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30 novembre 2023

Boom di imprese agricole straniere in Toscana

Le storie di Belaaziz, Graciela, François Desirè, Edi. In Maremma il numero più alto di imprese non italiane in agricoltura. 

Stephen Normal e Graciela Musso, imprenditori stranieri

Centinaia di lingue diverse per l’agricoltura toscana che diventa sempre più internazionale. Sono infatti quasi 3mila le imprese agricole guidate da imprenditori stranieri, dato in crescita del 18,6% rispetto al 2019. A rivelarlo è Coldiretti Toscana. “Si tratta di un incremento poderoso, a doppia cifra, in controtendenza rispetto alla riduzione generale del numero di imprese agricole regionali condotte da italiani che si è verificato negli ultimi anni (-2,9%)” dicono da Coldiretti.

Contadini da tutto il mondo coltivano le nostre terre

Non solo contadini Vip ed imprenditori di successo che hanno deciso di investire sul Made in Tuscany agroalimentare. La campagna toscana, evidentemente, è il sogno italiano per molti immigrati che, dopo un’esperienza come lavoratori dipendenti, sono riusciti a diventare imprenditori di se stessi e a raggiungere una vera integrazione sociale ed economica. Coldiretti Toscana si affida ai dati della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, secondo cui l’incidenza delle imprese agricole straniere è aumentata di due punti percentuali in tre anni passando dal 6% all’8%.

“Nell’ultimo triennio sono nate quasi 500 imprese agricole non italiane consolidandole come elemento strutturale del settore primario e della nostra società. Una crescita significativa che è anche un parametro importante per misurare l’integrazione lavorativa e sociale di tanti immigrati insieme al loro contributo alla crescita economica del nostro sistema – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana –. Dal lavoro di queste imprese e soprattutto di tanti lavoratori stranieri dipende un prodotto agricolo su due assicurando al contempo una spinta al ricambio generazionale soprattutto nei territori marginali e difficili. Sono una forza imprenditoriale e lavorativa indispensabile che rende la nostra agricoltura multietnica; attori del Made in Tuscany a tutti gli effetti che contribuiscono ai primati del nostro agroalimentare di qualità”.

Il numero maggiore di imprese di questo tipo è in Maremma

Il maggior numero di imprese agricole straniere si trova in Maremma (765 aziende) ma la più alta incidenza si registra a Pistoia, con 387 imprese, con il 12% sul totale di attività del settore seguita da Prato, che ha 52 imprese, con il 9%.

In mezzo ai numeri tante storie di impegno, lavoro, fatica e non poche difficoltà che raccontano di lavoratori che si sono guadagnati la stima degli italiani che prima li hanno accolti e poi li hanno aiutati ed accompagnati verso un percorso di integrazione imprenditoriale. E’ la storia di Belaaziz Abderrahim, 39 anni, imprenditore marocchino di Castelfiorentino, arrivato in Italia con il decreto flussi nel 2014, che, grazie alla conversione del permesso per lavoro autonomo, è diventato imprenditore agricolo ed olivicoltore. Oggi gestisce una piccola impresa agricola conto terzista che da lavoro ai suoi connazionali favorendo la loro integrazione.

Tante storie di vita e di ritorni verso la propria terra

Tante sono le storie di ritorni in Italioa, sulle tracce delle origini e dei propri avi. E’, per esempio, la storia di Graciela Musso, 56 anni, nata in Argentina, ex avvocato che, insieme al marito Stephen Norman, originario di Trinidad Tobago, ingegnere, hanno scelto di vivere tra le colline di Pomarance dove hanno recuperato un’oliveta abbandonata. Producono un olio extravergine molto apprezzato dalle cucine stellate e sono felici della loro scelta. 

L’agricoltura e la viticoltura eroica hanno salvato il rifugiato politico della Costa d’Avorio François Desiré Baize, 44 anni, che ora è pronto a tornare in Africa per promuovere i suoi vini eroici ma questa volta da imprenditore. Titolare dell’azienda “InCandiaBio” che ha fondato, produce vino del Candia dei Colli Apuani Doc e la curiosa e ricercata moringa, il superfood africano che assomiglia all’acacia. La sua esperienza è stata una vera odissea: l’atterraggio in Italia, il lavoro in fabbrica in Piemonte e poi nelle vigne prima di trovare pace, lavoro e dignità nella provincia di Massa Carrara grazie all’imprenditrice da cui ha preso in affitto i terreni, dandogli così la possibilità di intraprendere il proprio cammino.  

Edi Ejlli è arrivato invece su un barcone. Albanese di Scutari, si è realizzato a Pistoia coltivando piante ornamentali prima lavorando presso un’importante azienda, poi dopo una parentesi nella metalmeccanica, creando il suo vivaio. Ettaro dopo ettaro ora è il titolare di Mondi Plants, 15 dipendenti, 14 ettari di piante nella pianura tra Pistoia e Prato. (redgs)

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