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21 febbraio 2023

In Toscana nascono poche imprese

Positivo il tasso di crescita delle imprese, ma nascono meno aziende e crescono le cessazioni di attività. Lo spiega il centro studi di Confindustria Toscana.

contributo di Sara Pucci, centro studi di Confindustria Toscana

Con la chiusura del 2022  in Toscana sono 405 mila le imprese registrate. Si tratta di un dato ancora inferiore al 2019 e 2021 ma tuttavia importante perché, in linea con il livello nazionale, nasconde il recupero di dinamicità della demografica imprenditoriale.

La Toscana negli anni si è sempre contraddistinta per una brillante capacità di fare impresa e anche nel 2022 si colloca ai primi posti della graduatoria nazionale per densità imprenditoriale nel complesso e al primo posto se ci limitiamo al manifatturiero con quasi 12 imprese attive nel comparto ogni 1000 abitanti.

Energia, materie prime e inflazione ipotecano la tenuta

I dati Movimprese elaborati dal Centro Studi di Confindustria Toscana dicono che, dopo lo stallo del 2020 e il rimbalzo del 2021, nel 2022 il bilancio tra iscrizioni e cessazioni si mantiene positivo e il tasso di crescita delle imprese si posiziona a 0,6% segnando uno tra i risultati più alti degli ultimi 10 anni (solo nel 2015 e nel 2021 si sono registrati valori superiori).   

Tuttavia gli effetti delle restrizioni legate alla pandemia e le difficoltà dettate dal caro energia e materie prime e dalla crescita esponenziale dell’inflazione possono rappresentare una minaccia per la tenuta nel lungo periodo. I dati di flusso e cioè le iscrizioni e le cessazioni dell’anno rispetto al 2021 rilevano infatti una attenuazione delle prime (-3%) e una crescita delle seconde (+5%).

In generale al tasso di crescita delle imprese, sia nell’industria che nell’artigianato, hanno contribuito soprattutto le società di capitale con un valore dell’indicatore quasi del +3%. Diverse le dinamiche delle ditte individuali, che restano sostanzialmente stabili, e le altre forme di impresa che flettono dello 0,3%. Più significativa la flessione delle società di persone che anche nel 2022 registrano un tasso di crescita negativo.

I settori che crescono di più

A livello settoriale sono le costruzioni a sollevare l’indicatore. Il comparto cresce del +3% sia nel mondo artigiano che in quello industriale. Più contenuti i dati dei servizi ed in particolare del commercio.
Il manifatturiero resta una componente importante per il tessuto economico regionale. In termini di imprese attive incide per quasi il 12% anche se il suo peso si è sensibilmente ridotto negli anni. Il tasso di natalità per questo settore si ferma allo 0,7% in linea con quanto rilevato nel 2021.

Scendendo nel dettaglio resta sensibilmente positivo il dato del comparto “riparazioni, manutenzioni e installazioni di macchine” per il quale nel 2022 il tasso di natalità quasi doppia quello di mortalità. Particolare vivacità anche per il comparto moda che da solo copre quasi il 40% delle imprese attive nel manifatturiero. Per questo settore il tasso di crescita è dell’1,9%, poco più basso di quello dei mezzi di trasporto (2,2%).  Negativi invece i dati del cartario, della meccanica, della chimica e dell’elettronica per i quali nonostante la dinamicità delle iscrizioni, resta alta la mortalità. 

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