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Innovazione

22 gennaio 2024

Intelligenza artificiale e dati personali, c’è un aiuto per le Pmi

Col progetto europeo Arc II, di cui l’Università di Firenze è partner, nascerà uno strumento per la compliance.

Leonardo Testai

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Le tecnologie legate all’intelligenza artificiale “saranno il futuro per tutte le filiere”, e dunque anche per le Pmi, “dal turismo alla manifattura, dai servizi a tutto ciò che ha a che fare con gli aspetti connessi alla digitalizzazione: su questo c’è bisogno però di maggiore consapevolezza, e noi siamo di aiuto”. Lo ha affermato Erik Longo, docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, aprendo il convegno ‘Intelligenza artificiale, tra etica e diritto’, che ha visto la partecipazione della vicepresidente del Garante della privacy, Ginevra Cerrina Feroni.

Per evitare i rischi derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale “la prima cosa è la consapevolezza, e la seconda cosa chiaramente è anche un ecosistema di regole che siano efficaci”, sostiene Longo, responsabile per l’ateneo del progetto Arc II, dedicato alle Pmi, che si occupa dei problemi di compliance relativa al Gdpr, e che ha l’obiettivo di sviluppare uno strumento digitale dedicato. Nel progetto, Università di Firenze e Garante per la protezione dei dati personali sono partner. “Questa riflessione – ha osservato il giurista – parte dal tema delle decisioni automatizzate, e in particolare di quello che è l’intelligenza artificiale nell’assistenza alle nostre azioni quotidiane: assistenza al lavoro sia nelle pubbliche amministrazioni sia nelle Pmi”.”Le regole garantiscono l’innovazione, e stiamo al passo”

“Le regole aiutano l’innovazione, e noi stiamo al passo”

Secondo Longo “il compito dell’università è quello di indirizzare al meglio l’attività dei regolatori pubblici, ma anche delle imprese, nel concepire queste regole come un aiuto anche alla garanzia da un lato dei diritti dei cittadini, e dall’altro chiaramente all’innovazione delle imprese. Questa forse è anche la sfida più grande, poter trovare un beneficio senza i rischi all’interno di un ecosistema tecnologico che sta sempre più ogni giorno evolvendo”. E se dal punto di vista delle regole “l’Italia è al passo – sostiene il giurista -, perché la Ue è il soggetto che sta meglio di tutti anticipando la regolazione su questi temi”, sulla consapevolezza “siamo un po’ indietro, soprattutto sulla garanzia delle persone più vulnerabili”.

Cerrina Feroni ha proprio posto l’accento sulla necessità di tutelare i soggetti più vulnerabili: “La bozza di Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale ha questo obiettivo”, ha spiegato, osservando che “la digitalizzazione purtroppo ad oggi ha messo fuori dalla società una larga fascia della popolazione, cioè di persone molto anziane che non sono in grado neanche di accedere ai minimi servizi che oggi vengono dati con la tecnologia”.

Con Olivia un aiuto digitale alle Pmi

Il progetto europeo Arc II, che riguarda Italia e Croazia, si prefigge di incrementare la conoscenza e la comprensione da parte delle Pmi dei loro obblighi derivanti dal Regolamento 2016/679 (Gdpr), e dal quadro giuridico nazionale in materia di protezione dei dati personali. La conformità alla protezione dei dati non implica solo la comprensione delle disposizioni del Gdpr, ma anche di tutte le legislazioni nazionali che si applicano a un determinato Paese, a un’impresa e a una società. Le Pmi hanno l’onere di comprendere tutte le leggi in materia, di eseguire valutazioni dei rischi e di monitorare la giurisprudenza e le modifiche alla legislazione.

Il quadro giuridico sta inoltre diventando sempre più complesso con i nuovi regolamenti sulla governance dei dati, sull’intelligenza artificiale e sui servizi e i mercati digitali, con un impatto significativo sulle Pmi. Dunque il progetto Arc II, che ha preso il via a settembre 2022 e terminerà a settembre 2024, porterà alla creazione di uno strumento digitale per la conformità al Gdpr, chiamato Olivia, che sarà sviluppato in formato open source, in modo che tutte le autorità di protezione dei dati possano adattarlo alla propria legislazione e lingua nazionale, e in modo che le piccole e medie imprese di tutta l’Ue possano usufruirne. Lo strumento digitale sarà progettato in base alle esigenze delle Pmi italiane e croate.

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Leonardo Testai

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