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Impresa

17 novembre 2022

Dai tamponi alle siringhe, biomedicale in ginocchio per il payback

L’estensione del meccanismo di ripiano dell’extraspesa ai dispositivi medici mette in difficoltà le aziende. L’appello al Governo.

Silvia Pieraccini

Il meccanismo del payback – se gli ospedali superano il tetto di spesa prefissato per i farmaci e, ora, anche per i dispositivi medici, sono chiamate a pagare le aziende fornitrici – scuote l’industria del biomedicale pure in Toscana. Portavoce della protesta è Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria-Dispositivi medici e amministratore delegato della società senese Diesse Diagnostica, che sul Sole 24 Ore di oggi, 17 novembre, parla di “disastro che va fermato subito”, sottolineando i grossi rischi per i piccoli produttori di biomedicale (garze, siringhe, tamponi, stent, pacemaker) che non hanno in cassa le somme che le Asl hanno cominciato a chiedere con scadenza a 30 giorni. Un centinaio di imprese in tutta Italia ha già deciso di fare ricorso al Tar.

Il paradosso delle gare d’appalto a prezzi imposti, ora sconfessati

Boggetti sbandiera anche quello che il settore considera un paradosso: la necessità di partecipare a gare d’appalto che impongono quantità e prezzi, sconfessati adesso quando “dopo anni ci chiedono i soldi indietro”. “E’ una follia che rischia di mettere a rischio le prestazioni, perché le aziende potrebbero non riuscire a garantire le forniture di prodotti, anche salvavita, agli ospedali”, afferma Boggetti chiedendo al nuovo Governo Meloni di intervenire subito.

La previsione del payback (che esiste da anni per i farmaci) anche per i dispositivi medici è un’eredità del Governo Draghi contenuta nel decreto legge Aiuti-bis, seguita nel giro di un mese dal decreto attuativo pubblicato il 26 ottobre in Gazzetta ufficiale e poi dalle lettere delle aziende sanitarie inviate in questi giorni. La quota dell’extra spesa a carico delle aziende fornitrici è del 40% per il 2015, del 45% per il 2016 e del 50% per il 2017 e 2018. Il ripiano viene calcolato sull’extra spesa rispetto a un tetto del 4,4% dei fondi sanitari a disposizione delle Regioni.

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Silvia Pieraccini

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