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07 febbraio 2023

“Regione immobile sui nodi cruciali per l’industria, come quelli ambientali”

Confindustria Toscana nord all’attacco. Nel 2022 la produzione industriale cresce del 6,8% a Prato, dell’1,5% a Pistoia e del 2% a Lucca.

Silvia Pieraccini

La conferenza stampa di Confindustria Toscana nord a Prato

Ora che è passata la bufera del Covid, e che il sistema produttivo toscano ricomincia a progettare il futuro, gli industriali di Prato, Pistoia e Lucca – riuniti in Confindustria Toscana nord – reclamano un contesto più favorevole allo sviluppo e puntano il dito contro la Regione Toscana, accusata di non essere né attenta né reattiva di fronte ai problemi fondamentali del settore: “Non percepiamo la reale volontà del governo regionale di sbloccare temi cruciali come quelli ambientali”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana nord, Daniele Matteini, facendo il punto sulla congiuntura in una conferenza stampa.

Gli industriali reclamano un dialogo più stretto con la Regione

“Chiediamo con forza un dialogo maggiore con la Regione”, ha aggiunto Matteini portando ad esempio il caso di Gida, la società mista (Industriali 45%, Comune di Prato 47%, Consiag ora confluito nella nascente Multiutility 8%) attiva nella depurazione che “aveva un problema che la Regione ha impiegato un anno e mezzo a risolvere, quando si sarebbe potuto sbloccare in poche settimane”. Confindustria è preoccupata sia per il futuro di Gida (“bisogna che il servizio di depurazione rimanga sostenibile sul piano tariffario”), sia per la mancanza di impianti per smaltire gli scarti delle lavorazioni industriali, soprattutto quelli che residuano dopo le fasi di riciclaggio (nella carta ma anche nel lapideo e nella moda): “O chiudiamo le industrie o andiamo a smaltire in Germania”, ammonisce Matteini.

La produzione industriale delle tre province a +3,3% nel 2022

Sul fronte congiunturale, il 2022 è stato un anno di buon recupero per tutte e tre le province di Prato, Pistoia e Lucca, nonostante gli incrementi dei costi energetici, logistici e delle materie prime che hanno spinto l’inflazione. La produzione industriale, secondo le stime del centro studi di Confindustria Toscana nord, ha registrato +6,8% (in volume) a Prato, +1,5% a Pistoia e +2% a Lucca: complessivamente l’area segna +3,3% – contro la media nazionale del +1,3% – con l’export (calcolato in valore) in crescita del 20% nei primi nove mesi del 2022 (in linea col dato italiano).

Per il 2023 le previsioni sono moderatamente positive

Le prospettive per quest’anno sono “moderatamente positive” secondo il presidente Matteini, anche se rimangono tre fattori di rischio: il rallentamento della crescita a partire dall’ultimo trimestre 2022, che sta proseguendo adesso; l’aumento dei tassi di interesse che potrebbe posticipare gli investimenti programmati dalle aziende; la mancanza di manodopera che si avverte in tutti i settori e in tutti i livelli professionali.

Il distretto tessile di Prato deve ancora recuperare il 5% della produzione

Nel distretto tessile di Prato, in particolare, la produzione manifatturiera nel 2022 ha segnato +8,7% (+3,4% invece l’abbigliamento e +6,6% il meccanotessile), ma non ha recuperato i livelli pre-Covid del 2019: mancano ancora più di cinque punti percentuali. “C’è ottimismo ma andiamo con i piedi di piombo – dice Maurizio Sarti, a capo della sezione Sistema Moda – anche perché l’aumento dei listini del 20-30%, che abbiamo dovuto applicare nel 2022, ha fatto spostare alcuni clienti in altri Paesi”. Il primo concorrente è la Turchia, che negli ultimi mesi è stata la vera spina nel fianco del distretto tessile pratese. Qualche timore attraverso anche il meccanotessile, che negli ultimi due anni ha beneficiato delle agevolazioni per l’industria 4.0 che hanno spinto la patrimonializzazione delle aziende: “Adesso le agevolazioni sono ridotte – ha spiegato Massimo Becheri, coordinatore dei Meccanotessili – e anche l’export sta rallentando frenato dall’embargo verso alcuni Paesi e dai problemi di natura finanziaria che hanno altri”.

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Silvia Pieraccini

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