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04 aprile 2022

La guerra frena crescita e lavoro

L’economia della città metropolitana di Firenze potrebbe subire un rallentamento di oltre un punto e mezzo. La guerra frena anche le assunzioni nelle imprese.

contributo di Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze

Dopo gli effetti negativi dell’emergenza Covid e il rallentamento dei consumi dovuto alla fiammata inflattiva partita a fine 2021, è  l’attuale situazione internazionale a insidiare la crescita del Pil. L’economia toscana, in linea con quella nazionale, infatti, sta perdendo il suo slancio a causa del balzo dei costi energetici e delle difficoltà di approvvigionamento, tendenze aggravate dal conflitto in corso.

Nel 2022, secondo le ultime stime, l’economia della città metropolitana di Firenze dovrebbe registrare un rallentamento di oltre un punto e mezzo percentuale rispetto alle previsioni di appena pochi mesi fa (dal 4,5 al 2,5-3%). Le cose non vanno diversamente nel resto della Toscana. Si tratta di un dato comunque provvisorio e suscettibile di ulteriori cambiamenti, essendo lo scenario volatile e soprattutto imprevedibile.

Gli ultimi dati Istat (+6,5% il Pil 2021), evidenziano come a trainare la crescita del territorio lo scorso anno siano state le esportazioni: nell’area metropolitana +27% rispetto al 2020 e +6,7% nei confronti del 2019. L’export di Firenze, a fine 2021, ha raggiunto i 17,4 miliardi: quinta provincia italiana per valore esportato, con una quota del 3,5% sull’export totale nazionale. Completamente diverso è stato, invece, l’andamento delle imprese orientate al mercato interno (commercio, ristorazione, turismo), altamente penalizzate dalla forte contrazione dei consumi (-5% anche nei primi mesi dell’anno) e dal rallentamento dei flussi turistici.
Una situazione molto polarizzata, destinata a complicarsi per gli effetti negativi delle tensioni internazionali che, purtroppo, stanno rallentando anche la corsa dell’export, più per le conseguenze indirette legate all’aumento dei costi energetici, alla difficoltà dei trasporti e degli approvvigionamenti che non per quelle dirette dal momento che l’incidenza di Russia e Ucraina sulle esportazioni fiorentine è nell’ordine dell’1,2% (1% verso Mosca, 0,2% verso Kiev).

Gli effetti negativi della guerra, purtroppo, potrebbero ripercuotersi anche sul mondo del lavoro  visto che, secondo le più recenti stime del nostro Ufficio studi su dati Excelsior, per il periodo marzo-maggio è previsto un calo di 3.400 nuovi ingressi rispetto agli stessi mesi del 2019.
Come Camera di commercio, considerata la criticità del momento, abbiamo deciso di destinare nuove risorse a sostegno delle imprese, in particolare per rifinanziare il bando sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e per valorizzare le eccellenze del territorio attraverso la rete della ristorazione locale. Siamo al fianco delle aziende che rappresentiamo anche in questa fase complessa e incerta, per aiutarle a promuovere i loro prodotti e a esportarli sui mercati di tutto il mondo, soprattutto nella prospettiva di una stabilizzazione del commercio internazionale.

Vanno in questa direzione l’ultimo bando per l’internazionalizzazione, con contributi a fondo perduto, ancora aperto, e il progetto ExportHub che, attraverso la nostra azienda speciale PromoFirenze, aiuta le imprese a posizionarsi nei Paesi più dinamici. Proprio nell’ambito di ExportHub, il 28 e 29 aprile ospiteremo in Camera di commercio i nostri referenti esteri che presenteranno alle imprese le opportunità di business negli undici mercati  ad alto potenziale presidiati. E vanno in questa direzione eventi come BuyWine e BuyFood Toscana, PrimaAnteprima vini toscani, la Borsa del turismo online, vetrine internazionali per le eccellenze della nostra regione e strumenti efficaci di marketing territoriale e turistico e le attività di sostegno alla crescita delle imprese sul fronte della digitalizzazione con i servizi del Pid (Punto impresa digitale). Dobbiamo aiutare le aziende a superare questa fase difficile guardando avanti, al consolidamento della crescita agganciata ai mercati internazionali e naturalmente al fondamentale recupero dei consumi interni.

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