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17 gennaio 2023

Tassa di soggiorno, Firenze studia il rialzo e convoca gli albergatori

Palazzo Vecchio medita un incremento, grazie alla nuova norma voluta dall’ex assessore Gianassi. Primo incontro interlocutorio.

Prende il via il confronto fra il Comune di Firenze e le categorie del mondo del turismo sulla tassa di soggiorno, che Palazzo Vecchio medita di alzare, grazie alle nuove norme approvate in Parlamento a fine anno. La vicesindaca (con delega al turismo) Alessia Bettini e l’assessore al bilancio Giovanni Bettarini hanno incontrato i rappresentanti di Assohotel-Confesercenti, Aia-Federalberghi, e Confindustria: un primo tavolo, con il secondo round già fissato per martedì 24 gennaio. Molti i temi sul tavolo, secondo quanto fa sapere il Comune, compreso quello dell’imposta di soggiorno. Che fa tremare i polsi agli albergatori.

“Il nostro settore è ancora in forte difficoltà”

L’incontro, in ogni caso, è stato interlocutorio. “Si è deciso un nuovo incontro per un ulteriore approfondimento la settimana prossima”, affermano in una breve nota congiunta Monica Rocchini, Francesco Bechi e Stefano Rosselli, rispettivamente presidente di Assohotel Firenze, Federalberghi Firenze, e della sezione industria alberghiera di Confindustria Firenze. Che hanno messo subito le mani avanti sul tema della tassa di soggiorno, avendo “evidenziato le criticità dell’aumento” da parte del Comune di Firenze “per il settore che ha attraversato e sta ancora attraversando un periodo di forte difficoltà nonostante il buon recupero nel 2022”.

Per Firenze, la tassa di soggiorno vale oggi circa 50 milioni di euro, secondo la stima del gettito relativa all’anno 2022. Secondo le indiscrezioni fin qui circolate, l’ipotesi a cui Palazzo Vecchio lavora è di portare la tassa degli alberghi a 5 stelle da 5 a 7 euro al giorno, con ritocchi a cascata anche per le tipologie meno lussuose: dunque, da 4,90 a 6 euro per gli hotel 4 stelle, da 4,50 a 5 euro per i 3 stelle, da 4 a 4,50 euro per i 2 stelle, da 3 a 4 euro per gli 1 stella.

La nuova norma voluta dall’ex assessore Gianassi

Firenze è una delle città (con Pisa, Rimini, Venezia, Verbania) che potranno aumentare la tassa di soggiorno fino a un massimo di dieci euro (che però Palazzo Vecchio non sembra voler raggiungere). Il tutto grazie a un emendamento del Pd alla legge di bilancio, cofirmato dall’ex assessore comunale al bilancio Federico Gianassi, e dall’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi, in base al quale le città che contano ogni anno un numero di turisti almeno 20 volte superiore a quello dei residenti potranno deliberare il raddoppio.

I Comuni dovranno fare riferimento ai dati pubblicati dall’Istat riguardanti le presenze turistiche medie registrate nel triennio precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta. Tuttavia, per neutralizzare gli effetti della pandemia e del lockdown, per il triennio 2023-2025 sarà considerata la media delle presenze turistiche del triennio 2017-2019.

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