil s’interroga: “Dove verrà prodotta la linea Pro One, ad Atessa o a Gliwice? La competizione oggi non sta tanto dentro la fabbrica – afferma il sindacato – quanto fuori, dalla logistica alle infrastrutture fino alle scelte industriali di chi produce chassis che sempre più si allontanano dal nostro Paese”. Si è visto bene l‘anno scorso, durante la crisi delle materie prime, quando gli chassis non arrivavano per mancanza dei microchip che alimentano la parte elettronica, e il distretto toscano è stato costretto a rallentare fin quasi a fermarsi.

Tutelare il distretto toscano del camper

Da qui la proposta di Fiom-Cgil agli altri sindacati e alle istituzioni: serve un confronto con i player per avere garanzie di forniture e tutelare nel tempo la capacità industriale radicata in Toscana; va riattivato il tavolo istituzionale per costruire meccanismi di tutela del distretto toscano; serve un patto con le istituzioni locali, regionali e il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il rischio è grosso: “In gioco ci sono più di tremila posti di lavoro diretti e più di cinquemila dell’indotto e un’eccellenza del nostro paese nel mondo”, afferma Iuri Campofiloni, responsabile del settore camperistica Fiom-Cgil.  Nel distretto toscano del camper, tra Val di Pesa e Val d’Elsa dov’è concentrato il 90% della produzione italiana di camper e van (i furgonati più piccoli e maneggevoli, molto richiesti negli ultimi tempi), operano tre grandi produttori internazionali: i francesi Trigano (con i marchi Rimor, Arca, McLouis, Elnagh, Mobilvetta, Roller Team, Ci); i francesi Rapido (con Giottiline e Pla); l’americana Thor Industries che controlla la tedesca Hymer (marchi Laika e Etrusco).

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Silvia Pieraccini

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