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31 luglio 2023

Distretti industriali, l’export rallenta (+2,4%) e ora rischia di fermarsi

Il settore più brillante è la carta di Lucca, cresciuta del 20% anche nel primo trimestre 2023. Tonfo degli yacht di Viareggio (-50%).

Silvia Pieraccini

Nel primo trimestre 2023 i listini esteri delle imprese manifatturiere italiane sono cresciuti del 6,9%; nello stesso periodo l’export dei distretti toscani ha registrato +2,4% in valore rispetto al primo trimestre 2022 (pari a 137 milioni di euro in più), segnando un forte rallentamento sull’anno precedente (era stato +23% nel gennaio-marzo 2022) e – com’è evidente dai numeri – un calo sul fronte delle quantità esportate.

Pochi distretti toscani fanno i salti di gioia

Arrivano i dati del Monitor dei Distretti della Toscana, elaborato ogni tre mesi da Intesa Sanpaolo, a certificare la frenata in atto sui mercati internazionali. Una frenata che – come si puo vedere dai dati toscani resi noti dall’Istat – tocca soprattutto le aree distrettuali. Su 19 distretti monitorati in Toscana, 12 continuano ad aumentare l’export ma pochi fanno i salti di gioia. Nell’industria della moda – leader assoluta nell’export distrettuale, visto che in Toscana dà più del 70% – la performance migliore è della pelletteria e calzature di Arezzo (+33% le vendite estere nel primo trimestre 2023, arrivate a 71 milioni), che però ha un peso relativo ma, soprattutto, ha ancora davanti una lunga strada per recuperare i livelli pre-Covid (nel 2022 ha segnato -30% sul 2019).

La pelletteria di Firenze si ferma a +1%

La voce più pesante, cioè il distretto della pelletteria e calzature di Firenze che nel 2022 ha sfiorato i 7 miliardi di export (+10,7% sul 2021 e +12,1% sul 2019), nel primo trimestre di quest’anno segna solo +1%. Fa meglio l’oreficeria di Arezzo (+8,4% a 790,6 milioni di euro), ma in questo caso le oscillazioni del prezzo dell’oro rendono difficile le valutazioni di merito. Per il resto va bene la voce “olio toscano”(+13,3% a 222,6 milioni) che però, come detto più volte, comprende solo in (piccola) parte olio proveniente da produzioni locali e abbraccia perlopiù olio di provenienza mediterranea imbottigliato in Toscana e da qui esportato; e continua la marcia la carta di Lucca che, dopo aver chiuso il 2022 con l’export a 1,6 miliardi di euro (in crescita del 63% sul 2019 pre-Covid), nel primo trimestre dell’anno cresce del 19,8% superando i 401 milioni.

Recupera il camper, tonfo degli yacht di Viareggio

In recupero anche i camper della Valdelsa che, frenati dalla carenza di microchip e di materie prime, nel 2022 hanno visto l’export contrarsi del -27,7% ma nel primo trimestre 2023 hanno ripreso a correre: +26,9% a 245,6 milioni è il risultato che potrebbe preludere a un anno record. Benino anche il marmo di Carrara (+3,1% l’export del primo trimestre 2023 a 163 milioni), spinto – per una volta – dai prodotti lavorati e non da quelli grezzi (che riducono il valore perché la Cina compra meno). La sorpresa più grande è il tonfo della nautica di Viareggio (-48,9%, si passa da 272 a 139 milioni di euro), ma anche quello delle macchine per la carta di Lucca (-18,2% a 112 milioni).

Si spera nei turisti che comprano moda

“Dopo la buona tenuta mostrata nel 2022 – scrive Intesa Sanpaolo – non era scontato confermare un trend positivo nelle esportazioni delle specializzazioni distrettuali. Le attese per l’anno in corso scontano ipotesi di rallentamento della crescita mondiale, anche se un sostegno importante può derivare dalla forte spinta dei flussi turistici che rappresentano un driver importante per i distretti del sistema moda o dei mezzi di trasporto”. Fiducioso è Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo: “Con un valore di quasi sei milairdi di euro registrato nel primo trimestre 2023 – afferma – quello toscano continua a rappresentare un sistema produttivo distrettuale con una spiccata vocazione all’export. E’ solo investendo nel rinnovamento che le nostre imprese potranno affrontare le continue sfide in termini di business e di competitività”.

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Silvia Pieraccini

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