Al calo vertiginoso del mercato dell’auto (in marzo le immatricolazioni hanno segnato -30% sullo stesso mese del 2021 con un andamento, proiettato sull’intero 2022, che farebbe tornare ai livelli degli anni Sessanta) si sono aggiunte le difficoltà a reperire le materie prime e l’aumento dei costi energetici.
E così, ridotti i volumi produttivi, la fabbrica di Guasticce (Livorno) della multinazionale canadese Magna Closures, produttore di sistemi di chiusura e moduli per l’industria automobilistica, ha deciso di richiedere la cassa integrazione per 12 mesi. Riguarderà tutti e 534 i lavoratori, che saranno coinvolti a rotazione.
Si tratta della cassa integrazione in deroga, destinata alle imprese che operano in aree di crisi complessa. Per adesso è stato siglato l’accordo tra sindacati, Regione Toscana, agenzia regionale per il lavoro Arti, Confindustria e Comune di Livorno; per l’apertura effettiva degli ammortizzatori si aspetta il via libera del ministero del Lavoro.
Il futuro è comunque pieno di incertezze: secondo i sindacati, l’azienda livornese ha prospettato 50 uscite volontarie incentivate, la necessità di riqualificare il personale, azioni per rendere competitivo lo stabilimento livornese.