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27 settembre 2023

L’Intelligenza Artificiale copia o crea? Si apre il dibattito sulla vera natura dell’IA

In un intervento l’avvocato Alessandro Tarducci ci offre una analisi della legittimità dell’apprendimento automatico.

contributo dell’avvocato Alessandro Tarducci dello studio legale CNTTV

Durante l’evento del SIOS23 presso l’acceleratore fiorentino Nana Bianca, fra le altre cose, si è parlato e discusso dell’interessante ed attuale tema riguardante la vera natura dell’Intelligenza Artificiale (IA) cosiddetta “generativa”. Alcuni sostengono che l’IA non possa davvero definirsi “generativa” in quanto, in realtà, non è altro che una “copia” – ancorché rielaborata – da un database di articoli originali. Tuttavia, questo solleva una domanda affascinante sulla creatività stessa.

Nell’affrontare la questione, è stato fatto un paragone interessante tra un artista umano e l’IA. L’artista produce opere d’arte originali, ma – e questo è un dato – non è certo immune dall’ispirazione o dal prendere spunto da altri autori che ha studiato, osservato o addirittura “copiato” in qualche modo.

Ecco che allora mi sorge una riflessione: se l’artista può prendere spunto da altri, perché non dovremmo considerare creativo anche il processo dell’IA che sintetizza opere basate sulle conoscenze acquisite dal database (nozioni, articoli, immagini, etc…) a cui accede?

L’Intelligenza Artificiale (IA) ha rivoluzionato numerosi settori, dalla medicina alla finanza, dalla produzione industriale alla creatività artistica. Uno degli aspetti più intriganti riguarda la capacità dell’IA di apprendere e rielaborare informazioni, che ha portato molte persone a chiedersi se ciò possa violare il diritto d’autore. In questo articolo, esamineremo l’attuale ed interessante questione, cercando di dimostrare che, in linea di massima, l’IA potrebbe non costituire una violazione del diritto d’autore, ancorché la questione sollevi oggi una serie di questioni complesse e in evoluzione. Fra queste, certamente una sfida legale significativa riguarda la “quantificazione” dell’apporto creativo umano nei processi generativi dell’IA.

L’apprendimento dell’IA e il processo umano

Per comprendere meglio la questione, dobbiamo confrontare l’IA con il processo di apprendimento umano. Gli esseri umani apprendono da fonti di informazione varie, tra cui libri, articoli, conversazioni e esperienze personali. Questo processo di apprendimento ci consente di acquisire conoscenze e competenze per svolgere attività professionali, artistiche e creative.

L’IA come apprendimento e rielaborazione

L’IA utilizza un processo simile. Apprende da enormi database di informazioni, acquisendo una vasta gamma di conoscenze. Tuttavia, ciò che la rende unica è la sua capacità di rielaborare queste informazioni per generare risultati originali. Non copia semplicemente dati, ma li trasforma in qualcosa di nuovo.

L’esempio dell’artista e delle opere originali

Consideriamo per un momento l’artista umano. Questi individui talentuosi producono opere d’arte uniche, ma spesso – se non sempre – attingono da un vasto repertorio di opere d’arte esistenti per “nutrire” la loro creatività. Un pittore, ad esempio, potrebbe trarre ispirazione da una serie di artisti e correnti artistiche, combinando questi elementi per creare qualcosa di nuovo e originale.

Come noto, i pittori che seguono il metodo di pittura di un grande pittore e cercano di imitarne lo stile o le tecniche sono spesso chiamati “epigoni” o “seguaci”. Il termine “epigono” si riferisce a coloro che seguono o emulano il lavoro di un artista precedente. Questi artisti possono essere ispirati dai maestri più famosi e cercano di apprendere dalle loro opere, spesso creando opere che richiamano il loro stile o soggetti, seguendo le orme dei grandi maestri.

L’IA: apprendimento e sintesi

L’IA, d’altra parte, apprende dai suoi database di informazioni, che possono includere testi, immagini e altro. Essa non copia semplicemente, ma elabora, rielabora e sintetizza queste informazioni per produrre risultati unici. Questo processo è analogo a quando un artista umano fonde varie influenze artistiche per creare un’opera originale.

