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22 febbraio 2023

Concia, il distretto di Santa Croce aspetta lo sprint

Il 2022 è stato un anno di buon recupero, il 2023 è partito in frenata. Marcia il lusso ma pesa l’incertezza cinese.

Silvia Pieraccini

Il trionfo di colore delle pelli della conceria Antiba di Ponte a Egola (Pisa)

Prudenza e attesa. Le concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno – presenti in massa al salone Lineapelle che è in corso fino al 23 febbraio a Fieramilano-Rho: sono 166 sulle 541 totali, cui si aggiungono componentisti, chimici, modelli/stilisti per un totale di 1.152 espositori – per adesso non si sbilanciano sull’andamento produttivo del 2023, dopo un 2022 che ha lasciato sorrisi e segni “più”.

Rallentamento d’inizio anno

“L’anno è cominciato in rallentamento”, “Bisognerà vedere come vanno i prossimi mesi”, “I marchi del lusso hanno comprato molti pellami durante la pandemia e ora aspettano”, sono i commenti più frequenti raccolti tra gli imprenditori che espongono le collezioni di pelli per la primavera-estate 2024: un trionfo di colore, brillantezza e morbidezza destinato a trasformarsi in borse, portafogli, cinture e, in misura minore, scarpe (il distretto di Santa Croce produce soprattutto per il settore moda).

Il lusso prosegue la marcia

E’ più tranquillo chi produce per il segmento lusso, come Paolo Balducci della conceria Antiba, che ha tra i principali clienti marchi come Chanel e Hermès, e che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 50 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al pre-Covid (nel 2019 i ricavi erano stati 23 milioni). Il salto è legato sia all’aumento della capacità produttiva – grazie al nuovo stabilimento da oltre 15 milioni di euro completato nel 2022 e dotato di macchinari in linea con industria 4.0 – sia al buon andamento del mercato del lusso, che sembra destinato a continuare. “L’anno è cominciato bene – spiega Balducci allo stand di Lineapelle in cui trionfano pellami colorati – e le prospettive sono buone. Prossimamente dovremo decidere cosa fare del nostro vecchio stabilimento di Santa Croce che in questo momento è vuoto”.

I grandi marchi puntano su mini-collezioni più ricche (e più costose)

Un po’ più prudente è Fabrizio Nuti della conceria Nuti Ivo, uno dei leader italiani del settore con 144 milioni di fatturato consolidato 2022 in Italia (dove possiede quattro concerie, altre due sono in Sudamerica e Marocco), arrivato ben sopra il livello pre-Covid (nel 2019 il giro d’affari era stato 128 milioni), realizzato vendendo ai brand del lusso. Nuti, che è anche presidente di Unic, l’Unione nazionale dell’industria conciaria, spiega: “All’inizio dell’anno c’è stato un rallentamento, probabilmente legato al fatto che molti marchi del lusso avevano fatto grandi acquisti di pellami durante la pandemia che ancora devono utilizzare. Il fatto che stiano registrando buone crescite dei fatturati, infatti, non sempre significa aumento delle quantità prodotte: la tendenza è piuttosto quella a fare capsule più ‘ricche’ e più decorate, che costano di più”. In ogni caso il rallentamento in atto non spaventa: “Gli alti e bassi ci sono sempre stati – aggiunge Nuti – e la pandemia, paradossalmente, ha rafforzata Lineapelle, facendo morire gran parte delle altre fiere nel mondo: in questa edizione sono tornati gli asiatici e la Cina ora dà qualche speranza”.

In fiera sono tornati gli orientali

Le proposte per la primavera-estate 2024 della conceria Sanlorenzo, specializzata in shearling

Il ruolo della Cina sarà determinante anche per Leonardo e Giuseppe Volpi, titolari della conceria Volpi che produce sia pelli conciate al vegetale sia cuoio da suola. “Il 2023 non è partito benissimo – spiegano i fratelli – e ora molto dipenderà dai cinesi: se riprenderanno a viaggiare e a comprare, la ripresa potrà decollare. Qui alla fiera si sono rivisti sia i compratori cinesi che giapponesi e coreani e questo lascia ben sperare. Il nostro obiettivo per quest’anno è tornare ai 20 milioni di fatturato pre-Covid, dopo che il 2022 si è chiuso a 17 milioni”. Una situazione di attesa del mercato si registra anche alla conceria Sanlorenzo della famiglia Francioni (18 milioni di fatturato 2022), specialista dello shearling che in questa collezione ha declinato in colori sgarcianti: “Vediamo cosa succederà nei prossimi mesi”.

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Silvia Pieraccini

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