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15 novembre 2022

“Le nuove infrastrutture a Firenze valgono un punto strutturale di Pil”

Confindustria e Fondazione Crf presentano il progetto-laboratorio “Firenze domani”, con un occhio alle grandi opere.

Leonardo Testai

Un progetto-laboratorio di proposte e idee per progettare e disegnare “Firenze domani”: è questo il titolo della raccolta di oltre 80 interventi, proposte e riflessioni di altrettanti protagonisti del dibattito pubblico cittadino, riuniti in un volume curato da Giandomenico Amendola e Vincenzo Di Nardo. Un progetto di Confindustria Firenze e Fondazione Cr Firenze, presentato con un evento all’auditorium della Camera di commercio. Il volume, edito da Mandragora, può essere richiesto gratuitamente nella sede di Confindustria Firenze.

Centrale, nella progettazione della Firenze dei prossimi trenta anni, è la questione delle grandi infrastrutture, le grandi opere attese da tempo. “Aeroporto, stazione dell’Alta Velocità, tramvie e polo fieristico valgono un punto strutturale di Pil e migliaia di posti di lavoro”, ha affermato il presidente di Confindustria Firenze, Maurizio Bigazzi, aprendo l’evento. “Opere che sono porte internazionali – ha aggiunto -, passaporti per il mondo globale, i cui costi del non fare ‘cubano’ miliardi di euro. E fanno anticamera da decenni”.

Transizione energetica, e un patto con i giovani

Bigazzi ha anche citato “l’indotto in termini di modernizzazione della città, come nel caso dello Stadio per l’intero quartiere di Campo di Marte. E tutto questo al netto dell’impegno, concreto e fortissimo, del Comune e della Regione. E al netto dei lacci, dei poteri di veto e delle zavorre, imposti dalle burocrazie, dai comitati e dalle logiche del ‘No a tutto'”. Fra gli acceleratori di Pil, ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana, “ricordiamo le infrastrutture per la transizione energetica: perché il paradigma del nuovo sviluppo è green, e noi possiamo essere una realtà di punta a livello nazionale, grazie agli investimenti nell’autoproduzione di energia o nel ricorso a fonti alternative e rinnovabili”.

Ma secondo Bigazzi serve anche un nuovo patto con i giovani, che vanno coinvolti pienamente nella Firenze di domani. “La disoccupazione giovanile – ha osservato – è più bassa della media italiana: ma è comunque elevata, il 23%. E, a fronte di questo, c’è un cortocircuito strutturale fra domanda e offerta di lavoro. Ricordo che le prime dieci figure, eccetto una, che presentano difficoltà nel reperimento di lavoratori sono tutte nella manifattura. Ecco l’importanza della formazione. Dove Firenze può diventare una realtà di riferimento per il capitale umano e per i talenti. Quel capitale umano che è il paradigma della nuova economia. Che dobbiamo attrarre di più, al pari degli investitori stranieri. E che dobbiamo saper trattenere”.

Da Ferragamo a Schmidt, ecco i protagonisti

Il volume “Firenze domani” raccoglie i contributi di imprenditori come Paolo Castellacci, Elisabetta Fabri, Leonardo Ferragamo, Antonella Mansi; manager come Matteo Del Fante, architetti come Massimiliano Fuksas, Stefano Boeri e Marco Casamonti, personalità della cultura come Eike Schmidt e Cristina Acidini, uomini di fede come il cardinale Giuseppe Betori e l’imam Izzedin Elzir. “Non vuole essere un libro dei sogni – afferma Luigi Salvadori, presidente della Fondazione Cr Firenze – né l’ennesimo pamphlet di buoni propositi. Vuole solo cercare di raccogliere proposte e riflessioni di autorevoli personalità, tra le più rappresentative del nostro territorio, per offrirle alle istituzioni e a coloro che sono chiamati a fare scelte che determineranno il futuro della nostra città e di coloro che vi abitano”.

Secondo Salvadori “la stagione del Covid ha reso drammaticamente evidente e urgente mettere mano a quei processi urbanistici e sociali che possano adeguare i nostri centri alle nuove esigenze di abitabilità e alle nuove abitudini che la pandemia ha fortemente mutato. Preme sulle nostre coscienze la necessità di sanare ferite aperte da decenni all’estetica dei quartieri e all’aria che respiriamo; di bonificare aree inquinate e dotarle di sistemi avanzati sul fronte della sostenibilità; di moltiplicare quelle operazioni di rigenerazione urbana che, ove sono già state attuate, hanno cambiato il volto e il tessuto sociali di parti importanti delle nostre città contribuendo al tempo stesso a rilanciare le economie locali”.

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Leonardo Testai

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