Il nuovo negozio Pineider sul lungarno degli Acciaiuoli a Firenze
La storica gelateria fiorentina Badiani, nata nel 1932 e oggi di proprietà dei fratelli Patrizio e Paolo Pomposi, compie 90 anni e spinge sullo sviluppo estero, che negli ultimi cinque anni l’ha vista aprire nove gelaterie a Londra e due in Spagna. Nel 2021 il fatturato è stato di quasi 6 milioni di euro, per il 75% all’estero, con 130 dipendenti. Il 25% dei ricavi arriva dall’ecommerce: Badiani è il primo brand di gelato artigianale che assicura consegne in 24 ore in tutto il Regno Unito (viene trasportato col ghiaccio secco).
Altri cinque-sei negozi nel Regno Unito nel 2023
Ora l’obiettivo è crescere nel retail: “Vogliamo consacrare il brand Badiani nel Regno Unito e in Spagna – spiegano i fratelli Badiani – per arrivare ad essere la più importante catena di gelato artigianale nei due Paesi”. La previsione è di aprire altri 5-6 negozi nel Regno Unito nel 2023, puntando a raggiungere un fatturato di gruppo di 11 milioni. Non sono esclusi né lo sbarco in altri Paesi, né il raddoppio a Firenze e l’espansione in Italia, ma per adesso i progetti restano indefiniti.
Produzione all’estero, qualità italiana
Il gelato prodotto da Badiani in Italia – tra cui il famoso gusto “Buontalenti” – viene replicato all’estero in laboratori specializzati che utilizzano ingredienti locali come panna, latte, zucchero e uova per limitare il trasporto di merci e valorizzare il territorio “sempre mantenendo la qualità del prodotto”, assicura Badiani. La società londinese, Badiani Ltd, vede a fianco dei fratelli Patrizio e Paolo, che mantengono il controllo, il socio Massimo Franchi e una serie di investitori familiari che fino a oggi hanno assicurato circa 7 milioni di euro.
Nel Regno Unito la bolletta energetica non è aumentata
Se in Italia il settore del gelato è messo in ginocchio dall’aumento dei costi dell’energia elettrica, nel Regno Unito “il problema praticamente non esiste”, spiega Patrizio Pomposi: “Non abbiamo visto aumenti delle bollette in Inghilterra – dice – mentre qui se il Governo non interverrà sarà difficile che il settore sopravviva: a gennaio saremo morti”.
Silvia Pieraccini