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01 marzo 2023

“Il porto di Livorno rafforzi i traffici con Tunisia e Marocco”

Uno studio della Bocconi delinea i possibili campi di sviluppo futuro: Mediterraneo, hub energetico e batterie delle auto elettriche.

Silvia Pieraccini

In attesa che partano i lavori di costruzione della Darsena Europa, il porto di Livorno s’interroga sui traffici futuri e sulle potenzialità di intercettare nuovi business e di creare nuovi posti di lavoro. Alcune indicazioni arrivano dallo studio commissionato dall’Autorità portuale del Mar Tirreno settentrionale all’Università Bocconi – presentato oggi, 1 marzo, a Livorno dal professor Oliviero Baccelli – che punta i riflettori sulla riorganizzazione delle catene globali del valore seguita alla pandemia e alla guerra in Ucraina.

Il reshoring nel tessile-moda cambia i flussi

Il fatto che un numero crescente di imprese italiane e europee stia valutando il trasferimento di parte delle attività produttive dal Sudest asiatico in aree vicine al nostro Paese – ha spiegato Baccelli – potrebbe dare al porto di Livorno un’opportunità di sviluppo, in particolare nel settore tessile-moda: “Il porto dovrà lavorare non poco nei prossimi anni – ha affermato il prof della Bocconi – per rafforzare i rapporti commerciali con Spagna, Tunisia, Turchia e Marocco, Paesi che sono stati premiati dalle nuove logiche di reshoring”.

Costruire un hub energetico

L’altro progetto su cui puntare – secondo lo studio Bocconi – è fare del porto livornese un hub energetico, grazie ai progetti green dell’Authority, alla vicinanza del rigassificatore Olt per il rifornimento delle navi alimentate a Gnl e al ruolo strategico della raffineria Eni: “Così si potrebbe mettere lo scalo in condizione di attrarre nuovi capitali e nuove imprese cui offrire energia a basso costo”, è la previsione.

Il mercato dell’automotive non è finito

Nuovi sviluppi potrebbero aprirsi anche sul mercato dell’automotive: non solo il porto di Livorno potrebbe rafforzare il ruolo di entrance gate per l’Italia e il Sud Europa, ma l’interporto livornese – ipotizza lo studio – potrebbe specializzarsi nella gestione della supply chain delle batterie delle auto elettriche, dal trasporto al packaging, dai magazzini al riutilizzo alle infrastrutture di ricarica.

Autore:

Silvia Pieraccini

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