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09 gennaio 2023

Toscana, l’industria della moda cerca al Pitti Uomo la bussola per il 2023

Nei primi nove mesi dell’anno scorso l’export è aumentato del 16%, superando largamente il pre-Covid. Grandi manovre di M&A.

Silvia Pieraccini

L’industria della moda – in tutte le sue declinazioni che vanno dal tessile all’abbigliamento, dalla concia alla pelletteria alle calzature, fino ai gioielli – resta la grande locomotiva dell’economia toscana, che nel 2022 è stata studiata e “guardata” con particolare attenzione dai fondi d’investimento e dai marchi del lusso. Si tratta di una locomotiva che vale circa 15 miliardi di esportazioni (fonte: Monitor sui distretti di Intesa Sanpaolo, dati 2021; senza i gioielli l’export si avvicina a 12,5 miliardi) su 47 miliardi di export complessivo della regione, e che conta 17mila imprese, in larga parte terziste, e più di 117mila addetti (fonte: Camera di commercio di Firenze), che fanno della Toscana la prima regione italiana per occupati nel sistema-moda.

Boom di acquisizioni di aziende toscane

Le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) l’anno scorso sono state tante, guidate soprattutto dal gruppo di terzisti di lusso Florence (fa capo a tre fondi d’investimento) che si è assicurato l’aretina Confezioni Elledue (capispalla sartoriali), l’empolese Officina Ciemmeci (lavaggi, stampe, laser, ricami), la pistoiese Facopel (cappelli) e il Calzaturificio Taccetti di Montelupo Fiorentino (Firenze); dall’altro gruppo di terzisti di lusso Holding Moda (fa capo a un fondo d’investimento), che ha aggiunto al portafoglio l’aretina Seriscreen (stampa digitale e serigrafie); dai colossi francesi della moda come Lvmh che ha acquisito, attraverso Dior, l’Artlab di Santa Croce sull’Arno (trattamenti speciali su pelli) e, attraverso la divisione Metiérs d’Art, la maggioranza della storica conceria Nuti Ivo di Santa Croce sull’Arno (Pisa); da gruppi come il veneto Amf (controllato da un private equity) che ha comprato l’aretina Italcatene (produce catene per la moda).

L’export del sistema-moda a +16% nei primi nove mesi 2022

Il dinamismo che ha spinto i “grandi” ad assicurarsi le lavorazioni in cui sono specializzati i “piccoli” è destinato a continuare. Quel che è più incerto è se continuerà la brillante marcia del sistema moda toscano, che nel 2022 ha recuperato e superato i livelli di fatturato e di occupazione pre-Covid (sul fronte lavoro fanno eccezione concia e calzature). Nei primi nove mesi del 2022 l’export del sistema-moda toscano (senza i gioielli) è cresciuto del 15,9% sul 2021 e dell’8,3% sul 2019 pre-Covid (fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat): anche tenendo conto dell’inflazione e dell’aumento dei listini (che tutti hanno applicato), la crescita è sostanziale.

Apre il Pitti Uomo e Firenze si anima

Le collezioni moda per la primavera-estate sono già (in parte) in vendita nei negozi, ma il vero snodo per capire se l’anno appena iniziato potrà essere di crescita, nonostante tutti gli ostacoli dei costi energetici, logistici e materie prime che le imprese si trovano ad affrontare, è il Pitti Uomo, la più importante fiera al mondo dell’industria moda maschile che si apre domani, 10 gennaio (fino al 13) alla Fortezza da Basso di Firenze.

A presentare le collezioni ci saranno quasi 800 marchi, per il 40% in arrivo dall’estero. Quelli toscani sono un centinaio, dall’empolese Landi Fashion a Roy Roger’s, da Alpha Studio a Superduper, da Ortigni 1930 a Stefano Ricci. Gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina si faranno sentire, con la diminuzione di espositori e di buyer rispetto al 2019. Ma l’energia che la fiera inietta a Firenze, e il tandem con le sfilate milanesi della moda uomo che cominceranno venerdì 13, sono un buon indicatore dell’anno che sarà. Anche perché molte aziende hanno già avviato la campagna-vendite per la stagione invernale (quella presentata in fiera), e dunque potranno confermare o meno, al salone, i sentiment in via di formazione.

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Silvia Pieraccini

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