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13 maggio 2022

Centrale Sorgenia sull’Amiata, si tenta la mediazione

Dopo il ricorso, è in agenda un incontro fra Ministero e Regione, ultimo tentativo prima dell’approdo in Cdm.

Il destino del progetto di centrale geotermica di Sorgenia in Val di Paglia, nell’area dell’Amiata, si deciderà verosimilmente la prossima settimana. Dopo il ricorso della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo contro il progetto, per lunedì 16 maggio è in programma un incontro fra il ministero della Cultura (che ha firmato il ricorso della Soprintendenza) e la Regione Toscana, come ultimo tentativo di mediazione prima che la vicenda approdi in Consiglio dei Ministri. Un approdo che, in caso di esito negativo del summit del 16 maggio, potrebbe concretizzarsi nella stessa settimana.

L’azienda attacca: “Un’opposizione incomprensibile”

Nel frattempo Sorgenia, una volta notificato il decreto della Soprintendenza, ha criticato la decisione del Ministero sul progetto della centrale nell’area dell’Amiata. “Ci pare immotivata sul piano ambientale e in evidente contraddizione con le scelte energetiche del Paese”, accusa l’azienda, secondo cui l’opposizione “ci appare tanto meno comprensibile nel contesto emergenziale in cui stiamo vivendo, un contesto che richiede uno sforzo collettivo per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero, facendo leva sulle risorse rinnovabili del Paese. Il nostro impianto, una volta attivo, produrrà 80 milioni di kWh di energia pulita, sufficienti al fabbisogno di oltre 32.000 famiglie, un terzo degli abitanti dell’intera provincia di Siena, evitando l’emissione in atmosfera di oltre 40.000 tonnellate di CO2”.

La Conferenza dei servizi regionale, “a seguito di attente e accurate analisi – osserva Sorgenia – ha ritenuto che il progetto e la sua collocazione rappresentino il miglior punto di sintesi tra le esigenze di natura ambientale, tecnica, sociale ed economica, anche dopo aver valutato nel dettaglio le istanze presentate dalla Soprintendenza, ritenute non realizzabili. Un impianto che ricade in un’area industriale, non produce emissioni, non consuma acqua, minimizza il consumo di suolo. Non ravvisiamo alcuna ragione ambientale per opporsi a questo progetto. Nessuna zona di pregio violata, ma aree industriali che saranno riqualificate rispetto alla condizione attuale”.

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