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07 settembre 2022

Rigassificatore di Piombino, Roma insiste per l’ok

Cingolani ribadisce la necessità di installare la Golar Tundra entro marzo. Nella bagarre politica c’è l’apertura di Meloni.

“E’ assolutamente indispensabile che venga rispettata la tabella dei tempi per il rigassificatore di Piombino, che lo vede installato nel primo quarto dell’anno prossimo, consentendo di dimezzare ulteriormente la dipendenza dal gas russo”. Il governo uscente, per bocca del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, insiste sulla necessità di installare la nave Golar Tundra di Snam per far tornare i conti dell’energia. “Più che di parlare razionamenti, dobbiamo parlare di improcrastinabilità di installare questo rigassificatore e nel 2024 il secondo rigassificatore”, ha aggiunto, riferendosi alla nave che dovrebbe invece essere collocata a Ravenna.

Snam ci crede, ma spunta anche un Piano B

“Il 19 settembre si apre la conferenza dei servizi e il 27 ottobre l’autorizzazione finale”, ha ricordato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e commissario straordinario per la realizzazione dell’opera. L’amministratore delegato di Snam Stefano Venier ha confermato che “il primo impianto che dovremmo avere in funzione per la primavera prossima è quello di Piombino”, come stabilito. “E’ importante andare a collocare i nuovi impianti di rigassificazione al nord – ha spiegato Venier – ovvero vicino ai centri di consumo, poiché tutta la capacità disponibile che avevamo è stata utilizzata per massimizzare i flussi da sud. Da questo punto di vista è ovvio che i due rigassificatori daranno un contributo importante”.

In realtà, secondo quanto scritto il 6 settembre da Il Sole 24 Ore, sarebbe allo studio anche un Piano B, se l’ipotesi di Piombino saltasse. “Secondo quello che Snam ha riferito – si legge – durante diversi incontri sul territorio, dove ha mostrato tutte le carte del progetto, l’idea su cui si sta ragionando potrebbe essere quella di raddoppiare il rigassificatore off shore al largo di Livorno”. Alla partita guarda con trepidazione Pim, joint venture tra San Giorgio del Porto e Fratelli Neri che sta investendo 17 milioni per costruire un cantiere di demolizione navi nel porto di Piombino: incompatibile, spiegano gli addetti ai lavori, con l’attività del rigassificatore.

Nella bagarre politica Meloni apre all’opera

In tempi di campagna elettorale, il tema del rigassificatore di Piombino è una bomba per partiti e candidati. Con una divaricazione trasversale agli schieramenti: generalmente contrari all’opera gli esponenti locali (eccezion fatta per il polo centrista guidato da Carlo Calenda), favorevoli o almeno possibilisti i leader nazionali. “Bisogna diversificare le fonti, bisogna fare i rigassificatori, per Piombino servono compensazioni”, è la posizione più recente espressa da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Francesco Ferrari che si oppone con forza all’opera.

A sua volta Calenda si è recato a Piombino, dove dopo un breve momento di contestazione ha incontrato i rappresentanti dei comitati. “Sono persone serie e preparate – ha detto il fondatore di Azione -, non ho trovato persone che urlavano. Abbiamo discusso nel merito, e nel merito gli ho spiegato perché dal mio punto di vista hanno torto, ma sono persone perbene e serie”. Nell’incontro “abbiamo espresso le nostre perplessità, dubbi e timori – ha spiegato uno dei rappresentanti dei comitati -, e Calenda ci ha risposto in base alle sue sensibilità e le sue conoscenze, poi ognuno è rimasto delle sue posizioni”.

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