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Impresa

07 giugno 2023

Carapelli prima in Italia ad avere la certificazione “Rifiuti Zero” di Aenor

L’azienda olearia è passata dal 31% di scarti valorizzabili al 91%, con una punta del 94% raggiunta lo scorso aprile.

Carapelli Firenze è la prima azienda italiana a ottenere la certificazione “Rifiuti Zero” di Aenor, ente certificatore internazionale. Il riconoscimento è strettamente legato all’obiettivo del Gruppo Deoleo, di cui l’azienda olearia è parte, di azzerare i rifiuti in tutti i suoi stabilimenti entro il 2030 e di ridurre pertanto la propria impronta di carbonio.

L’analisi effettuata su Carapelli da agosto 2022 a gennaio 2023 ha riguardato tutto lo stabilimento di Barberino Tavarnelle (Firenze): di conseguenza sono stati presi in considerazione i rifiuti derivanti dal confezionamento, magazzini, taglio oli, uffici e dalle attività di facility. L’azienda è passata da un 31,36% di rifiuti valorizzabili per il primo semestre del 2021 ad un 91,4% per il semestre di riferimento per la certificazione. Il 91.4% corrisponde a 244,89 tonnellate di rifiuti valorizzati che vengono recuperati. Ad aprile 2023 è stata raggiunta una percentuale del 94.22%.

“Siamo onorati ed orgogliosi – ha affermato Bruno Seabra, direttore generale di Carapelli Firenze – di ricevere la certificazione ‘Rifiuti Zero’. Questo prestigioso riconoscimento conferma e rafforza l’impegno dell’azienda sui temi della sostenibilità, uno dei pilatri del nostro piano strategico. Dall’adozione di pratiche sostenibili nella filiera produttiva, alla tracciabilità dei prodotti, a progetti di recupero dei rifiuti della gestione aziendale, il tutto a testimonianza del nostro senso di responsabilità verso la categoria dell’olio di oliva, il consumatore e l’ambiente”.

Seabra ha aggiunto che “continueremo nel nostro percorso virtuoso verso il rispetto del nostro pianeta e delle comunità che vi abitano. In merito, è già stato siglato un accordo per la circolarità dei rifiuti sulla carta e cartone con Smurfit Kappa; altri progetti analoghi riguarderanno successivamente anche il vetro e la plastica”.

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