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15 aprile 2024

Pisa, cresce l’occupazione ma rallenta la produzione

Lo rilevano i dati dell’indagine dell’Unione Industriale Pisana. Andrea Madonna, presidente Uip: “Siamo ancora superiori ai livelli pre-covid”.

La concia al vegetale in una delle 20 aziende toscane aderenti al consorzio 'Vera pelle italiana conciata al vegetale'

L’analisi dell’andamento del tessuto produttivo pisano nell’anno 2023, realizzata dall’Unione Industriale Pisana, mostra una sostanziale tenuta in quasi tutti i settori anche se in uno scenario di elevata incertezza. Tra tutti, spicca il dato positivo dell’occupazione che continua a crescere +2,1% rispetto al 2022. In leggero calo i dati del fatturato -2%, e dell’export -4%; quest’ultimo ha risentito della situazione economica globale anche se il territorio si pone ancora a livelli ben superiori ai periodi  pre-covid con un + 21% rispetto al 2019. Una contrazione maggiore si è verificata sulla produzione, dove pesano alcuni settori fondamentali per l’economia pisana.

“La crescita occupazionale nelle nostre aziende – commenta Andrea Madonna, presidente dell’Unione Industriale Pisana – è certamente un dato positivo, sebbene sia da considerare l’incremento dell’utilizzo della cassa Integrazione, in particolar modo nel settore della concia e della pelletteria, in sofferenza a causa della situazione internazionale. Rispetto alla flessione generalizzata nella produzione, sappiamo che questo è un dato che riguarda anche  la manifattura europea. Complici di queste criticità sono la stretta monetaria (i tassi restano alti e cala l’accesso al credito delle imprese), i costi energetici e un forte rallentamento dell’economia tedesca”.  

L’utilizzo della cassa integrazione è aumentato del 79%

Circa l’occupazione, il Centro Studi dell’Unione Industriale Pisana fa notare come, in un un contesto pur caratterizzato da flessioni in termini produttivi, di fatturato e della domanda, l’occupazione nel settore manifatturiero risulti in controtendenza e in linea con l’andamento nazionale e regionale. Il 2023 ha infatti un aumento del (+2,1%), rispetto al 2022. Nel 2023, inoltre, vengono anche superati i valori occupazionali del periodo pre covid. 

I valori assoluti dell’occupazione sono buoni  grazie anche al fatto che i settori in difficoltà, stanno gestendo la situazione con l’utilizzo della cassa integrazione mentre i settori con prospettive di crescita hanno assunto laddove riescano a reperire personale. L’aumento dell’occupazione risulta essere sia per i contratti a tempo determinato che per quelli  a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda la cassa integrazione nel 2023 sono state autorizzate 2.052.488 ore contro 1.141.582 ore nel 2022 con aumento del 79%.  Il settore che ricorre maggiormente a questo ammortizzatore è Pelli e Cuoio che nell’ultimo trimestre del 2023 ha visto triplicare il ricorso alla Cassa Integrazione.

Export in diminuzione del 4% rispetto al 2022

L’export ha fatto registrare una contrazione del 4% rispetto al 2022 ma si conferma un dato dinamico perché rispetto al 2019 il valore delle esportazioni risulta essere cresciuto del 21%. Nel 2022 i valori sono ancora sensibilmente influenzati dal rimbalzo positivo del post covid.  I settori principali rimangono moda, mezzi di trasporto, farmaceutico e concia. Da sottolineare il farmaceutico in costante crescita da diversi anni. L’indagine condotta tra le imprese associate a UIP del comparto manifatturiero, rivela nel 2023 un certo calo della produzione industriale, in linea con l’andamento regionale, nazionale e internazionale. Si mantengono positivi e migliorano i dati del settore Farmaceutico e della Chimica-plastica. Da evidenziare che il saldo negli ultimi 4 anni della produzione rispetto al 2019 risulta essere comunque positivo di circa 10 punti percentuali.  Il fatturato ha una contrazione del 2% proporzionato ai valori della produzione, considerando l’aumento dell’inflazione nell’anno 2023 rispetto al 2022. (redgs)

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