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25 luglio 2022

“Il turismo a Firenze è un fiume in piena che va guidato”

Parla Federico Barraco, presidente del Convention Bureau: “Il modello misto pubblico-privato è vincente”.

Federico Barraco, presidente del Convention Bureau

“I flussi del turismo verso Firenze oggi sono ripartiti, è un fiume in piena. E’ quasi impossibile arginarli. Però bisogna guidarli indirizzarli, è quello che va fatto, altrimenti siamo alla loro mercè”. E’ la visione di Federico Barraco, presidente del Destination Florence Convention and Visitors Bureau, che sottolinea la necessità di un turismo consapevole, e punta forte sul congressuale. “Dal 2023 al 2028 sono circa 400mila i congressisti che porteremo a Firenze, per un totale di circa 600 milioni di euro”, sostiene, ricordando che nella sola seconda metà del 2022 il Bureau con Firenze Fiera vedrà lo svolgimento di 48 tra congressi ed eventi, per un totale di circa 23.000 presenze attese, e 40 milioni di euro di indotto.

Strategia industriale per aggiudicarsi i congressi

“Il turista mordi e fuggi – spiega Barraco -, quello che viene in giornata e va via la sera, ha una spesa media in città di 50 euro. Il turista che rimane due, tre giorni a Firenze ha una spesa media di 120-130 al giorno. Il turista congressuale ha una spesa media di 600 euro al giorno, con l’attivazione di un sistema ancora più ampio, perché va in fiera, la fiera va allestita, ci sono gli allestitori, i catering, tutti i servizi legati al congressista, alberghi, ristoranti, poi ci sono anche i negozi, perché i congressi durano circa tre giorni, e spesso i congressisti vengono con marito o moglie. Questo genera un volume di spesa nettamente più alto. In più il congresso è un elemento che, almeno parzialmente, si può destagionalizzare”.

Su questa linea è iniziato il nuovo corso del Bureau a Firenze. “Due anni fa abbiamo iniziato un percorso di analisi industriale di questo settore, facendo delle indagini di mercato, facendo degli approfondimenti con società di consulenze per candidarci a ottenere congressi internazionali sui quali avessimo delle reali speranze di vincere. Questo ci ha portato a individuare una serie di candidature insieme a Firenze Fiera, agli albergatori, a tutti quelli che offrono servizi per questo tipo di congressi, e abbiamo portato a casa dei bei risultati”. Anche avere un centro congressi piccolo e nell’area del centro storico si sta rivelando un asset: “Il congressista si muove a piedi, ha l’albergo in centro, viene con la moglie, e questo è un altro fattore che rende Firenze particolarmente appetibile”.

“I problemi dell’aeroporto ci penalizzano”

In un quadro simile le criticità sono principalmente due, secondo il presidente del Bureau. “Inizieranno i lavori alla Fortezza da Basso, ed è una grande opportunità perché questi lavori sono necessari, però è chiaro che il coordinamento e la gestione dei lavori sarà un elemento importante. E poi c’è l’aeroporto: nei punteggi delle candidature l’aspetto sempre più penalizzante per Firenze è la raggiungibilità aeroportuale, perché si sa che l’aeroporto ha i suoi problemi”.

Il Bureau, oltre al turismo congressuale, si occupa anche di iniziative per il leisure a Firenze, e del settore del wedding. Quest’ultimo, osserva Barraco, “è un settore importantissimo, che genera un grande volume di affari. Abbiamo vinto un bando con Toscana Promozione per mettere insieme l’offerta delle destinazioni dove celebrare i matrimoni, delle location, dei catering, e abbiamo fatto un’analisi sulla consistenza di questo mercato. Abbiamo avuto 1.248 matrimoni stranieri nel 2021, ma pre-pandemia erano il doppio. Nel 2022 stanno aumentando, ci aspettiamo un +56% rispetto al 2021, per arrivare a un fatturato del settore di 66 milioni, per un totale di 220mila presenze turistiche”.

“Siamo cresciuti, possiamo svilupparci ulteriormente”

Il Destination Florence Convention and Visitors Bureau conta oltre 300 soci del mondo del turismo a Firenze, e può contare sui contributi di Comune, Camera di commercio, Fondazione Cr Firenze. “E’ un modello misto pubblico-privato abbastanza unico in Italia – sostiene il presidente -, che consente anche una certa dinamicità negli interventi, ci muoviamo in maniera abbastanza snella rispetto ad altri contesti dove i Bureau sono 100% pubblici o 100% privati, con i limiti delle due attività. Negli ultimi due anni siamo cresciuti tanto in termini di ruolo, di occasioni, di spazi in città, di eventi, per cui c’è anche da cominciare a ragionare sul nostro possibile sviluppo, su una possibile trasformazione del Bureau in qualcosa ancora più organico e ancora più a disposizione della collettività”.

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