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Industria

19 ottobre 2023

Eli Lilly diversifica e investe altri 150 milioni a Sesto Fiorentino

La multinazionale americana spinge la produzione in Italia. Seicento milioni saranno investiti per supportare le fabbriche terziste.

Silvia Pieraccini

il rendering del nuovo stabilimento Lilly a Sesto Fiorentino, al posto del liceo Agnoletti

Il liceo Agnoletti non c’è più. Al suo posto, a un passo dagli attuali stabilimenti della Eli Lilly a Sesto Fiorentino, al confine con Firenze, in cui si producono farmaci per diabetici (insulina e dulaglutide), sta sorgendo un nuovo polo produttivo che servirà alla formidabile espansione della multinazione americana – una delle prime 15 big pharma al mondo – nell’area caratteristica dei farmaci per il diabete, ma non solo.

150 nuovi posti di lavoro

Il nuovo stabilimento, progettato dallo studio fiorentino DelcroixMoreni, occuperà 7.300 metri quadrati e porterà 150 nuovi posti di lavoro tra tecnici di produzione, ingegneri, chimici: l’investimento è di 150 milioni di euro. Il primo lotto sarà pronto nel 2024, il completamento avverrà nel 2025. Entro quella data il gruppo farmaceutico, che nel campus di Sesto Fiorentino ha il quartier generale italiano fin dal 1959, promette di investire altri 600 milioni di euro per aumentare la produzione nelle fabbriche di terzisti italiani. In tutto si tratta dunque di 750 milioni di investimenti, che portano a 1,4 miliardi il conteggio dal 2004. La domanda mondiale dei farmaci antidiabetici è in aumento, e all’orizzonte (non troppo lontano) c’è da produrre un farmaco cui è affidato il salto strategico di Lilly: tirzepatide, un medicinale per trattare pazienti affetti da diabete di tipo-2 già approvato negli Stati Uniti, che si è rivelato efficace anche nella lotta all’obesità. Ora si attende l’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), ma nel frattempo Lilly comincerà a produrre tirzepatide in Italia per destinarlo ai mercati esteri.

L’evento al campus di Sesto con taglio del nastro

La nuova fase di sviluppo è stata annunciata nel corso dell’evento “This is the future” che si è svolto oggi, 19 ottobre, nel campus di Sesto Fiorentino (con taglio del nastro del nuovo stabilimento, anche se non è ancora pronto), e che ha visto la partecipazione, accanto ai vertici dell’azienda, del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri; del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; dei sottosegretari Tullio Ferrante e Giorgio Silli; dell’ambasciatore Usa in Italia, Jack Markell; delle istituzioni regionali e locali, dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ai sindaci della Città Metropolitana di Firenze, Dario Nardella, e di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi. In collegamento video il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani.

L’Italia può attrarre investimenti internazionali

Tutti gli ospiti sono stati concordi nell’indicare questa operazione come segnale della capacità dell’Italia di attrarre investimenti internazionali, e come conferma del ruolo di leadership raggiunto dall’industria farmaceutica tricolore. Ma concordi anche nel riconoscere la grande forza d’innovazione di Lilly e il lavoro di squadra fatto dalle istituzioni pubbliche: per permettere la costruzione del nuovo stabilimento è stato necessario delocalizzare il liceo Agnoletti con quasi mille studenti (l’edificio è stato abbattutto e la scuola è stata ricostruita nel polo scientifico universitario), coinvolgendo Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comuni di Sesto Fiorentino e di Campi Bisenzio e Ateneo di Firenze.

Una nuova pagina nella storia di Lilly

“Oggi scriviamo una nuova pagina nella nostra storia in Italia – ha detto Ilya Yuffa, presidente di Eli Lilly International – che contribuirà a portare il portafoglio di farmaci innovativi ai pazienti di tutto il mondo. Lilly sta vivendo un momento straordinario grazie alla sua promettente pipeline”. A incoraggiare gli investimenti sono state le “entusiasmanti scoperte scientifiche nel diabete, immunologia, cancro, obesità e Alzheimer”, ha sottolineato la presidente e ceo di Lilly Italy Hub, Huzur Devletsah, scoperte che porteranno appunto la multinazionale a diversificare la produzione di farmaci (anche) in Italia, grazie proprio all’apporto dei terzisti.

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Silvia Pieraccini

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