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Finanza

07 ottobre 2022

Le quattro urgenze dell’economia toscana

Analisi di Banca Intesa su 31mila imprese-clienti: le leve da azionare per la crescita sono investimenti, energia, innovazione e capitale umano.

Silvia Pieraccini

Per superare questa fase economica difficile – caratterizzata da pressioni energetiche, sulle materie prime, inflazionistiche e geopolitiche – la Toscana ha bisogno di azionare quattro leve: investimenti, superamento della (forte) dipendenza energetica, innovazione e capitale umano.

Sono queste le priorità che emergono da un’indagine fatta da Banca Intesa Sanpaolo tra maggio e giugno 2022 tra più di 31mila clienti-imprese, e presentata dal capo dell’ufficio studi Gregorio De Felice nell’incontro con Confindustria organizzato nei giorni scorsi a Firenze.

In Toscana gli investimenti tra 2007 e 2021 sono scesi del 21%

Tra il 2007 e il 2021, secondo Intesa Sanpaolo, gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 14% in Italia e addirittura del 21% in Toscana (mentre sono aumentati del 19% in Germania), mettendo dunque in luce una regione che non è riuscita a tenere il passo (lento) del Paese. Non va meglio sul fronte della dipendenza energetica (e dunque della necessità di ricorrere alle importazioni per soddisfare il fabbisogno) che – sempre secondo i dati mostrati da Intesa Sanpaolo – è stato del 73% in Italia, contro il 64% della Germania e il 57% della media dei 27 Paesi dell’Unione europea.

La ricerca e sviluppo segna +1,6%

I risultati più confortanti si sono avuti sul terreno della ricerca e sviluppo, spia dell’innovazione, con l’Italia che nel 2019 ha segnato +1,46% e la Toscana che ha superato la media nazionale raggiungendo +1,6%, anche se la Germania ancora una volta sovrasta tutti con +3,17%. Un terreno accidentato resta quello del capitale umano, col 42% di figure di difficile reperimento stimato in Italia nell’agosto 2022, percentuale che sale al 44% in Toscana.

Il 2022 sarà un anno di crescita

Nonostante questo, il 2022 – secondo Intesa Sanpaolo – sarà un anno di crescita trainato da costruzioni, meccanica, sistema salute, beni intermedi e sistema casa. La stagione turistica è andata bene, spinta dalle località di mare ma anche dalle performance di Firenze che ha fatto meglio di Roma e Napoli (e meno bene di Venezia). Nel primo semestre l’export toscano è cresciuto del 9,9% sullo stesso periodo 2021 (contro una media italiana del +27,5%) e il saldo commerciale ha recuperato i livelli pre-crisi (9,3 miliardi). “Qualità e internazionalizzazione restano cruciali per conservare una buona competitività e marginalità”, ha affermato De Felice indicando i beni di lusso e le vendite in Nord America come i segmenti e i mercati che permetteranno alle imprese di alzare i prezzi. Opportunità di crescita potrebbero aprirsi anche dalla “regionalizzazione” delle catene di fornitura, spinta dalle difficoltà incontrate da chi ha partner lontani.

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Silvia Pieraccini

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