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12 ottobre 2022

Vola il distretto della pelletteria: apre Fendi, arriva Givenchy

Inaugurata la fabbrica di Bagno a Ripoli, investiti 50 milioni. Il gruppo Lvmh decide di produrre in Toscana anche le borse di un altro brand.

Silvia Pieraccini

Il nuovo stabilimento di borse Fendi a Capannuccia, nel comune di Bagno a Ripoli (Firenze)

Se l’industria toscana non avesse la filiera della pelle – che nel 2021 ha assicurato quasi 7,5 miliardi di euro di export (il 15% del totale regionale) – sarebbe sprovvista anche di un volano strategico di investimenti e di posti di lavoro, tanto più prezioso in una fase di difficoltà economica come l’attuale.

L’ultima operazione – arrivata al traguardo oggi, 12 ottobre, col taglio ufficiale del nastro – è quella di Fendi, il marchio della scuderia francese Lvmh, il più grande gruppo mondiale del lusso, che ha investito 50 milioni di euro per costruire al posto della dismessa fornace di mattoni ‘Brunelleschi’ di Capannuccia, nella campagna di Bagno a Ripoli (Firenze), uno stabilimento di 30mila metri quadrati, in parte integrato nella collina, dedicato alla progettazione e produzione di borse. E’ il più grande investimento manifatturiero di un marchio del gruppo Lvmh in Italia.

Il taglio del nastro al nuovo stabilimento Fendi

Trecento assunzioni nei prossimi tre-quattro anni

Oggi nella Fendi Factory lavorano 400 persone, in gran parte (370) trasferite dal vecchio stabilimento Fendi di Ponte a Ema, ma l’obiettivo annunciato dai vertici della maison è di salire a 700 dipendenti nel giro di tre-quattro anni. A quel punto la produzione diretta di borse Fendi rappresenterà il 40%, mentre il resto continuerà a essere realizzato da terzisti.

Nella vecchia fabbrica Fendi arriva un altro marchio del gruppo

Il vecchio stabilimento Fendi di Ponte a Ema, che occupa 7.500 metri quadrati, non verrà dismesso ma è pronto per una nuova vita: dopo il restyling, tra pochi mesi accoglierà la prima fabbrica italiana di borse Givenchy, altro marchio del gruppo Lvmh che dunque scommette, ancora, sul ‘saper fare’ artigianale del distretto fiorentino della pelletteria.

Verde e energia rinnovabile

La Fendi Factory, progettata dallo studio milanese Piuarch col dipartimento di architettura della maison, accoglie tutti le fasi, dallo sviluppo prodotto alla prototipia, dalla modelleria fino all’assemblaggio delle borse e alla decorazione (c’è, tra l’altro, una macchina per il ricamo che prima veniva realizzato in laboratori esterni). I reparti produttivi sono tutti al piano terra dell’edificio, caratterizzato da grandi vetrate, mentre al primo piano si sviluppa solo la mensa (gratuita per i dipendenti, gestita dal ristorante stellato Da Vittorio) affacciata su un giardino pensile e al piano interrato c’è un parcheggio da 400 posti auto. Gran parte del tetto dello stabilimento è ricoperto da un giardino con 40 centimetri di terra che aiutano a mantenere fresca la temperatura, mentre la luce è assicurata – oltre che dalle vetrate – da nove cortili interni, anch’essi a vetri e arricchiti da piante. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico formato da 3.500 pannelli e di un sistema per la raccolta dell’acqua piovana destinata alla manutenzione delle aree verdi. Entro il 2023 è attesa la certificazione Leed Platinum.

“Siamo molto orgogliosi delle nostre radici, di questo nuovo capitolo a Bagno a Ripoli, così come di offrire ai nostri dipendenti un ambiente di lavoro sostenibile”, ha affermato Serge Brunschwig, presidente e amministratore delegato di Fendi.

Quattro anni per demolire e ricostruire

Anche se i lavori sono stati in parte rallentati dalla pandemia, la fabbrica è stata realizzata in tempi abbastanza brevi (nell’agosto 2018 fu avviata la demolizione della vecchia fornace; nel novembre 2020 è stata posata la prima pietra), grazie alla collaborazione col Comune di Bagno a Ripoli e con la Regione Toscana. La variante urbanistica è del 2018, hanno ricordato il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, e il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Il nuovo stabilimento sarà un luogo di produzione e di lavoro – ha detto Casini – ma anche di formazione per maestranze giovani: un motore per l’economia e l’occupazione del territorio”.

Più canali per la ricerca di personale

Proprio la ricerca di personale – e in particolare di pelletteri – è una delle difficoltà che Fendi intende affrontare in più modi, come ha spiegato il direttore degli stabilimenti del marchio, Francesco Pellerano: con l’Academy interna, che affianca ai giovani figure esperte in grado di trasmettere il ‘sapere’; con la scuola dei Mestieri d’arte del gruppo Lvmh; attraverso il progetto ‘Adotta una scuola’ che instaura un canale privilegiato di collaborazione con gli istituti superiori, in questo caso il Russel Newton di Scandicci; e infine attraverso corsi finanziati (anche) dalle istituzioni, come accadrà a partire dal 2023 quando la Regione avrà la disponibilità dei fondi della nuova programmazione europea 2021-2027. “In questo modo contiamo di riuscire a soddisfare le nostre esigenze di personale”, dice Pellerano.

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Silvia Pieraccini

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