Sono tanti, spesso poco conosciuti, e oggi hanno scarso peso dal punto di vista economico. Per questo la Regione Toscana vuol provare a valorizzare e promuovere i prodotti agroalimentari tradizionali (Pat), 460 in tutto, inseriti nell’elenco nazionale del ministero (previsto dal decreto legislativo 173/98). Si va dalla carne garfagnina al raviggiolo del Mugello, dal cavolo nero riccio alla mela muso di bue.
Lo strumento ideato è un Centro delle competenze dei Pat, gestito dall’agenzia Ente Terre regionali toscane, che sarà formato dalle aziende agricole e agroindustriali che risponderanno all’avviso pubblico in scadenza il 7 marzo 2022. Il Centro avrà il compito di costruire nuove opportunità di mercato per le produzioni tradizionali, migliorare l’organizzazione produttiva, condividere le esperienze e le pratiche lavorative, diffondere studi e di ricerche.
Potranno aderire imprese in forma organizzata, enti pubblici, associazioni, organismi di ricerca pubblici o privati che operano in Toscana e che hanno esperienze relative ai Pat o che hanno partecipato o attivato iniziative/progetti per la valorizzazione di prodotti agroalimentari tradizionali toscani o operano direttamente o indirettamente (come la logistica) nelle categorie alimentari in cui sono ricompresi i Pat della Regione Toscana. “Considerato che i prodotti agricoli tradizionali rappresentano la base per avviare politiche integrate di sviluppo territoriale e, più in generale, una risorsa per lo sviluppo del comparto agroalimentare – afferma l’assessore regionale Stefania Saccardi – la Regione vuole realizzare il nuovo Centro a sostegno degli agricoltori e dell’industria agroalimentare. Sarà utile per trasferire competenze e know-how attraverso la ricerca o la partecipazione a iniziative europee, nazionali e regionali e migliorane la commercializzazione