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Territorio

04 aprile 2023

Multiutility, nuovi patti parasociali fra i Comuni azionisti

Siglate alleanze nell’area fiorentina e nell’area pratese, mentre cala l’entusiasmo per l’ipotesi di quotazione in Borsa.

Leonardo Testai

Un patto parasociale per i Comuni dell’area metropolitana fiorentina (senza Firenze), uno per quelli dell’area pratese, e uno per i Comuni contrari al progetto di aggregazione: gli azionisti della Multiutility toscana si organizzano per la governance della società, dopo la mossa già annunciata dai comuni dell’Empolese-Valdelsa e della Valdinievole, mentre anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, tende a frenare sulla prospettiva della quotazione in Borsa della nuova società.

Nell’assemblea pratese ‘una testa, un voto’

Il patto territoriale che viene attivato nell’area pratese coinvolge i Comuni di Prato, Vernio, Vaiano, Montemurlo, Carmignano e Poggio a Caiano: questi Comuni, insieme, sommano il 23,03% delle quote della Multiutility Toscana (Prato da sola vale il 18,14%). Dal momento della sua entrata in vigore il patto territoriale ha una durata di cinque anni, rinnovabile per altri cinque. “E’ uno strumento importante – spiega l’assessore alle partecipate del Comune di Prato, Gabriele Bosi – per condividere le scelte con il nostro territorio e coinvolgere i piccoli Comuni nelle decisioni strategiche. Chiederemo a stretto giro un incontro con la governance di Alia”.

L’accordo prevede che nel contesto dell’assemblea di patto valga il principio ‘una testa, un voto’, a prescindere dalle quote della Multiutility possedute da ciascun Comune. Per essere validate, le decisioni prese all’interno dell’assemblea di patto dovranno prevedere il voto di almeno altri due Comuni aderenti oltre a quello del Comune di Prato. Il ruolo di presidente dell’assemblea, che svolgerà essenzialmente compiti di coordinamento, è assegnato al Comune di Prato.

Venti comuni fiorentini insieme (e Campi in sospeso)

Sono invece 20 i Comuni dell’area metropolitana di Firenze che hanno dato vita al patto chiamato ‘Sindacato Fiorentino’, che assomma il 10,2% del capitale della Multiutility Toscana. I Comuni che hanno firmato sono Bagno a Ripoli, Barberino del Mugello, Barberino Tavarnelle, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Figline e Incisa Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull’Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Scarperia e San Piero, Signa, Terranuova Bracciolini, Vicchio. Con l’ipotesi di adesione anche del Comune di Campi Bisenzio, in fase di rinnovo con elezioni amministrative, la quota azionaria potrebbe salire al 12,85%.

Primo presidente del ‘Sindacato Fiorentino’ è il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani. L’assemblea dei soci di questo patto potrà “programmare e deliberare ogni iniziativa e azione ritenuta utile a costruire e rinforzare rapporti con il territorio”, prevedendo “incontri, iniziative o colloqui periodici con le istituzioni, rapporti informativi con i vertici aziendali, segnalazioni formali di disservizi di grave entità, iniziative e progetti con le istituzioni scolastiche, momenti strutturati e formali di partecipazione e ascolto dei cittadini funzionali ad un miglior svolgimento del proprio ruolo di soci di una società di servizi”.

Il patto dei dissidenti vale più del 5%

Nasce anche un patto parasociale fra sette Comuni fiorentini e pratesi che hanno espresso voto contrario al progetto in sede di assemblea delle rispettive partecipate: Calenzano, Cantagallo, Fiesole, Londa, San Godenzo, Sesto Fiorentino e Vaglia. Questi detengono una partecipazione azionaria complessiva superiore al 5% del capitale sociale nominale della Multiutility.

L’obiettivo, spiega il sindaco di Calenzano Riccardo Prestini, “è quello di svolgere un ruolo critico ma propositivo all’interno della società, e per portare le istanze di quei territori che, nel corso del processo che ha portato alla costituzione della Multiutility, hanno chiesto con forza di caratterizzare il percorso di aggregazione, finalità questa da noi condivisa, con modalità diverse da quella decisa e, in primo luogo, hanno espresso contrarietà alla prospettiva di quotare in Borsa la Multiutility”.

Giani tiepido sulla Borsa, Falchi vuole l’acqua pubblica

Una prospettiva, quella dello sbarco in Piazza Affari, che oggi appare più lontana rispetto al momento in cui è nato il primo embrione della Multiutility: dopo il nuovo segretario regionale del Pd Emiliano Fossi, che all’indomani della vittoria alle primarie ha subito aperto a possibili alternative alla Borsa, ora sono le parole di Giani a suonare più prudenti. “Non entro nella discussione della gestione attraverso società per azioni o che entrano in borsa o che, invece, restano partecipate, questa scelta sta all’autonomia dei Comuni”, ha detto, rispondendo in Consiglio regionale al portavoce dell’opposizione Marco Landi.

Sul tavolo c’è anche la scadenza del 2024, quando terminerà la concessione del servizio idrico integrato ora in capo a Publiacqua. “Io ho le idee chiare, la gestione dell’acqua deve essere in mani totalmente pubbliche”, attacca Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino. “Tanti nostri Comuni – osserva – sono amministrati da forze di sinistra e centrosinistra, civiche, ambientaliste, progressiste. Sento sempre dire che serve dare un segnale di discontinuità e di novità: ecco, abbiamo l’occasione di farlo rispettando la volontà espressa col referendum del 2011”.

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Leonardo Testai

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