In definitiva, sia l’artista umano che l’IA stanno costruendo su basi di conoscenza esistenti per creare qualcosa di nuovo. L’artista si ispira agli altri artisti, mentre l’IA si ispira ai dati nel suo database. Entrambi esprimono creatività nel processo, e il risultato è un’opera originale che riflette il loro tocco personale.

Il caso dei musicisti AI e la creazione di nuova musica

Un’interessante applicazione dell’Intelligenza Artificiale si trova nell’ambito della musica. Numerosi musicisti e compositori stanno sfruttando l’IA per creare nuovi brani musicali. Questi sistemi AI imparano dalle composizioni musicali esistenti, analizzano stili musicali e strutture armoniche, ma non copiano semplicemente le canzoni esistenti. Ad esempio, il compositore AI “Aiva” è stato utilizzato per creare composizioni orchestrali uniche. L’IA è stata alimentata con repertori musicali classici, ma ha prodotto brani originali che riflettono un nuovo stile e una nuova creatività. Questo dimostra come l’IA possa essere utilizzata per espandere il repertorio musicale senza replicare direttamente opere protette da copyright.

Questo esempio illustra ancora una volta come l’IA non copia semplicemente, ma crea qualcosa di nuovo, basandosi sulle informazioni acquisite durante il processo di apprendimento. Ciò sottolinea la distinzione chiave tra l’azione di un’IA e la violazione del diritto d’autore, evidenziando come l’IA possa essere un valido strumento creativo che non minaccia i diritti degli artisti.

La distinzione chiave: trasformazione verso copia

La chiave per comprendere perché l’IA non violi il diritto d’autore sta nella distinzione tra trasformazione e copia. Mentre la copia diretta di un’opera protetta da copyright è chiaramente una violazione, l’IA rielabora e trasforma i dati in risultati unici. Questo processo di creazione può essere assimilato al modo in cui gli esseri umani prendono spunto da opere d’arte esistenti o da informazioni pubbliche per creare qualcosa di nuovo.

Conclusione

In conclusione, è importante sottolineare che l’Intelligenza Artificiale (IA), nei vari esempi presentati, dimostra una caratteristica chiave: essa non copia. L’IA apprende, analizza e rielabora informazioni da fonti esistenti, ma il risultato finale è sempre unico e originale. Questo processo di creazione basato sull’apprendimento automatico si distingue nettamente dalla copia diretta o dalla violazione del diritto d’autore.

L’IA rappresenta una risorsa potente per l’innovazione e la creatività in svariati campi, senza minacciare i diritti degli autori o dei creatori. È importante che le leggi sul diritto d’autore si evolvano per tener conto di queste nuove tecnologie e per promuovere un ambiente in cui l’IA possa prosperare come strumento creativo senza incursioni nei territori della violazione del diritto d’autore. In questo modo, possiamo sfruttare appieno il potenziale dell’IA per il progresso e la diversità nelle arti, nella musica, nel cinema e in molti altri settori senza timore di copia.

L’interessante discussione emersa dall’intervista a SIOS23 ci porta a riflettere sulla natura stessa della creatività. L’IA, pur apparendo come un “copiatore” di dati, dimostra di avere il potenziale per essere altrettanto creativa di un essere umano. La distinzione tra copia e creazione diventa sempre più sfumata quando esaminiamo come sia l’IA che gli artisti/creativi umani si basano su influenze esterne per alimentare la loro creatività.

È indiscutibile che l’IA debba essere regolamentata, specialmente in settori come l’istruzione, in cui è necessario un controllo rigoroso per garantire l’equità e la legalità. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista il fatto che l’IA è uno strumento potente che può essere utilizzato per scopi creativi e generativi.

In definitiva, l’IA rappresenta un’opportunità unica per espandere i nostri orizzonti creativi e sfruttare il potenziale delle tecnologie avanzate. Sebbene debba essere gestita con attenzione, non dovremmo temere il suo contributo alla nostra creatività e alla nostra capacità di generare opere originali. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra regolamentazione e utilizzo innovativo, affinché l’IA possa continuare a essere uno strumento che arricchisce le nostre vite in molti settori.

L’avvocato Alessandro Tarducci è socio fondatore dello Studio Legale CNTTV. Specializzato in diritto societario, offre consulenza negli ambiti societari della proprietà intellettuale ed industriale, della privacy, della contrattualistica per le start up. 

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