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Startup

21 aprile 2023

Venture capital per le startup, ecco il fondo di Cdp e fondazioni

Per Toscana Next dotazione complessiva di 13,5 milioni di euro e un meccanismo “moltiplicatore” per gli investimenti.

Una dotazione complessiva di 13,5 milioni di euro, e un meccanismo “moltiplicatore” che dà forza agli investimenti nel capitale di startup e Pmi innovative: queste le credenziali di Toscana Next, il fondo regionale di venture capital annunciato lo scorso autunno, istituito e gestito da Cdp Venture Capital, e sottoscritto da quattro fondazioni di origine bancaria toscane. Fondazione Cr Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Mps e Fondazione Caript hanno aderito all’iniziativa – rispetto all’annuncio iniziale, manca Cr Livorno – che rimane aperta ad altri sottoscrittori.

Un moltiplicatore per il coinvestimento

Toscana Next, presentato con un evento all’Innovation Center di Fondazione Cr Firenze, nasce per fornire risorse a supporto dei programmi di accelerazione, delle iniziative di trasferimento tecnologico, e in tutte le fasi del ciclo di vita, dal pre-seed al late stage, delle startup con operatività nella regione. Il fondo coinvestirà in modo proporzionale in base al rapporto tra le risorse in gestione del fondo di Cdp Venture Capital – sono 12 i fondi di investimento operativi fra diretti e indiretti – che guida il round di investimento e il fondo Next stesso.

Il rapporto di coinvestimento, secondo quanto emerso in sede di presentazione – può arrivare anche a 10 a 1. Se il fondo di Cdp Venture Capital che guida l’investimento ha risorse in gestione per 100 milioni di euro e il fondo Toscana Next ha capacità per 10 milioni di euro, il rapporto di co-investimenti sarà 10 a 1: su un deal in cui Cdp Venture Capital mette 5 milioni, Toscana Next ne mette 500mila.

“La Toscana vale un miliardo di venture capital”

Toscana Next è aperto all’adesione anche di altri soggetti: “Stiamo già discutendo per esempio con la Regione”, ha spiegato Enrico Resmini, amministratore delegato e direttore di Cdp Venture Capital, che vede buone prospettive. “Noi abbiamo fatto delle simulazioni di mercato, nei prossimi quattro anni saranno investiti in Italia circa 20 miliardi sul sistema del Venture Capital: la Toscana ha tutte le caratteristiche per attirare 1 miliardo di questi 20, basta vedere la numerica e la distribuzione delle startup.

La Toscana è la terza regione in Italia, dopo Lombardia e Lazio, per investimenti di venture capital in startup. “E’ una regione splendida – ha aggiunto Resmini -, ha 700-800 startup, solo l’anno scorso più di 100 milioni sono stati investiti nel Venture Capital, e ha tutte le caratteristiche per svilupparsi. Quindi abbiamo deciso di mettere un fuoco particolare: ci sono programmi di accelerazione focalizzati in Toscana, lavoriamo con quattro-cinque università per sviluppare la robotica, le scienze della vita”. Secondo l’ad di Cdp Venture Capital, “la chiave di volta non è solo il capitale nazionale, da investitori istituzionali o dalle aziende, ma è il capitale internazionale che deve arrivare: di quei venti miliardi, la metà saranno capitale internazionale. Quindi dobbiamo creare le condizioni per attirare questi capitali. E’ un viaggio che va fatto a step, ci vuole continuità d’azione, bisogna spingere”.

All’evento di presentazione sono intervenuti i presidenti delle fondazioni che hanno sottoscritto il fondo, e i rappresentanti di tre startup toscane (Loqui, Weabios ed Endostart), con i responsabili degli acceleratori e incubatori dove hanno trovato l’ambiente per svilupparsi: Alessandro Sordi (Nana Bianca), Andrea Di Benedetto (Polo Navacchio), Fabrizio Landi (Fondazione Toscana Life Sciences). “Questo dovrebbe essere l’inizio di una continua innovazione del territorio”, ha affermato Luigi Salvadori, presidente di Fondazione Cr Firenze. “Avere come interlocutore Cdp , il personaggio principe degli investimenti italiani, e quindi degli investimenti di sistema, è stato un grande successo. E’ un grande successo anche creare una squadra di fondazioni toscane, perché siamo in un territorio estremamente particolare, dove le squadre è molto difficile formarle”.

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